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Bollettino Settembre 2018


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Parrocchia dei santi Savino e Silvestro di Corticella

109 Settembre 2018

IL

PONTE

Responsabile don Luciano Bortolazzi via san Savino 6 40128 Bologna (BO) telefono e fax 051 702002 Sito internet www.parrocchiasansavino-bo.it Email [email protected]

25 anni di Sagra Gli anniversari sono importanti. Ci aiutano a sostare, a guardarci indietro per ritrovare il significato delle cose, le ragioni di quando tutto è cominciato. La storia della nostra ‘Sagra’ è cominciata 25 anni fa quando il consiglio pastorale, in accordo con l'allora parroco don Mario Cocchi, decise di dare maggiore risonanza alla tradizionale festa della Beata Vergine delle Grazie, co-patrona della parrocchia, per celebrare degnamente quel rapporto di devozione filiale che da secoli unisce il cuore dei corticellesi alla Madonna. Ancora oggi non è raro vedere, specialmente nei giorni feriali, quando la chiesa è deserta, qualcuno che sosta davanti al suo altare, per chiedere una grazia, per affrontare i momenti difficili o, più semplicemente, per sopportare le fatiche della vita quotidiana. La sua tenerezza e la sua protezione sono, per chi crede, un dono grande ed era giusto far festa per La processione per le strade del quartiere manifestare anche agli altri la gioia di avere una madre così attenta e premurosa. Per questo nei quattro giorni della sagra la Comunità è convocata attorno alla sua bella immagine per rinnovare, durante le celebrazioni religiose, l'affidamento al suo cuore delle famiglie, dei giovani, del coro e, soprattutto, degli anziani e degli ammalati. Ma perché la gioia sia piena è necessario che la festa sia rivolta a tutti, anche a chi non ha fede o ha smesso da tempo di venire in chiesa. Istituendo la sagra si è voluto gettare un 'ponte' di accoglienza e creare un 'occasione di incontro in un clima di gioiosa convivialità fatto di stands gastronomici, giochi e spettacoli. Anche nel passato la festa della Beata Vergine delle Grazie era un giorno di 'pompa solennissima', una festa di popolo aperta a tutti quelli che desideravano dare il proprio contributo e amavano stare in buona compagnia. Dopo venticinque anni la nostra Sagra non è invecchiata e nel tempo si è rivelata una vera palestra di impegno, disponibilità e umiltà. Sono tante le persone che in questi anni si sono avvicendate nei vari compiti e ruoli, mettendo a disposizione le loro competenze organizzative e culinarie. Alcuni non ci sono più, altri hanno dovuto per diversi motivi passare la mano ma a tutti va il nostro grazie per il bene che hanno voluto alla Comunità e per aver reso possibile questo traguardo. E grazie ai giovani per il contributo di nuove idee che hanno portato e ai bambini che da qualche anno si improvvisano camerieri prestando servizio ai tavoli con insospettata serietà e con l'entusiasmo di chi scopre che è bello mettersi in gioco e rendersi utili.

È con questo spirito di riconoscenza e rinnovato impegno che ci apprestiamo a festeggiare le venticinquesima edizione della Sagra alla quale siete tutti invitati per condividere la gioia che nasce dalla speranza cristiana di essere sempre e comunque figli amati: “Le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie. Si rinnovano ogni mattina, grande è la sua fedeltà.” (Lam 3,22) La redazione

Buon compleanno coro ! Ad animare la prima Sagra, ci fu anche il Coro della Beata Vergine delle Grazie, che era allora alle sue prime uscite ufficiali. Anche il nostro coro infatti ha festeggiato quest'anno il suo venticinquesimo anniversario e lo ha fatto alla grande con due splendidi concerti e un foto-libro che ne ripercorre la storia attraverso immagini e testimonianze. Una storia fatta di tanta voglia di cantare, passione, impegno, serate domenicali dedicate alle prove, ritiri, esibizioni, concerti, difficoltà, fatiche, ma anche tante soddisfazioni ed emozioni. Nato per volontà di don Mario Cocchi e don Marco Cristofori, il coro aveva il compito di rendere più gioiosa la partecipazione dei fedeli alla Santa Messa e di rendere lode al Signore con il canto. Chi canta bene, si dice, prega due volte. Ma in questi anni il coro non è rimasto fermo, è cresciuto, ha camminato, ha affrontato sfide impegnative esplorando nuove vie e diventando una corale a 4 voci miste con un repertorio di quasi cento brani! Ma soprattutto è diventato una ‘grande famiglia’che ha saputo accogliere, incoraggiare, sostenere non solo nel canto ma anche nella vita. Famiglia è infatti il nome che ricorre più di frequente nelle testimonianze dei protagonisti, che vi invito a leggere per capire cosa abbia significato il coro per chi ha avuto la fortuna di farne parte. La copertina del foto-libro Scrive Luca: “ Scoprimmo a poco a poco che da quel coro passava la nostra vita, le nostre gioie, i nostri dolori, le nostre fatiche e le nostre piccole e grandi soddisfazioni”. Sì, Luca, il mitico direttore, il “super-maestro” che ha tenuto in piedi il coro e lo ha fatto crescere nella coralità e fraternità con competenza, amore, spirito di servizio e 'taaanta' pazienza. E allora, buon compleanno Coro! E grazie per averci aiutato a crescere nella fede e averci scaldato il cuore regalandoci tante emozioni. Concludo con la bella citazione riportata da Matteo nel suo intervento: 'Ogni volta è un miracolo. Tutta questa gente, tutte le preoccupazioni, tutti gli odi e i desideri, tutti i turbamenti, tutta questa vita fatta di grida, lacrime, risate, lotte, rotture, speranze deluse, possibilità inaspettate … tutto questo scompare di colpo quando i coristi si mettono a cantare. Il corso della vita è sommerso dal canto, d'improvviso c'è una sensazione di fratellanza, di profonda solidarietà, persino d'amore ... E' così bello! In fondo, mi chiedo se il vero movimento del mondo non sia il canto.” E la sua magia. Emilia

