Data Loading...
La Matrix Europea_ Il piano di conquista degli uomini del Bilderberg in Italia ( PDFDrive ) Flipbook PDF
La Matrix Europea_ Il piano di conquista degli uomini del Bilderberg in Italia ( PDFDrive )
111 Views
42 Downloads
FLIP PDF 986.67KB
Francesco Amodeo La Matrix Europea Organizzazioni elitarie hanno dichiarato guerra ai popoli e alle democrazie. L’Unione Europea è il loro quartier generale. L’Euro la loro arma. Il piano di conquista degli uomini del Bilderberg in Italia. Viktor Orban
“Non mi spaventa la violenza dei potenti ma il silenzio degli onesti” Martin Luther King
Dedico questo libro agli onesti che hanno deciso di rompere il silenzio. “Tu sei uno schiavo. Come tutti gli altri sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore, una prigione per la tua mente. Nessuno di noi è in grado purtroppo di descrivere Matrix agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos’è. È la tua ultima occasione: se rinunci, non ne avrai altre. Pillola azzurra: fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai
quanto è profonda la tana del Bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.” Morpheus (Tratto dal film Matrix) Viktor Orban
Inroduzione: “Sono andati via con i carri armati. Sono tornati con le banche.” Viktor Orban Il nuovo campo di battaglia si chiama mercato libero, lo spread è l’ultimatum. Organizzazioni sovranazionali fungono da quartier generale, le banche speculative come droni individuano il bersaglio ed in maniera invisibile lo colpiscono seminando morte e distruzione. Non ci sono soldati che in mimetica si aggirano in fangosi campi ma colletti bianchi che in abiti scuri si riuniscono in hotel di lusso e nelle sfarzose sedi dei potentati finanziari e delle multinazionali. L’esproprio militare diventa cessione di sovranità, il racket imposto alle colonie viene ora chiamato fondo salva stati. L’invasore diventa il supervisore, l’occupazione diventa il commissariamento. I salotti televisivi diventano le piazze dove esporre il nemico a testa in giù.Cosa è rimasto invariato rispetto alle guerre tradizionali? La volontà di conquistare un paese seminando povertà e distruzione ed il disprezzo verso i popoli e la vita altrui per la brama di potere. Un popolo che non capisce che gli è stata dichiarata guerra è un popolo che non si difende, che non si organizza che non si riscatta. L’élite assolutista che aspira a prendere il controllo di unico governo globale ha, invece, già dispiegato i suoi uomini nei punti strategici dei governi nazionali, dell’economia e della vita sociale dei popoli e degli stati a cui vuole sottrarre libertà individuali, dignità, democrazia e autodeterminazione. Ma qual è l’ideologia dominate di chi ha interessi diametralmente
Ma qual è l’ideologia dominate di chi ha interessi diametralmente opposti a quelli dei popoli, degli stati nazione e delle democrazie partecipative? Francesco Amodeo
Di quali organizzazioni si sono dotati gli oligarchi per portare avanti il loro piano di spoliazione delle sovranità? Che prove abbiamo per dimostrare che i popoli europei sono stati messi sotto assedio e i governi esautorati da chi vuole inesorabilmente sostituire le democrazie con delle sinarchie? La prima cosa da fare, per non lasciare spazio a chi vorrebbe ridurre il tutto ad una teoria del complotto, è quella di individuare quali sono le organizzazioni di facciata di cui essi si sono dotati per attuare il loro piano di conquista, ossia quelle organizzazioni, che seppur censurate dai media e sconosciute ai più, hanno una loro tracciabilità ed una documentata influenza sui governi. Dopo aver individuato queste organizzazioni, ho esaminato i principali finanziatori e fondatori delle stesse. Di questi ho cercato di rendere chiara, in maniera analitica, l’ideologia che li ha ispirati, estrapolandola dai loro scritti, dalle loro memorie, dalle loro parole e dalle loro azioni fino ad avere un quadro completo di quelli che sono i loro obiettivi e la mission dei loro gruppi. Il risultato evidente è che questi gruppi elitari, indipendentemente dalla regione geografica dove operano e dalla propria specifica sfera d’influenza, hanno tutti i medesimi obiettivi con l’aggra—
vante che questi obiettivi sono intrinsecamente divergenti e conflittuali rispetto agli interessi del resto della popolazione generando così un conflitto tra i pochi e i molti, dove sono i pochi a prevalere sistematicamente portando avanti azioni che mirano esclusivamente alla protezione e alla espansione della loro fortuna e del loro reddito. Molti potrebbero obiettare che sono sempre esistite organizzazioni e gruppi nati per portare avanti gli specifici interessi della propria categoria, anche ai danni della collettivita’, seguendo la spietata logica del profitto. Ed, infatti, non deve essere questo a sorprenderci o a spaventarci. Quello che rende inaccettabile, peri La Matrix Europea
coloso e grave l’operato di queste organizzazioni in particolare e’ il fatto che, nonostante questi gruppi abbiano obiettivi diametralmente opposti alle esigenze della collettività e del bene comune, essi hanno una influenza determinante sui nostri governi e sulle politiche nazionali grazie ai loro fedeli rappresentanti che ricoprono ruoli ai vertici delle maggiori istituzioni politiche, economiche e sociali dei paesi che intendono silenziosamente conquistare. Questo dimostra che il nostro paese è sotto attacco. Un attacco invisibile mirato a destabilizzare intere classi sociali, ad annientare lo stato di diritto, a sterilizzare le democrazie partecipative e ad esautorare i governi per arrivare ad una sistematica e completa spoliazione di sovranità grazie soprattutto alla crisi economica che, quindi, non è superabile in quanto indotta e funzionale agli interessi di chi dirige le scelte di governo. Non userò i termini propri di quelle che vengono definite, spesso
in maniera strumentale, teorie del complotto. Non userò la parola massoneria, che ha troppe sfaccettature, ne il termine occulto, non farò ne illazioni ne supposizioni. L’arroganza del potere di questi personaggi ha fatto si che essi lasciassero ben visibili e palesi le tracce e le prove di quello che può essere considerato il più subdolo piano di conquista contro i popoli e gli stati. Nel corso del libro vi forniro’, invece, una doppia versione dei fatti. Quella ufficiale, ma troppo spesso falsa (pillola azzurra) e quella reale ma completamente censurata (pillola rossa) lasciando a voi la scelta. Buon viaggio. Francesco Amodeo
Le organizzazioni, l’ideologia e il piano di conquista di chi ha dichiarato guerra ai popoli e agli Stati “ Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la “giusta” crisi globale e le nazioni accetteranno il Nuovo Ordine Mondiale.” David Rockefeller
Il Club Bilderberg: Pillola azzurra: è una organizzazione, non ufficiale che ogni anno riunisce per tre giorni a porte chiuse, in un albergo lussuoso, circa centoventi tra gli uomini più potenti del mondo1. Tali riunioni iniziarono nel 1954 e tra gli organizzatori ed i finanziatori si annoverano gli eredi delle dinastie che da sempre governano l’economia e la finanza come i Rockefeller ed i Rothschild. Prendono parte a queste riunioni, quasi del tutto sconosciute all’opinione pubblica, Capi di Stato, esponenti delle Famiglie Reali, i Presidenti del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale e della Federal Riserve, i Presidenti delle cento più potenti corporation del mondo (come Daimler Chrysler, Coca Cola, Bri— tish Petroleum (BP), Chase Manhattan Bank, American Express, Goldman Sachs, Google, Facebook e Microsoft), i Vice Presidenti degli Stati
Goldman Sachs, Google, Facebook e Microsoft), i Vice Presidenti degli Stati Uniti, Direttori della CIA e dell’FBI, Segretari Generali della NATO, senatori americani e membri del Congresso, Primi Ministri europei, vertici della Commissione e del Consiglio Europeo, capi dei partiti di opposizione, capi militari, i maggiori editori e direttori dei principali media del mondo. 1 (http://www.bilderbergmeetings.org/index.php) L’accesso alle riunioni del Bilderberg è impedito a chiunque e i partecipanti sono vincolati al segreto, secondo le regole della controversa Chatam House2 e non risulta, infatti, che i giornalisti presenti abbiano mai riportato un resoconto della riunione. Pillola rossa: E’ tra i più potenti gruppi del mondo; fu ideato dal sacerdote gesuita Joseph Retinger lo stesso che fonderà il Movimento Europeo ai cui vertici ritroviamo tutti i padri fondatori dell’Unione Europea con la collaborazione del Principe olandese Bernardo de Lippe-Biesterfeld, che - come provato da un articolo del Newsweek del 5 Aprile 1976 - aveva in passato svolto attività di spionaggio per le SS naziste nella multinazionale dove lavorava ossia la tedesca IG Farben che operava ad Auschwitz come la più grande industria chimica del mondo utilizzando proprio la manodopera del vicino campo di concentramento dove, tra l’altro, i nazisti usavano il gas nervino prodotto da quella industria stessa, come è emerso durante il processo di Norimberga ai responsabili dell’azienda accusati di genocidio. Il Principe Bernardo, che ammise di essere stato un membro delle SS solo da studente, sarà presidente del Bilderberg fino al 1976 quando diede le dimissioni per lo scandalo Lockhead. 3
Nel 1954 in Olanda, nell’hotel Bilderberg appunto, i due convocano una prima conferenza, e da quel giorno ogni anno il Club Bilderberg continua a riunirsi sempre in un Paese diverso, sempre in un hotel di lusso, sempre lontano da telecamere, orecchie e occhi indiscreti. Gli ospiti cambiano secondo equilibri politici ed economici, ma alcuni rappresentanti delle più potenti famiglie del mondo, come i Rockefeller e i Rotschild generazione dopo generazione non mancano mai. 2 http://www.chathamhouse.org/about-us/chathamhouserule 3 http://it.wikipedia.org/wiki/IG_Farben Stando alle notizie raccolte, la conferenza del Bilderberg sarebbe organizzata da una commissione permanente, detta anche Comitato Direttivo (Steering Committee), della quale fanno parte alcuni membri di circa diciotto nazioni differenti. Alcuni di questi membri fanno parte di un secondo cerchio ancora più chiuso, e formano il Comitato Consultivo (Advisory Committee) del Gruppo. L’Advisory Committee è composto da pochissime personalità, tra le quali in passato spiccavano i nomi di Giovanni Agnelli e David Rockefellerche ne è il Presidente Onorario. Oltre al presidente della Commissione, è prevista la figura di Segretario Generale onorario. Non esiste la figura di membro del Gruppo Bilderberg, perché i membri vengono invitati di volta in volta, ma solo quella di membro della Commissione Permanente (member of the Steering Committee).Esiste anche un gruppo distinto di supervisori. Quando giunge l’invito, generalmente a ridosso della riunione, agli invitati è richiesto di non annunciare pubblicamente
riunione, agli invitati è richiesto di non annunciare pubblicamente la loro partecipazione al meeting, pena l’esclusione dall’incontro. Chi osserva e conosce il Gruppo da parecchi anni afferma che anche la preparazione delle riunioni segue un rituale “curioso”, mirato a tutelare questo ambito di massima riservatezza. L’hotel selezionato viene occupato con qualche giorno di anticipo. Parte del normale personale viene sostituito con personale di fiducia. Un articolo del Times di Londra del 1970 definiva il Bilderberg: “Un gruppo di uomini, tra i più ricchi ed economicamente e politicamente più potenti e influenti del mondo occidentale, che si riunisce segretamente per pianificare degli eventi, che successivamente appariranno come casuali”. Sulla stessa linea le dichiarazioni dell’editore del “ Observer”, Will Hutton che nel 1998 ha scritto che
l’evento: “E’uno degli incontri chiave dell’anno… quanto vi viene concordato è la base cui le politiche mondiali si conformano”. Secondo il maggior esperto mondiale del Gruppo, lo scrittore russo Daniel Estulin ex collaboratore del Kgb da me intervistato in Svizzera in esclusiva:“ Il Club è stato il mezzo usato da una élite politica e finanziaria per promuovere il controllo dei governi sovrani. Inizialmente finanziato dalla Cia, il Bilderberg è un’organizzazione che si trova ad un livello intermedio, e serve per smistare le informazioni e le decisioni prese segretamente a livelli più alti. Per questo i partecipanti cambiano spesso, perché le informazioni vanno passate di volta in volta a chi è nella posizione di poterle mettere in pratica. L’idea dietro tutte queste organizzazioni è quella di distruggere gli stati nazionali per creare un governo unico che funzioni come una multinazionale.” Viene da chiedersi: perché politici ed amministratori della cosa pubblica - che in tale consesso dovrebbero partecipare per discutere temi di interesse pubblico - aderiscono a tali regole di “massima riservatezza” e non rendono note le loro discussioni con alcuni degli uomini più potenti ed influenti della terra? Non sarebbe opportuno sapere cosa accada con precisione a quelle riunioni, se esistono diversi “livelli di incontro” (il pubblico ed il segreto/riservato) e tra chi? Non sarebbe utile sapere con quali criteri vengano scelti di anno in anno i rappresentanti della politica e della pubblica amministrazione destinati a parteciparvi? Perché i centoventi partecipanti giungono alla sede della riunione dalle varie parti del mondo così tanto riservatamente, vengono
poi accompagnati alla sede prescelta in berline dai vetri oscurati, senza che normalmente la stampa del rispettivo paese faccia cenno alla partenza dei propri rappresentanti per una riunione con personaggi di tale calibro? Perché i principali quotidiani alla voce “notizie dall’estero” nei giorni in cui la riunione è in corso non riportano la notizia, anche se nell’incontro vi sono personalità che ricoprono i massimi ruoli nell’ambito della politica o delle pubbliche amministrazioni? Tutto viene mantenuto nel silenzio e nel riserbo più assoluto, ed in TV la parola Bilderberg normalmente non è nominata, anche se la cronaca dovrebbe necessariamente interessarsene, non trattandosi di una riunione tra soggetti di poco conto, ma tra soggetti pubblici e privati di altissimo spessore dai quali dipende il destino degli uomini e dei Paesi. La giustificazione ufficiale sulla segretezza degli incontri - ossia quella secondo cui gli invitati dovrebbero sentirsi a proprio agio nell’esprimere liberamente la propria opinione - non appare logica rispetto alla rilevanza pubblica di questi eventi ed al legittimo pubblico interesse a conoscerne il contenuto, nonché gli eventuali accordi presi dai partecipanti. E’ evidente pertanto che, relativamente alle attività in cui sono coinvolte autorità politiche/economiche/amministrative italiane di tale organizzazione transatlantica, non sia opponibile il diritto privatistico alla riservatezza e che sussista il dritto/dovere alla libertà di cronaca e d’informazione dei cittadini, tutelati dall’art. 21 della Costituzione, per l’evidente nesso che lega il pubblico interesse degli argomenti trattati negli incontri all’autorevolissimo livello dei personaggi presenti. Sarebbe lecito sapere se in tali incontri, vengono
personaggi presenti. Sarebbe lecito sapere se in tali incontri, vengono tassativamente rispettati i limiti ed i confini esistenti tra la tutela degli interessi pubblici e la tutela degli interessi privati e se, in quei meeting, i finanzieri più potenti del mondo influenzino le scelte politiche dei futuri ed attuali politici e amministratori pubblici, nell’adozione di misure che tutelino interessi particolari su questioni di rilevanza pubblica. E’, dunque, tutto da verificare l’affermazione (fin troppo generica) che nelle riunioni non si “propongono decisioni” o “stabiliscono posizioni politiche”, contenuta nella presentazione dell’organizzazione nel sito ufficiale perché invece risulta evidente che, in relazione agli argomenti discussi in quelle riunioni, si concretizzino delle “manovre” nei governi e sui mercati. Del resto i membri del Bilderberg gestiscono le banche centrali, quindi sono nella posizione di poter stabilire i tassi d’interesse, i livelli di emissione della moneta, il costo del denaro, quello dell’oro e la quantità di prestiti da erogare a un determinato Paese, come denunciato in passato dal pool di legali del Comitato Italiano Popolo Sovrano, e dall’avvocato Alfonso Luigi Marra insieme all’europarlamentare Mario Borghezio. Ecco perché è lecito sospettare che la partecipazione ai summit possa implicare una sorta di “sottomissione” dei soggetti che hanno il potere di incidere direttamente sulla sovranità politica e monetaria delle libere nazioni europee ad una élite mondialista, di cui alcuni membri hanno espressamente dichiarato che occorre creare un “Governo Unico Mondiale”, che sostituisca le democrazie. Questo dato diventa inquietante se si analizzano le “coincidenze” che legano la partecipazione degli invitati al Bilderberg ed i loro improvvisi scatti di carriera, come nel caso di:
- Bill Clinton , che ha partecipato al meeting del 1991, ha vinto le primarie del Partito Democratico, e da oscuro governatore dell’Arkansas è divenuto Presidente degli Stati Uniti nel 1992. - Tony Blair , che ha partecipato al meeting del 1993, è divenuto il leader del Partito Laburista nel luglio del 1994 ed è stato eletto primo ministro nel maggio del 1997. - George Robertson, che ha partecipato al meeting del 1998, è stato nominato Segretario Generale della NATO nell’Agosto del 1999. - Angela Merkel presente alla riunione del Bilderberg che si svolse a maggio del 2005 proprio in Germania divenne poi Cancelliera tedesca a settembre dello stesso anno. Sono membri del Bilderberg anche Barroso, Presidente della Commissione Europea ed il Presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy. - Van Rompuy - come riportato da diversi quotidiani stranieri il 12 novembre 2009, fu invitato dal Visconte Étienne Davignon presidente del Bilderberg ed ex Commissario europeo ad una cena a porte chiuse organizzata dal Gruppo stesso presso il Castello di Val-Duchesse la stessa location dove fu negoziato il Trattato di Roma del 1957 e dove si tenne la prima riunione della Commissione Europea. Il 19 novembre 2009 Van Rompuy fu scelto all’unanimità dal Consiglio europeo per essere il primo presidente permanente del Consiglio europeo, istituzione che determina la direzione politica dell’unione europea. Entrò in carica il 1 ° dicembre 2009 per un mandato di 2 anni e mezzo. Nel marzo 2012 il Consiglio europeo ha scelto di confermare Van Rompuy per un