Una follia, un cammino, un traguardo Quando sono arrivato a Corticella, nel giugno del 2012, molte cose nella mia vita erano già cambiate. Infatti nel settembre del 2011, dopo un accurato discernimento avevo lasciato il lavoro e all'età di 38 anni, ero entrato in seminario. Una follia per qualcuno, una stupidaggine per qualcun altro. Ma qual è la differenza tra la follia e la stupidaggine? Come poter distinguere, nella realtà della carne e delle scelte concrete, questi due termini? Penso che la stupidaggine si caratterizzi per la sua insensatezza, l'assenza di un progetto di vita, l'impulsività, la totale mancanza di un “tu” con cui condividere o a cui offrire i gesti che si compiono. La follia, in questo caso concreto, ha un “tu” di riferimento che, come per l'innamorato è l'innamorata e viceversa, per chi sceglie la vita consacrata il “tu” è Gesù Cristo. Allora ogni gesto, ogni scelta, ogni “follia” risulta avere un senso, è ponderato, realizza un progetto e segue un desiderio, tutto si concretizza in una persona: Gesù. Un ultimo aspetto mi preme sottolineare in questo improvvisato elogio della “follia”: il cammino accompagnato. In tutti questi anni di seminario non mi sono mai sentito solo, ma ho sempre avuto il conforto di persone sagge che mi hanno aiutato a capire sempre meglio e a decidere sulla base di dati concreti e non di illusioni. Non solo il rettore del

seminario diocesano e del seminario regionale, non solo i vice-rettori, non solo i padri spirituali, non solo i professori, ma soprattutto i parroci e le persone che vivono in parrocchia. Per questo mi sento di ringraziare ciascuno di voi che in questo momento sta leggendo queste righe, perché il sostegno legato alla vostra preghiera e alla vostra conoscenza (seppur non personale) è tra le cose che più mi hanno aiutato. Tra tutti ringrazio don Luciano che mi ha accolto in canonica, senza neppure conoscermi con un gesto di rara generosità e fiducia e che, in tutti questi anni, si è sempre rivelato un sostegno insostituibile, un amico con cui confidarsi in ogni occasione, un padre a cui chiedere sempre un parere. Come e perché una persona possa entrare in seminario non è semplice né da spiegare né da comprendere, altrimenti i seminari e gli istituti sarebbero pieni di giovani e io stesso, magari, avrei compreso quale direzione dare alla mia vita molto tempo fa. Ma il Signore è così: rende chiare le sue strade e accarezza i cuori degli uomini secondo i suoi pensieri che non sono i nostri (cf. Is 55,8). È più semplice, invece, spiegare che il seminario è un cammino da compiere che occupa un tempo (circa otto anni) e uno spazio che è quello della diocesi (ecco perché da tempo non mi vedete in parrocchia … da tre anni svolgo il mio sevizio pastorale nella parrocchia di san Silverio di Chiesa Nuova in via Murri e d'estate ho dato una mano all'Estate Ragazzi di Vergato). La formazione che il seminario propone non è solo quella dello studio, né solo quella che si svolge nello stabile in piazzale Bacchelli 4 (l'indirizzo fisico del seminario), ma passa attraverso parrocchie diverse ed esperienze diverse per ciascuno. Ritengo che sia una fase delicata quanto importante per ogni seminarista, perché ci mette a contatto con varie realtà della diocesi e impedisce una certa “chiusura” che può generarsi nello stare in un unico posto. È lo stesso Gesù che ci chiede di lasciare il nostro posto di origine per metterci alla sua sequela, certi di gustare sempre e ovunque la sua provvidenza (Mt 19,29). Quest'anno esco da un certo anonimato silenzioso ed occupo queste righe sul giornalino parrocchiale per informarvi che ho concluso il mio settimo anno di seminario e l'11 luglio anche il mio percorso di studi teologici conseguendo il baccalaureato in sacra teologia con una tesi in liturgia. Mi avvio così ad iniziare l'ultimo anno di seminario facendovi partecipi di una ulteriore bella notizia: sabato 6 ottobre alle 17,30 nella Cattedrale di san Pietro, per l'imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.E. Mons. Zuppi, sarò ordinato diacono, insieme al mio compagno di classe Lorenzo. Vi invito tutti a partecipare alla celebrazione in cattedrale, è un momento di grande grazia per la nostra dioGiulio e Simone, (in basso a sinistra) con i compagni di seminario cesi e avervi vicino sarà di grande conforto! Vi chiedo, inoltre, di accompagnarmi con la preghiera e di ricordare anche gli altri seminaristi in cammino: Simone, che conoscete bene perché presta servizio in parrocchia, Federico, Davide, Samuele, Andrea, Giacomo, Riccardo e Samuele. Giulio Migliaccio