il Consiglio europeo ha scelto di confermare Van Rompuy per un secondo mandato di 2 anni e mezzo. - Christine Lagarde:Partecipa al Bilderberg nel 2009 e nel 2011 diventa direttrice del Fondo Monetario Internazionale. Da notare che con lei nel 2009 c’era anche Mario Draghi che, sempre nel 2011, diventerà Presidente della Banca Centrale Europea. In pratica i due, che hanno preso parte allo stesso meeting, arriveranno ai vertici delle maggiori istituzioni economiche che formano la Troika nello stesso momento. Per quanto riguarda la partecipazione dei membri italiani la situazione non cambia: - Romano Prodi, che è stato membro del Consiglio Direttivo del Gruppo Bilderberg ha partecipato ai meeting, ed in seguito ha ricevuto l’incarico di Presidente della Commissione Europea. Egli è stato due volte Presidente del Consiglio in Italia, l’ultima volta dal 2006 al 2008, quando ricevette l’incarico dal Presidente Giorgio Napolitano, come poi accadrà sia a Mario Monti che ad Enrico Letta (membri del Bilderberg). - Emma Bonino, che ha partecipato nel 1998 come membro della Commissione Europea. Nel giugno 1999 ha partecipato alle elezioni europee con una lista che portava il suo nome, e ha ottenuto uno storico 8,5% dei voti, diventando la quarta forza politica nazionale. Tale risultato non è mai stato raggiunto in seguito. Nel 2013, anche se il suo partito alle elezione neppure ha raggiunto
2013, anche se il suo partito alle elezione neppure ha raggiunto lo 0,20%, la Bonino è stata scelta da Enrico Letta - membro del Bilderberg e precedente Presidente del Consiglio - come ministro degli Affari Esteri, pertanto è stata posta alla direzione di uno dei ministeri della Repubblica di maggior prestigio. - Renato Ruggiero (scomparso nel 2013), che era stato presente alla riunione nel 2000 come Vicepresidente del Fondo d’investimento Schröder, e nel 2001 è poi diventato ministro degli Esteri nel secondo Governo Berlusconi. Curiosamente tra il 2006 ed il 2008 lo stesso Ruggiero ha ricoperto l’incarico di consigliere per la Costituzione Europea su incarico del Presidente del Consiglio Romano Prodi. - Giulio Tremonti, che ha partecipato al Bilderberg nel 2000, e nel 2001 è divenuto Ministro dell’Economia e delle Finanze del Governo Berlusconi fino al 2004. Tremonti ha partecipato di nuovo al Bilderberg nel 2004, questa volta insieme a lui c’era anche Domenico Siniscalco. - Domenico Siniscalco che sostituirà Tremonti quando questi fu costretto alle dimissioni come ministro dell’Economia (in pratica si sarebbe realizzata un’alternanza al Ministero proprio tra i due uomini che qualche mese prima avevano partecipato insieme alla riunione del Bilderberg). - Giulio Tremonti nel 2005 - divenuto vicepresidente del consiglio del terzo
Governo Berlusconi - sostituirà a sua volta Domenico Siniscalco, sempre al ministero dell’Economia. - Giulio Tremonti lasciò l’incarico il successivo 8 maggio 2006, pochi giorni prima della fine della legislatura. Nel 2006 e nel 2007 è tornato al Bilderberg come vicepresidente della Camera dei Deputati, e nel 2008 è diventato - per la quarta volta - Ministro dell’Economia del IV Governo Berlusconi, incarico che ricoprirà fino al 2011, anno della sua ultima partecipazione al Bilderberg. È da notare che lo stesso Tremonti, in un suo intervento televisivo ad Annozero, ha denunciato come causa della crisi la presenza degli “Illuminati” (banchieri che comandano il mondo) anche dietro la politica italiana. - Domenico Siniscalco, invece, a maggio del 2005 è tornato alla riunione Bilderberg in Germania. Ad aprile 2006 è diventato managing director e vicepresidente di Morgan Stanley International, una banca d’affari americana i cui vertici sono membri attivi del Gruppo Bilderberg. - Tommaso Padoa Schioppa, membro del Gruppo dei 30 negli anni in cui prendeva parte al Bilderberg, è diventato ministro dell’Economia dal 2006 al 2008. - Ignazio Visco ha partecipato al Bilderberg nel 2004, e nel 2007 è divenuto vicedirettore della Banca d’Italia, che poi sarà chiamato a governare. - Mario Draghi, membro del Gruppo dei 30, ha partecipato all’ultima riunione del Bilderberg nel 2009 e nel 2011 è stato scelto come
all’ultima riunione del Bilderberg nel 2009 e nel 2011 è stato scelto come governatore della Banca Centrale Europea. - Mario Monti nel giugno 2011 ha partecipato come membro del Comitato Direttivo del Bilderberg, ed a novembre del 2011 è stato scelto dal Presidente Giorgio Napolitano come Presidente del Consiglio del Governo tecnico. - Corrado Passera ha partecipato a diverse riunioni del Gruppo Bilderberg e riceverà un doppio incarico di Ministro da Mario Monti. Egli consegnò un programma di Governo al Presidente Giorgio Napolitano prima della caduta del governo Berlusconi. - Enrico Letta è forse la “coincidenza” più curiosa: nel 2012 è stato l’unico politico italiano che ha ricevuto l’invito a partecipare alla riunione del Bilderberg in America, in sostituzione di Mario Monti, che quell’anno non poteva partecipare, essendo Presidente del Consiglio in carica. Nel 2013 proprio Enrico Letta è stato incaricato - sempre dal Presidente Giorgio Napolitano come Presidente Del Consiglio al posto di Mario Monti. Un altro gruppo presente al Bilderberg è quello di persone di spicco in aziende degli “ex monopolisti di Stato”, che rappresentano o hanno rappresentato una grossa fetta del grande capitale italiano. Nel 2001 vi ha partecipato il presidente dell’ENI Gian Maria Gros Pietro, nel 2003 Roberto Poli, e nel 2006, 2010, e 2011 Paolo Scaroni, anch’essi personaggi di spicco dell’ENI. Nel 2003, 2004 e 2005 vi ha partecipato Scaroni con Fulvio Conti, persone di
e 2005 vi ha partecipato Scaroni con Fulvio Conti, persone di spicco dell’ENEL. Fulvio Conti ne era amministratore delegato ed è stato anche vicepresidente di Confindustria nel 2010 e 2012. Inoltre vi hanno partecipato personaggi di spicco delle banche: come Enrico Tommaso Cucchiani e Corrado Passera (presenti in Intesa San Paolo, poi divenuto Unicredit), Alessandro Profumo ( presidente Monte dei Paschi di Siena) e Gabriele Galateri (presente in Mediobanca). Per quanto riguarda i media italiani hanno partecipato alle riunio ni: Ferruccio De Bortoli, CEO di RCS Libri e successivamente Direttore de “Il Sole 24 Ore”, e oggi del “Corriere della Sera”. La maggioranza assoluta del capitale ordinario di RCS Media Group è stata controllata da un Patto di Sindacato siglato tra i maggiori azionisti, e diversi di loro hanno preso parte al Gruppo Bilderberg. Vi è stato Marco Tronchetti-Provera, Presidente della multinazionale italiana Pirelli. Pure presente, anche se in minor misura, Rodolfo de Benedetti, primogenito del più noto Carlo, è stato presente agli incontri del 2003 e 2004, periodo in cui era Amministratore Delegato della CIR (Compagnie Industriali Riu— nite). Egli è consigliere di Amministrazione del Gruppo Editoriale l’Espresso, ovvero uno dei maggiori gruppi editoriali del Paese, attivo anche nel settore radiofonico, televisivo e del digitale
(settimanale “Espresso”, quotidiano “Repubblica” e diciassette quotidiani locali). Ferruccio De Bortoli e Rodolfo De Benedetti nel 2004 hanno partecipato insieme alla riunione del Bilderberg, ma su nessuna delle “loro” testate giornalistiche è apparso un resoconto di quella riunione. Tra coloro che hanno ricoperto incarichi abbiamo anche Gianni Riotta, opinion maker e giornalista del “Corriere della Sera” e de “La Stampa” di Torino, di proprietà della famiglia Agnelli. Riotta è stato poi direttore del TG1 e direttore de “Il Sole 24 Ore”. Egli ha partecipato al Bilderberg nel 2000 e nel 2001, mentre nel 2006 è stato nominato direttore del TG1 e nel 2009 direttore de “Il Sole 24 Ore”. In pratica i direttori del nostro maggiore quotidiano economico (quello che si interessa delle informazioni sul reale stato della nostra economia e sull’andamento dei mercati, che ha quindi il compito di informarci sulle insidie dei trattati economici firmati e sulle scelte economiche di chi ci governa) erano presenti alle riunioni del Bilderberg, ma non ci hanno mai raccontato quali fossero le discussioni e le eventuali decisioni intraprese. Vi hanno partecipato anche il giornalista Carlo Rossella, editore de “La Stampa”, e Marco Panara di “Repubblica”, a seguire nel 2012, e nel 2013 la signora Lilli Gruber (che lavorava e lavora in una testata televisiva che, all’epoca, era di proprietà del grande gruppo industriale “Telecom Italia” di Franco Bernabè (rappresentante italiano nel Comitato Direttivo del Bilderberg). Forse siamo stati disattenti, ma non ci risulta che i giornalisti presenti abbiano pubblicato un proprio reportage sugli argomenti e sugli esiti della riunione del Gruppo. Io, insieme al reporter Salvo Mandarà e a due collaboratori, un fotoreporter ed un cameraman, eravamo gli unici italiani a raccogliere immagini e video dall’esterno dell’Hotel Marriott di Copenaghen, dove era in corso la riunione del Bilderberg 2014 e le abbiamo mostrate
Bilderberg 2014 e le abbiamo mostrate per la prima volta in diretta streaming sulla rete. Le immagini che abbiamo filmato e riportato in un video pubblicato su you tube4 sono simili a quelle che abbiamo visto più volte in Tv in occasione del G7 o del G20 e che tutti i media mondiali documentano normalmente. Cecchini sui tetti, spiegamento di polizia ad ogni angolo delle strade, manifestanti fatti allontanare con la forza, auto blindate, elicotteri che sorvolano la location, sommozzatori militari che pattugliano le acque adiacenti. Ma queste nostre immagini, invece, nessuno le ha trasmesse. Siamo riusciti solo ad ottenere che Gianluigi Paragone, invitandoci in studio, ne man— dasse in onda qualche estratto a La Gabbia5 censurando però, per intero, il racconto che accompagnava le immagini con le prove schiaccianti del golpe del 2011 in Italia. Di quel meeting tra i 120 uomini più importanti del mondo, nessun altro media ne ha parlato. Eppure il fotoreporter che era con noi ha fotografato l’entrata nell’hotel di Monica Maggioni, la direttrice di Rai news 24. Che ci faceva a quel meeting una giornalista della nostra Tv di stato? Com’è possibile che nel suo programma di notizie non ha mai fatto accenno a quella riunione nonostante l’importanza dei personaggi da lei incontrati in quella sede e dei temi trattati di interesse pubblico? Cosa giustifica la sua partecipazione ad un incontro con i big del pianeta per tre giorni in un hotel di lusso? Perché tanta segretezza anche da parte dei giornalisti della Rai? E’ evidente che in quella sede si prendono decisioni che hanno
E’ evidente che in quella sede si prendono decisioni che hanno un forte impatto sulle scelte di governo, scelte che favoriscono le lobbies della finanza speculativa, i cui interessi, sono in palese contrapposizione con gli interessi dei popoli e degli stati nazionali. Ma questa volta la mancanza di notizie è resa ancora più grave dalla partecipazione della rappresentante del servizio pubblico. Il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico, infatti, su pressioni della rete, ha chiesto chiarimenti ufficiali. Ma la risposta pervenuta dalla Rai è inaccettabile. I dirigenti, infatti, si sono limitati a dichiarare che la partecipazione della loro dipendente al Bilderberg “costituisce elemento di prestigio per 4 https://www.youtube.com/watch?v=dcsrkiNJSkA 5 https://www.youtube.com/watch?v=T1rhiXFRajA l’azienda stessa”6Allora la domanda sorge spontanea: Ma se lo ritengono un elemento di prestigio, perché hanno censurato e nascosto la notizia della sua partecipazione? E’ da notare anche : - la “coincidenza” che i Ministri della nostra Repubblica, soprattutto quelli dell’Economia prima di ricevere il loro incarico, sono “passati” al Bilderberg. - la “coincidenza” tra l’invito al Bilderberg e la successiva entrata nel top management di banche internazionali (Goldman Sachs, Morgan Stanley, J.P. Morgan, Rothschild, Schröder), casualmente interne al network del Bilderberg. Bernabè e Scaroni per esempio
interne al network del Bilderberg. Bernabè e Scaroni per esempio passeranno entrambi dal Bilderberg alla Rotschild, mentre per la Goldman Sachs sono passati Monti e Prodi. - la coincidenza che quasi tutti i membri del Bilderberg siano anche membri dell’Aspen Institute sempre voluta da David Rockefeller e che può essere considerata una sorta di filiale del Bilderberg stesso. Ai vertici di questa organizzazione in Italia troviamo Giulio Tremonti, come Presidente ed Enrico Letta che ne è stato Vicepresidente a palese dimostrazione che in questi gruppi la fin— ta dicotomia destra/sinistra tanto sbandierata nei salotti televisivi e nei teatrini della politica scompaia totalmente, dovendo questi politici, fare fronte comune per portare avanti gli esclusivi interessi dei poteri forti che li manovrano. 6 http://www.ilgiornale.it/news/interni/monica-maggioni-allincontro-bilderbergrai-prestigioso-1032717.html
La Comissione Trilaterale Pillola azzurra: La Commissione Trilaterale, è un gruppo di studio (think thank) non governativo e non partitico fondato il 23 giugno 1973 per iniziativa di David Rockefeller, presidente della Chase Manhattan Bank, e di altri dirigenti e notabili, tra cui Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski.7 La Trilaterale conta più di trecento membri (uomini d’affari, politici, intellettuali) prove— nienti dall’Europa, dal Giappone e dall’America Settentironale e ha l’obiettivo di promuovere una cooperazione più stretta tra
e ha l’obiettivo di promuovere una cooperazione più stretta tra queste tre aree (di qui il nome). Ha la sua sede sociale a New York. Tra gli scopi che la commissione si propone c’è quello di facilitare la cooperazione internazionale nella convinzione della crescente interdipendenza tra gli Stati. Pillola rossa: Sono gli anni 70, quando un gruppo di uomini potenti, americani, europei e giapponesi decidono che alla parola “politica” dovesse essere sostituita la parola “tecnocrazia”. È questo principio che scandisce la nascita della Commissione Trilaterale, un’organizzazione nata per rappresentare gli obiettivi dei potenti d’Europa, Giappone e America settentrionale e per ridisegnare il futuro del mondo politico e non solo. Fu nel Bilderberg del 1972 che Rockefeller, su suggerimento di Brzezinsky, che vedeva la necessità di far nascere un movimento
Brzezinsky, che vedeva la necessità di far nascere un movimento che avesse come scopo principale quello di limitare le sovranità nazionali, propose a Kissinger di istituire la Commissione Trilaterale. “Il vero obiettivo della Trilaterale è di esercitare una pressione politica concertata sui governi delle nazioni industrializzate, per portarle a sottomettersi alla loro strategia globale.” E’ così che il famoso scrittore francese Jaques Bordiot ha ri assunto le idee della Commissione, definita, invece, dal suo ideatore Brzezinski: “Il gruppo delle potenze intellettuali e 7 www.trilateral.org finanziarie più forti che il mondo abbia mai conosciuto”. Lo stesso che affermò che: “Oggi siamo di nuovo testimoni dell’emergere di una élite transnazionale [i cui] legami oltrepassano i confini nazionali. È probabile che tra non molto le élite della maggior parte dei paesi avanzati saranno estremamente internazionaliste o globaliste nello spirito e nelle prospettive. Lo stato-nazione sta gradualmente cedendo la sua sovranità.” Brzezinski nel suo libro del 1971 “Tra due età: il ruolo degli Stati Uniti nell’era tecnotronica” arrivò anche a scrivere che: “ La Nazione-Stato come unità fondamentale della vita dell’uomo organizzata ha cessato di essere la principale forza creativa: Le banche internazionali e le corporazioni transnazionali sono ‘ora’ attori e pianificatori nei termini in cui un tempo erano attribuiti i concetti politici di stato-nazione”. Egli è stato un controverso Consigliere per la Sicurezza nazionale
Egli è stato un controverso Consigliere per la Sicurezza nazionale e fermo sostenitore del totalitarismo, non solo inteso come controllo totale della politica, ma anche delle coscienze individuali e delle masse e le sue parole dimostrano che le idee della Commissione rappresentano l’orientamento ideologico che incarna il punto di vista sovranazionale delle società multinazionali, che cerca di subordinare le politiche territoriali a fini economici non territoriali e negli interessi delle élite. La Commissione Trilaterale ha la struttura di un Parlamento glo bale, ma i membri non sono eletti da nessuno, sono solo invitati. Banchieri, politici, industriali, capi delle multinazionali, accademici ed editori importanti non hanno mai smesso di riunirsi una volta all’anno. I tre gruppi, o sezioni, in cui è articolata la Commissione (Europa, Nord America e Asia-Pacifico, con sedi rispettivamente a Parigi, Washington e Tokyo) sono dotati ciascuno di una propria presidenza, di un proprio ufficio e godono di una propria autonomia gestionale; solo i programmi delle Riunioni Plenarie e i Rapporti vengono gestiti su base unitaria. La struttura della Trilateral Commission comprende un Comitato Esecutivo (Executive Committee), composto da circa 40 membri suddivisi fra le tre regioni per definire temi e programmi e le linee generali di attività, e un Comitato di Presidenza (Chairmen’s Meeting) che ha responsabilità gestionali e direttive ed è composto dai tre presidenti di area, dai vice presidenti e dai tre direttori.