Assisi 2018: sui passi di San Francesco Lunedì 16 luglio, noi, ragazzi di II e III superiore, siamo partiti per trascorrere una settimana sui luoghi di San Francesco. Ogni giorno abbiamo seguito un itinerario diverso: abbiamo raggiunto e visitato La Verna, Assisi e le sue basiliche, S. Maria degli Angeli, Rivotorto, San Damiano e l'Eremo delle Carceri. In ognuno di questi luoghi, abbiamo avuto l'occasione di ascoltare le catechesi e le testimonianze di suore e frati che hanno deciso di vivere secondo i principi di San Francesco. Rispetto alle passate esperienze, questo campo ha avuto un'impronta più "spirituale" che ci ha dato modo di riflettere, pregare ed imparare ad apprezzare il silenzio e

a viverlo. Uno dei momenti più belli che abbiamo vissuto è stato sicuramente il giorno prima del ritorno dove, arrivati alla Rocca (Assisi), ci siamo raccolti e, a conclusione della Veglia fatta, abbiamo condiviso le nostre sensazioni e pareri sulla settimana appena trascorsa, circondati da un panorama reso ancora più suggestivo dai colori del tramonto. Sicuramente siamo tornati a casa arricchiti dalle parole che ci hanno accompagnato per una settimana e dai bellissimi luoghi raggiunti che ci hanno aiutato a ricostruire e a comprendere meglio la vita di San Francesco. Maria Giulia

VII Decennale Eucaristica Il prossimo 2 dicembre, prima domenica diAvvento, si aprirà l'anno della Decennale Eucaristica. Si tratta di un evento profondamente radicato nella tradizione della Chiesa e del popolo bolognese, e viene comunemente chiamato anche “Festa degliAddobbi”, per via dell'usanza di addobbare le strade lungo cui si snoda la Processione Eucaristica. Ma il significato vero della Decennale è quello di pensare e fare insieme un cammino che aiuti tutti i parrocchiani a fare memoria e a non dimenticare la centralità che l'Eucaristia ha nella vita dei singoli cristiani e dell'intera comunità presente sul territorio. "L'Eucaristia fa la Chiesa", ci dice Papa Francesco. E il nostro Vescovo Matteo, nell'incontro dello scorso 27 aprile con la nostra comunità, aggiunge “Non deve spaventarci la nostra miseria, aver solo cinque pani e due pesci. Offriamo il pane, condividiamolo! Se condividiamo il pane che abbiamo, il Signore lo moltiplica. Condividiamo, facciamo comunione! Facciamo crescere la comunione tra i cristiani.”Per aiutarci a vivere bene la Decennale sono in cantiere alcune iniziative e proposte, e saremo più precisi su questo nel prossimo Bollettino. Intanto possiamo tutti prepararci con la preghiera a vivere questo anno di grazia particolare che è donato alla nostra Comunità perché cresciamo nella Fede, nella Speranza e nella Carità.

Marzo 2018 - agosto 2018 Si sono uniti in matrimonio

Sono stati battezzati Marcimino Noemi CalascibettaAlyssa Vaccari Edoardo Pistone Enea Dimano Samuel Folesani Martina Bandini Matteo Reyes Samantha GardiniAurora Visentin Martina Abate Marco Settebmbrino Francesca Soprana Sveva SopranaAlma Amato Isabella Cassanelli Gabriellla D’Elia Leonardo Mazzoli Elisa Marchese Denise Dell’Osso Federico MontanariAurora Tomesani Marta Tomesani Nicolò

Scevolo Salvatore con Serpa Danila Canelli Matteo con Castellano Carolina Leoni Livio con Simone Rosamaria Mastromarino Mario con Guerra Alessandra Sono tornati alla Casa del Padre Malaguti Andrea (49) Zannini Tonino (49) Rapparini Mauro (77) Barbisan Giulia (91)

Salluce Giuseppe (87) Vandelli Anna (84) Ragone Francesco (75) Caselli Ernesta (88)

Marchesi Elena (79) Paluzzi Enea (89) Manfrinato Antonio (74) Acacci Benito (81) Grossi Lina (93)

Barbieri Remo (85) Maccagnani Ergia (97) Bianchi Giuseppe (71) Ferioli Bruna (87) Malpassi Rosina (96) Coltelli Romano (92)

Chatziparaskevas Komninós (83) Marangon Dina (84)

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