La prima riunione della Commissione si tenne a Tokyo nell’otto bre del 1973 e fu stabilito un programma di lavori per il triennio 1974-76. Da allora, l’associazione ha continuato la propria attività sulla base di programmi triennali, riunendosi in sessioni plenarie per discutere manifesti politici sviluppati dai loro membri. Le politiche si dibattono fino a raggiungere i consensi. I rispettivi membri ritornano poi ai loro paesi per l’attuazione delle politiche concordate, coerentemente a quanto deciso in quelle organizzazioni. In questo modo hanno veicolato il capitalismo verso il cosiddetto ultraliberismo. Sin dall’inizio il loro intento era quello di creare un nuovo ordine economico internazionale, e per riuscirci elaborarono il concetto di “tecnocrazia” come mezzo per controllare la società, sostituendolo sempre più al concetto di politica come dovrebbe essere inteso nelle nostre democrazie. Sono convinti che non ci sia più bisogno dello Stato, così come lo si è inteso per centinaia di anni, e quindi agiscono per poter eliminare il concetto di sovranità nazionale e di autodeterminazione degli Stati. Già alla fine degli anni 70 l’analisi della crisi globale da parte del la Commissione Trilaterale imputava le cause alla troppa democrazia ed ai troppi poteri del Parlamento. I membri della Commissione sono convinti che l’eccessiva partecipazione democratica sia un male, e che i popoli vadano tenuti all’oscuro: infatti, la Commissione stessa è nata dalla volontà dichiarata proprio da David Rockefellerdi superare quelli che lui definisce “lenti
e farraginosi processi di discussione parlamentare”, e per stabilire processi decisionali che scavalchino le decisioni delle assemblee istituzionali. Il fulcro di questo pensiero è stato riassunto in un rapporto del 1975 dal titolo: “La crisi della democrazia”, pubblicato in Italia con la prefazione di Gianni Agnelli firmato da Michel Crozier, Samuel Huntington e Joji Watanuki ad hoc per la Trilaterale. Osservando le condizioni politiche di Stati Uniti, Europa e Giappone, il documento, divenuto successivamente un libro, dimostra come i problemi di governance derivino secondo gli autori “dall’eccesso della democrazia”. L’obiettivo evidente è quello di riportare il dominio delle elite sui cittadini. Ecco alcune frasi tratte dal documento in questione dove questa assurda ideologia, che investirà i governi europei ed in particolare quello italiano, si evince chiaramente:. “Il funzionamento efficace di un sistema democratico necessita di un livello di apatia da parte di individui e gruppi. In passato ogni società democratica ha avuto una popolazione di dimensioni va— riabili che stava ai margini, che non partecipava alla politica. Ciò è intrinsecamente antidemocratico, ma è stato anche uno dei fattori che ha permesso alla democrazia di funzionare bene. “Curare la democrazia con ancor più democrazia è come aggiungere benzina al fuoco”. “La democrazia è solo una delle fonti dell’autorità e non è neppure sempre applicabile. In alcuni casi si può mettere da parte la legittimazione democratica.”
Basta andare a pagina 161 del Trattato8 per trovare la lista di quelli che dovrebbero essere considerati i diritti fondamentali di una democrazia e che gli autori invece inseriscono in un capitolo dal titolo: “Le disfunzioni della democrazia” dove viene messa in discussione la ricerca dell’eguaglianza e del valore dell’individuo, l’espansione della partecipazione alla politica, la com 8 http://www.trilateral.org/download/doc/crisis_of_democracy.pdf petizione politica essenziale alla democrazia, l’attenzione che il governo dà all’elettorato e alle pressioni dalla società. Tra gli autori di questo rapporto ricordiamo che Huntington è anche autore del libro ”Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale” dove dichiara che: “L’Occidente non ha conquistato il mondo con la superiorità delle sue idee, dei suoi valori o della sua religione ma attraverso la sua superiorità nell’uso della violenza organizzata [il potere militare]. Gli occidentali lo dimenti— cano spesso, i non occidentali mai.” Egli insieme a Crozier e Watanuki iniziano il dossier ricordan do l’esempio illuminante del Presidente americano Truman, che “era stato in grado di governare il Paese grazie all’aiuto di un piccolo numero di avvocati e di banchieri di Wall Street”. All’interno di questa oligarchia della politica internazionale, le cui riunioni annuali si svolgono in varie città della triade, i temi
vengono dibattuti in una discrezione che nessun media sembra voler disturbare, e quello che alle origini poteva sembrare solo la visione di una ristretta cerchia di super potenti, oggi si è trasformata in una realtà, con un sistema finanziario talmente inter-connesso tra gli stati, che basta che “qualcuno” decida che una nazione vada in crisi per trascinare nel baratro tutte le altre. La prima mossa che fece l’industria bancaria sotto l’amministrazione Clinton– ex membro della Commissione Trilaterale – fu riuscire ad ottenere l’abolizione del Glass-Steagall Act, la legge che dopo la forte crisi del 1929 regolamentava il sistema bancario americano, e che vedeva da una parte le banche commerciali, con le attività commerciali tradizionali garantite dallo stato, e dall’altro lato le banche d’affari con attività speculative. Venne quindi lasciato al mercato l’incarico di regolare tutto, così che le banche di tutto il mondo si misero a fare ogni genere di cosa, dalla raccolta del risparmio alle speculazioni, acquisti e vendita di titoli di debito. Voi pensate davvero, che chi proviene da organizzazioni che portano avanti questo tipo di idee e che condividono l’ideologia racchiusa nei manifesti che abbiamo visto, porterebbero avanti gli interessi dei popoli e delle democrazie se arrivassero al Governo? Nel 2012 per la prima volta due membri della Commissione Trilaterale sono diventati nello stesso momento i primi ministri di due nazioni in Europa: Mario Monti in Italia e Papademos in Grecia. Monti è stato il Presidente europeo della Commissione Trilaterale ed è ora Presidente onorario, con il compito di portare avanti le operazioni europee seguendo qualsiasi strategia politica delle Trilaterale, con o senza il consenso del popolo. L’ex Ministro Paolo Cirino Pomicino confessò in Tv, durante una
puntata di Omnibus, che Monti dovrebbe ricordarsi che David Rockefeller pregò più volte Andreotti di entrare a far parte della Commissione Trilaterale: “Ho assistito io stesso ad una di queste telefonate ma Andreotti ha sempre rifiutato sostenendo che una cosa erano le organizzazioni economiche e finanziarie internazionali ed una cosa era la politica nazionale e che i due ambiti non andavano mai mischiati da parte degli uomini di governo. Monti invece lo fece e fu fortemente influenzato nelle sue scelte da questi ambienti internazionali.” 9 La staffetta Monti/Letta al governo, oltre a rappresentare una staffetta tra due membri del Bilderberg che si erano clamorosamente passati il testimone in occasione della riunione del 2012, è stata anche una staffetta tra due membri della Commissione Trilaterale, della quale anche Letta è un membro attivo come lo era stato in passato Romano Prodi, uno dei principali fautori dell’entrata dell’Italia nella dittatura finanziaria nascosta sotto le vesti di Unione Europea. È membro della Trilaterale l’attuale Ministro dello Sviluppo del governo Renzi, Federica Guidi. Proveniva dalla Trilaterale anche il viceministro degli affari esteri Marta Dassù, Direttore Generale per le Attività Internazionali diAspen Institute. La Dassù è stata sottosegretario al ministero degli Affari Esteri nel Governo Monti 9 https://www.youtube.com/watch?v=4vYqwTpNvTI (Bilderberg) e viceministro agli Esteri con la Bonino (Bilderberg) nel Governo Letta (Bilderberg).Questo a testimonianza della continuità
e del radicamento di questi poteri nei nostri governi . E’ membro della Trilaterale, Pierfrancesco Guarguaglini ex Presidente di Finmeccanica, arrestato nel 2014 nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Napoli per fondi neri, associazione a delinquere e corruzione. L’ipotesi investigativa è che la destinazione finale della raccolta fondi era destinata a “sponsor politici”. Il nuovo Presidente di Finmeccanica è Mauro Moretti, uno dei presenti alla “strana” riunione di alcuni membri del Bilderberg che si è svolta nel 2011 a Roma. Queste organizzazioni vogliono la fine degli Stati-nazione, delle sovranità nazionali, come le abbiamo conosciute, e del ruolo dello Stato nella società. Quello che si vuole è un mondo governato dalle banche e dalle corporazioni transnazionali. Una vera e propria dittatura del capitale.
Il Council On Foreign Relations (CFR) ed il Royal Institute on International Affair (RIIA) Pillola azzurra: Nel maggio 1919 si riunì all’Hotel Majestic di Parigi un certo numero di personalità britanniche e americane, delegate alla Conferenza di pace. Questa riunione segnò il punto di partenza per la successiva costituzione sia del “Royal Institute of International Affairs” (RIIA)10, sia del suo omologo americano, il “Council on Foreign Relations” (CFR)11. Il Consiglio sulle Relazioni Estere è un’associazione privata statunitense, apartiti— ca, composta soprattutto da uomini d’affari e leader politici che studiano i problemi globali e giocano un ruolo chiave nella definizione della politica estera degli Usa. È stato fondato nel 1921 e ha sede a New York e Washington, mentre il Riia ha sede a Londra. 10 http://www.chathamhouse.org 11 http://www.cfr.org Pillola rossa: Quasi tutti i membri del governo americano presidenti compresi, provengono puntualmente dal CFR, i cui membri e finanziatori coincidono spesso proprio con quelli del Bilderberg e della Trilaterale, a dimostrazione che è sempre tutto concatenato. Il sistema è unico, l’ideologia è unica, l’obiettivo è unico, ma le varianti possono essere diverse, a seconda del raggio d’azione. Il Cfr guida la politica estera americana e quindi influenza tutto il mondo, così come il RIIA è il braccio esecutivo della monarchia britannica in politica estera. David Rockefeller e la sua dinastia sono il comune denominatore
David Rockefeller e la sua dinastia sono il comune denominatore di tutti questi organismi paralleli. Il Quartiere Generaledel CFR si trova a New York, nella Harold Pratt House, una storica residenza che rappresenta il lascito di un erede della ricchezza della “Standard Oil” dei Rockefeller, Charles Pratt, il quale donò l’edificio nel 1929. Al primo meeting del CFR, si ritrovarono gli appartenenti alla élite più ricca e famosa degli Stati Uniti. Il primo anno, la Fondazione Rockefeller e la Carnegiestanziarono dei finanziamenti per il CFR, che così poté espandersi. Al Presidente Franklin Roosevelt va addossata la responsabilità di avere riempito il Dipartimento di Stato di membri del CFR nel 1940, così che la seguente generazione di membri del CFR si trovò già inserita nei centri del potere. I membri del CFR occupano quasi tutti i posti di potere all’interno della Casa Bianca, com’è successo per esempio con Clinton, ma il CFR annovera anche tra i suoi membri quasi tutti i direttori della CIA. E’ anche capitato spesso che entrambi gli sfidanti alla presidenza degli Stati Uniti fossero membri del CFR, così come lo sono i rappresentanti di tutte le maggiori multinazionali del mondo, come la Monsanto degli OGM. Ci sono stati anche – dal 1947 ad oggi – quattordici Segretari della Difesaappartenenti al CFR, ma anche diversi membri della Corte Suprema e di Segretari del Tesoro, tant’è vero che Gary Allen, nel suo libro The Rockefeller file, ha scritto che «Rockefeller ha trasformato il Dipartimento del Tesoro in una filiale della sua
trasformato il Dipartimento del Tesoro in una filiale della sua Chase Manhattan Bank». Nel 1948, membri del Cfr ebbero un ruolo attivo nell’entourage di Hanry Dexter White, il funzionario del Tesoro che, a Bretton Woods pose le basi per creare il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Nonostante il CFR svolga un ruolo importante nella formazione delle decisioni prese dal Governo, resta sconosciuto a molti cittadini e questo perché nella lista dei suoi membri ci sono i dirigenti di tutti i principali media americani: del New York Times, del Washington Post, del Los Angeles Times, del Wall Street Journal, della NBC, della CBS, della ABC, della FOX, del Time, di Fortune, di Business Week, di U.S. News e di World Report e di molte altre delle principali testate giornalistiche. Uno dei segreti meglio custoditi riguarda l’accordo con cui un gruppo di grandi multinazionali, tutte appartenenti al Bilderberg, alla Trilaterale o al CFR, controlla il flusso mondiale di informazioni, decidendo quello che vediamo in televisione, ascoltiamo alla radio, leggiamo sulle riviste, sui libri o su internet. La veridicità di tutto questo il lettore la riscontra trovandosi per la prima volta alle prese con queste informazioni. Testimoniando davanti alla Commissione del Senato per gli affari esteri il membro del CFR James Warbung disse: “Che lo si voglia o no, noi avremo un governo mondiale. La sola questione che si pone è di sapere se questo governo mondiale sarà stabilito col consenso o con la forza”.
Cosa spaventa di questo Gruppo? Quello che spaventa degli altri gruppi ossia la segretezza delle informazioni e l’ideologia portata avanti dai membri e dai finanziatori, che, anche in questo caso, ritroviamo terribilmente riassunta nella frase del suo fondatore, Edward Mandell House riportata nel libro “Between two ages”: “La popolazione, i governi e le economie di tutti i paesi devono soddisfare le necessità delle banche e delle imprese multinazionali”. Unafrase che oggi ha un inquietante riscontro nella realtà. Edward Mandell House fu il capo consulente del presidente Wilson. Convinse il presidente a siglare il Federal Reserve Act, la più grande truffa di tutti i tempi ai danni del popolo americano, che consegnò, a dei banchieri privati la facoltà di poter creare ed emettere i dollari. Mandell House fu anche il vero architetto della Lega delle Nazioni, poi sostituita dall’ONU, la cui famosa sede di New York verrà edificata su un terreno di proprietà di David Rockefeller a testimonianza che tutto si intreccia sempre. Il Royal Institute of International Affairs (RIIA), ha invece il proprio quartier generale alla Chatham Housein St James’s Square, a Londra. Le regole di segretezza seguite al Bilderberg, alla Trilaterale, all’Aspen e al Cfr provengono tutte dalla Chatam House che prevede che: “Quando un incontro, o parte dello stesso, si tiene sotto la Chatham House Rule, i partecipanti sono liberi di usare le informazioni che ricevono, ma non potranno essere rivelate né l’identità e l’affiliazione degli oratori o di qualsiasi altro partecipante.”
Oggi, Chatham House è una delle maggiori organizzazioni che si occupa delle questioni mondiali, e conduce le sue attività sotto un velo di segretezza. Molto poca attenzione viene dedicata dai media ufficiali all’organizzazione, che è stata al centro della politica britannica per quasi un secolo, forse perché Bbc, Reuters, Bloomberg, Telegraph, Daily Mail, Guardian, Economist, sono tutti membri del RIIA. Raytheon, il ministero della difesa, l’esercito britannico, il Foreign Office, BAE Systems, Chevron, Royal Bank of Scotland, HSBC, il governo scozzese e la Commissione europea sono solo una manciata tra le organizzazioni che pure fanno capo all’Istituto. Chatham House è una delle più influenti organizzazioni connesse alla politica imperialista occidentale, il cui obiettivo principale è la creazione di un impero mondiale anglo-americano-europeo. Il direttore di Chatham House, RobinNiblett, è stato recentemente chiamato a presiedere un nuovo gruppo che consiglierà le future politiche NATO ed ha rivelato l’intima relazione, da sempre esistente tra il RIIA e la NATO, in un discorso recente circa la nuova iniziativa, dichiarando che: “Chatham House è stata coinvolta in dibattiti sul ruolo della NATO fin dalla sua nascita.” Anche la filiale europea di questa organizzazione (l’European Council on Foreign Relations, o ECFR) ha avuto una forte affiliazione con la NATO, tanto che 3 ex-segretari generali NATO sono membri del concilio, compresi Jaap De Hoop Scheffer (2004-2009),
George Robertson (1999-2003) e Javier Solana (1995-1999). Dalle parole dello stesso Niblett pubblicate, sul sito ufficiale, si evince la vera natura dell’organizzazione: “ I veri cambiamenti dell’attuale ordine internazionale - si legge nell’abstract - non verranno dalle potenze affermate o da quelle emergenti, ma da forze globali che vanno oltre il controllo degli stati e anche da entità non statali e gruppi che cercano di minare il processo di globalizzazione che lega tutti gli stati e le società in maniera sempre più stretta”. Sembra una “tradizione” il fatto che i nostri ministri dell’economia vadano a relazionare al Riia,com’è successo con Piercarlo Padoan e come era già successo in passato in più occasioni con Giulio Tremonti. Ma questo non dovrebbe meravigliare dato che l’intero impianto dell’Unione Europea proviene da decisioni prese ed annunciate al Riia e mirate alla costituzione del nuovo ordine mondiale come testimoniato dal discorso indirizzato al Riia dall’allora presidente della Commissione Europea Jaques Delorsnel 1992 (anno della firma del Trattato di Maastricht) ed intitolato proprio “L’Unione Europea ed il Nuovo Ordine Mondiale”12 Non credo che ci sia riferimento più esplicito di questo sui reali obiettivi dell’Unione Europea. Altra testimonianza incontrovertibile a questo proposito è il discorso che proprio Joseph Retinger(fondatore del Bilderberg) tenne al Riia nel 1946 dove per la prima volta venne annunciato
12 http://europa.eu/rapid/press-release_SPEECH-92-81_en.htm il progetto di unificazione europea e di Europa federale.13 Due anni dopo Retinger sarà l’organizzatore del Congresso dell’Aja, la mega conferenza che nel 1948 segnò il punto di partenza che portò alla firma del Trattato di Roma del 1957. Un trattato che, come dichiarò lo stesso presidente del Gruppo, fu ampiamente discusso nella riunione del Bilderberg del 1955. Ora capite da dove proviene realmente il progetto del’Unione Europea? Comincia ad essere chiaro chi l’ha voluta e qual era l’obiettivo finale? Ora capite perché in Europa gli interessi dei popoli stanno cedendo il passo agli interessi delle élite? Era proprio questo l’obiettivo fin dall’inizio. “L’omologo” italiano del Cfr e del Riia si chiama Istituto Affari Internazionali (IAI)14ed ha molto a che fare con l’Unione Europea. Il suo fondatore, Altiero Spinelli è considerato uno dei padri fondatori dell’UE avendo scritto il “Manifesto di Ventotene” nel quale, in quegli anni, teorizzò una federazione europea. Non meraviglia il fatto che fu definito un “socialista-tecnocrate votato a un europeismo oligarchico”. Fu, infatti, membro del Bilderberg ed è proprio dal Bilderberg e dalle altre organizzazioni elitarie fondate dal duo Rockefeller/kissinger che provenivano i vertici dello IAI fondato l’11 Ottobre del 1965. Tra questi Carlo Azeglio
Ciampi,da membro Bilderberg a Presidente Onorario Iai, Stefano Silvestridal Direttivo Bilderberg alla Presidenza dello IAI; Renato Ruggiero dal Direttivo del Bilderberg al Comitato dei Garanti dello IAI; Cesare Merlini dalla Commissione Trilaterale alla Presidenza del Comitato dei Garanti dello IAI e Francesco Guarguaglini dalla Commissione Trilaterale al Comitato dei Garanti dello IAI (al carcere per la questione fondi neri in Finmeccanica). Tra i soci individuali spiccano i soliti nomi già trovati nelle liste delle altre organizzazioni da Giuliano Amato(Aspen) a Franco Bernabè(Direttivo Bilderberg; Rotschild); Giorgio Napolitano (Aspen); Corrado Passera (Bilderberg); Monica Maggioni(Trilaterale; Bilderberg); Padoa Schioppa (Bilder13 http://bilderberg2013.co.uk/jozef-retinger/ 14 http://www.iai.it/index_it.asp berg, Trilaterale; Gruppo dei 30). Lo IAI ha anche organizzato diversi incontri gemellando proprio con la Chatham House. Non meraviglia vedere il nostro padre fondatore dell’Europa di che ambienti elitari si circondava? soprattutto se oggi ci dicono che ha lavorato per una Europa dei popoli. Quale popoli? Se abbiamo visto che in quelle organizzazioni c’è gente che li disprezza i popoli. Ma questo non deve meravigliarci, pensate che la figlia, Barbara Spinelli, che lo sostituirà alle riunioni del Bilderberg, accettando di chiudersi per tre giorni in un albergo con i più spietati membri del capitalismo speculativo, si è appena fatta eleggere alle europee nella lista Tsipras della sinistra radicale ossia di quelli che dovrebbero rappresentare le classi più deboli, i lavoratori, i precari, i disoccupati e che dovrebbero opporsi con tutte le loro
loro forze al capitalismo, al potere delle élite e alla finanza speculativa e che hanno promesso agli elettori di “dichiarare guerra” a questa Europa anti democratica. Lei, Barbara Spinelli moglie del defunto Tommaso Padoa Schioppa espressione massima delle élite sovranazionali antidemocratiche, presente nel Direttivo di quasi tutte le organizzazioni dei demoni della finanza dal Bilderberg alla Trilaterale all’Aspen ed unico italiano, insieme a Draghi, ad essere presente addirittura nel Gruppo dei 30, ossia quel Gruppo che ha promosso i derivati che come “armi di distruzione di massa” hanno “raso al suolo” intere schiere di lavoratori e di aziende. Sono questi i nuovi comunisti italiani. Poveri popoli. Poveri lavoratori.
Il Gruppo dei 30 “L’Europa non nasce da un movimento democratico. E’nata seguendo un metodo che potremmo definire con il termine di dispotismo illuminato” Tommaso Padoa Schioppa Membro del Gruppo dei 30 Pillola azzurra: Organizzazione internazionale senza scopi di lucro composta da finanzieri e accademici, creata alla fine degli anni 1970 su iniziativa di J.D. Rockefeller della Rockefeller Foundation, con l’obiettivo di analizzare le questioni economiche e finanziarie e di esaminare quegli aspetti collegati in particolare
e finanziarie e di esaminare quegli aspetti collegati in particolare allo scambio di valute, ai mercati di capitali e alle banche centrali. Ha sede a Washington e si riunisce annualmente in forma plenaria. Pillola rossa: Senza dubbio una delle lobby più potenti del mondo nata per portare avanti gli interessi privati della finanza mondiale influenzando sia il banking pubblico che privato. Quando il gruppo si presenta al pubblico, di solito è Jacob Frenkel da JP Morgan Chase International, che agisce come suo portavoce. Come scrive Eleni Tsingou nel suo completo lavoro accademico sul Gruppo dei 30: “Si può dire che la sua attività si divide in due parti. Un lavoro pubblico che si manifesta attraverso la pubbli— cazione di rapporti e poi ci sono gli incontri confidenziali tra i suoi membri che, di fatto, lo connotano come un club esclusivo. Il Gruppo, non solo ha legittimato il coinvolgimento del settore privato nelle politiche di Stato, ma ha anche permesso all’interesse privato di divenire il cuore delle decisioni di politica finanziaria. Questo perché molti dei suoi membri sono proprio quei politici che il Gruppo mira a convincere”. Il Gruppo, infatti, come fa notare il
giornalista d’inchiesta Paolo Barnard15: “E’formato quasi esclusivamente da uomini che hanno lavorato con la mano destra nella speculazione finanziaria, e con la 15 http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=379 sinistra nella regolamentazione statale della stessa, o vice ver sa” generando il più assurdo e pericoloso conflitto d’interessi nell’ambito del mondo bancario e finanziario. Per questo motivo Mario Draghi è finito giustamente nel mirino della Corporate Europe Observatory (Ceo) una organizzazione non governativa che monitorizza l’influenza dei poteri forti sul processo legislati— vo dell’UE che ha presentato una denuncia al Mediatore europeo in quanto vedeva nell’appartenenza di Draghi al G30, che riunisce i leader del settore finanziario pubblico e privato, un chiaro e dannoso conflitto d’interessi.16 Un rischio che, secondo la Ceo, rischia di diventare ancora più allarmante visti i maggiori poteri che l’Eurotower sta acquisendo in tema di sorveglianza bancaria e di acquisto di bond nazionali sul mercato secondario. “Dear Mr. Draghi si dimetta o lasci il Gruppo dei 30” , aveva scritto il presidente del Ceo Kenneth Haar citando le norme in materia di indipendenza della Bce. L’articolo 130 del trattato Ue, recita infatti che “nell’esercizio dei poteri e nell’assolvimento dei compiti e dei doveri né la Banca centrale europea, né un membro dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare
dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni, organi, uffici o agenzie, da qualsiasi governo di uno Stato membro o da qualsiasi altro organismo”. Di conseguenza, la Bce e il suo presidente avrebbero l’obbligo di mantenere una distanza adeguata dal settore finanziario privato e dai suoi rappresentanti che sono appunto gli organi che potrebbero esercitare un’influenza indebita sulla banca. Eppure il difensore civico dell’Ue ha “inspiegabilmente” boccia to il ricorso della Corporate Europe Observatory sull’incompatibilità dell’appartenenza di Draghi al Gruppo dei 30 con l’indipendenza, la reputazione e l’integrità della Bce dichiarando che l’appartenenza di Draghi” al Gruppo in questione “è compatibile con il suo ruolo” e va solo resa trasparente sul sito della Bce.17 16 http://corporateeurope.org/eu-crisis/2012/09/draghi-and-group-thirty-intro 17http://europeancentralbank.wordpress.com/2013/02/05/draghi-g30-decisionedel-mediatore-europeo/ Il mediatore europeo in pratica non ha obbligato il Presidente del la Banca Centrale a pubblicare i resoconti della riunione ma solo a dichiarare la sua appartenenza al Gruppo. Da non credere. Ovviamente la Ceo non è d’accordo, essendo ben consapevole del fatto che “creare un’élite pubblico-privata ristretta come il gruppo dei 30 si è dimostrato negli anni un mezzo molto efficace per i giganti della finanza di influenzare il processo legi—
slativo mondiale.” Con l’alto rischio – secondo Kenneth Haar “che la Bce interpreti la sentenza del Mediatore come una carta biancaper lavorare a stretto gomito con lobbisti del calibro dei membri del G30 ”. Purtroppo la realtà ha superato di gran lunga le preoccupazioni del presidente del Ceo, infatti, il G30 è stato molto attivo, dapprima nella stesura dei risultati di Basilea I e II, ossia degli accordi internazionali che a partire dal 1988 stabiliscono i requisiti patrimoniali minimi per gli istituti di credito, in seguito accusati di molte delle calamità nella crisi finanziaria nel 2008. Basta guardare a quanto è stata abbassata l’asticella dei capitali obbligatori, previsto dall’ultimo accordo di questo tipo, Basilea III, per capire come determinati interessi siano stati accontentati. Il G30 svolse poi il ruolo da protagonista nella legislazione internazionale sui derivati che possono essere considerati delle vere e proprie “armi finanziarie di distruzione di massa che hanno infettato quasi tutte le maggiori banche del mondo, e a pioggia
infettato quasi tutte le maggiori banche del mondo, e a pioggia tutto il resto.” Il G30, infatti, pubblicò nel 1993 il primo studio completo sui Derivati OTC, dal titolo: “Derivatives: Practices and Principles”.18Un rapporto in cui si sosteneva che questi prodotti finanziari, altamente volatili, non necessitavano di alcuna legislazione speciale che “la chiave per l’uso dei Derivati è l’autoregolamentazione” e che “le regole statali intrusive e basate sulla legge ne rovinerebbero l’elasticità e impedirebbero l’innovazione in finanza” 18 http://www.group30.org/rpt_29.shtml fino ad arrivare a dichiarare che i controllori avrebbero dovuto “aiutare a rimuovere le incertezze legali dei regolamenti in vigore, e fornire un trattamento fiscale (tasse) favorevole ai Derivati”. Inutile dire che questo rapporto finì sulla scrivania di pezzi da no— vanta della finanza mondiale fungendo da vero e proprio “manua— le delle istruzioni” tracciando le linee guida per gli speculatori, e purtroppo, anche per gli stessi controllori statali delle transazioni finanziarie americani ed europei. Per capire i danni provocati da questa vera e propria campagna promozionale all’uso dei derivati, basta notare che lo studio era stato finanziato con i fondi della mega banca speculativa Jp Morgan della quale ho già avuto modo di rilevare la condotta spietata, se non criminale, adottata sui mercati. I derivati della Jp Morgan invaderanno anche diversi comuni e amministrazioni locali italiane. In tutta Italia, infatti, per far fronte al calo delle entrate e alle spese in aumento molte città hanno comprato swap da JPMorgan.
A Milano, la banca d’affari statunitense e i suoi dipendenti sono sotto processo, insieme con la Deutsche Bank AG (DBK), ed altre con l’accusa di aver ingannato le città spingendole a comprare i contratti nel 2005. Cassino è in ginocchio a causa dei costi crescenti pagati per i derivati della JPMorgan che hanno lasciato la città addirittura incapace di pagare gli asili nido e i servizi per i poveri. Sotto inchiesta per truffa a causa di prodotti derivati di tipo ‘swap’, ritenuti truffaldini, sono finite 15 persone tra cui gli ex vertici di Banca Intesa e quindi Corrado Passeraex ministro dello Sviluppo del governo Monti e membro del Bilderberg e della Trilaterale. Il Gruppo dei 30 fa notare Barnard, fu, in pratica: “ il primario attore nell’annullamento di ogni tentativo di portare questi killer sotto il controllo pubblico, e le conseguenze sono quelle che sappiamo, cioè crimini globali.” Il giornalista, a questo proposito, si domanda “cosa ci fa un uomo pubblico come Mario Draghi dentro il club di coloro che hanno impedito al mondo di fermare la finanza criminale planetaria dei Derivati se Draghi è l’uomo, che al timone della BCE, dovrebbe vigilare proprio su coloro che invece condividono il suo club con intenti criminosi come quelli che si sono sopra descritti.”
LA GOLDMAN SACHS
“Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina.” Henry Ford Pillola azzurra: La Goldman Sachs è una delle più grandi banche d’affari del mondo, che si occupa principalmente di investimenti bancari e azionari, di risparmio gestito e di altri servizi finanziari, prevalentemente con investitori istituzionali (multinazionali, governi e privati).Fondata nel 1869 da Marcus Goldman, un tedesco di origini ebraiche immigrato negli Stati Uniti, la società acquisisce il nome Sachs quando nel 1896 a Marcus Goldman si unisce il genero Samuel Sachs e nello stesso anno viene quotata alla borsa di New York. Pillola rossa: La Goldman Sachs è la più potente banca d’affari americana, che condiziona mercati e governi al punto che, come ha rivelato il trader Alessio Rastani alla Bbc: “i governi non governano il mondo, Goldman Sachs governa il mondo”. Lo fa attraverso il fenomeno conosciuto come revolving doors (in inglese: “porte girevoli”), per cui determinate persone passano da responsabilità pubbliche a ruoli di vario genere all’interno della banca d’affari e viceversa, configurando un pericoloso conflitto di interessi. Gli uomini della Goldman, infatti, hanno ricoperto incarichi importanti nell’amministrazione Usa, arrivando a ruoli di primo piano. Riporto solo alcuni dei casi più clamorosi: Durante l’amministrazione Clinton l’ex direttore generale della Goldman Sachs, Robert Rubin, divenne sottosegretario al Tesoro. Nel 2004, Henry Paulson, amministratore delegato dalla Goldman, fece approvare alla Commissione dei Titoli e Scambi un aumento dei limiti sul rapporto di indebitamento, permettendo alle banche d’investimento di avere ulteriori prestiti da utilizzare
alle banche d’investimento di avere ulteriori prestiti da utilizzare per manovre di speculazione. Il 30 maggio 2006 George Bush lo nominò segretario del Tesoro . Robert Zoellich da dirigente Goldman Sachs a Vicesegretario Usa e poi 11° presidente della Banca Mondiale. Paul Thain da presidente Goldman Sachs nel 2003 a capo del New York Stock Exchange. Joshua Bolten da dirigente Goldman Sachs a capo del Gabinetto della Casa Bianca. Jon Corzineda ex presidente Goldman Sachs a governatore del New Jersey. Nel febbraio 2011, il “Washington Examiner”19 riporta che Goldman Sachs ha intensamente finanziato la campagna presidenziale di Obama del 2008, come dimostrano anche i dati, e che il suo chairman Lloyd Blankfein (che ha dichiarato pubblicamente di svolgere il lavoro di Dio)20 ha visitato la Casa Bianca almeno dieci volte. Obama ha quindi confermato il potere della banca d’affari. Il nuovo presidente della Federal Reserve Bank di New York (principale azionista della Fed) è William Dudley, ex capo economista della Goldman (che nel 2004 sosteneva con forza l’uso dei derivati). Capo dello staff del Segretario del Tesoro Timothy Geithner, è Mark Patterson, ex lobbista della Goldman Sachs. A capo 19 http://www.examiner.com/article/obama-repaying-his-masters-at-goldmansachs 20 http://www.cnbc.com/id/101063280#.
dell’Autorità di vigilanza sugli scambi dei prodotti finanziari (Cfct ) si è insediato Gary Gensler, ex dirigente della Goldman Sachs che aiutò ad abolire la regolarizzazione dei derivati. Altri esempi tra i più eclatanti di persone che hanno avuto ruoli alla Goldman Sachs e poi ai governi e alle banche centrali: Mark Carney , Governatore della Banca del Canada dal 2008 al 2013, quando è divenuto poi Governatore della Bank of England, e presidente del Financial Stability Board dal 2001; ha lavorato per tredici anni alla Goldman Sachs. Lucas Papademos , dalla Goldman Sachs alla vicepresidenza della Banca Centrale alla nomina di Primo Ministro del governo tecnico in Grecia dal 2011 al 2012. Nell’aprile del 2010 i dirigenti della Goldman Sachs furono costretti a testimoniare al Congresso americano: Daniel Sparks, ex capo reparto mutui della Goldman (2006-2008) do-vette riferire su alcune email in cui definiva certe transazioni “affari di merda”. Fabrice Tourre, direttore esecutivo prodotti strutturati della Goldman Sachs vendeva azioni che definiva “cacca”. Llyod Blankfein, presidente di Goldman, e David Viniar, vicepresidente esecutivo, sotto le pressanti domande del senatore Carl Levin furono costretti ad ammettere che sapevano di vendere spazzatura agli ignari investitori. Perché ho voluto inserire una banca nel capitolo sulle organizzazioni e sui gruppi che decidono le sorti dei governi? L’ho fatto per due motivi: sia perchè la Goldman Sachs, come vedremo, è il “braccio armato” di queste organizzazioni sia per il coinvolgimento dei vertici del governo italiano con la controversa banca d’affari americana. Infatti
anche in Italia l’effetto revolving doors è palese: Romano Prodi è stato Advisor Goldman Sachs, prima di tornare all’Iri per privatizzarla e spiccare quindi il volo verso la Presidenza del Consiglio, per ben due volte. Al suo fianco, negli anni, Massimo Tononi,ex funzionario della Goldman Sachs divenuto poi con Prodi, Sottosegretario all’economia tra il 2006 e il 2008; Presidente della Borsa italiana nel 2011 e riconfermato nel 2014 per un altro triennio. Mario Draghi da Vice Presidente Goldman Sachs in Europa a Governatore della banca D’Italia e poi Presidente della Banca centrale Europea. Era alla Goldman proprio nel periodo in cui in America le banche d’affari erano scatenate in manovre speculative e scavavano il baratro finanziario che si è materializzato nel 2008, trascinando dentro il resto del mondo. Possibile che non ne sapesse nulla di queste tendenze il futuro presidente della Bce? Mario Monti , dalla Commissione Europea alla Goldman Sachs alla Presidenza del Consiglio in Italia. Egli è stato International Advisor per Goldman Sachs dal 2005 cioè dall’anno in cui si stava progettando
la crisi economica mondiale. Possibile che non ne sapesse nulla il futuro Presidente del Consiglio italiano? Gianni Lettada membro dell’advisory board di Goldman a Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. “Che cosa hanno in comune Mario Draghi, Mario Monti e Lucas Papademos”21 si domandava infatti, Marc Roche sulle pagine del prestigioso Le Monde. Il corrispondente da Londra del famoso quotidiano francese è anche autore di un libro di rilevo dal titolo: “La Banca. Come Goldman Sachs dirige il mondo”, premiato nel 2010 con il Premio del libro di economia ed è lui a sottoli— neare i rapporti tra l’istituto americano e diversi leader europei. Il nuovo presidente della Banca Centrale Europea, il presidente del Consiglio tecnico designato in Italia e il Primo Ministro designato in Grecia tutti e tre incaricati nei rispettivi ruoli nel novembre del 2011 appartengono a livelli diversi a quello che Roche chiama il “governo Sachs” europeo. 21 http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/11/goldman-sachs-lato-ombradraghi-monti/169987/ Nel 1999 la Grecia non aveva i numeri per entrare nell’euro. Quindi truccò i bilanci. Su “PressEurope” Gabriele Crescente scrive: “Nel 2000 Goldman Sachs International, la filiale britannica della banca d’affari americana, vende al governo socialista
di Costas Simitis uno “swap” in valuta che permette alla Grecia di proteggersi dagli effetti di cambio, trasformando in euro il debito inizialmente emesso in dollari. Lo stratagemma consente ad Atene di iscrivere il “nuovo” debito in euro ed escluderlo dal bilancio facendolo momentaneamente sparire.” Una truffa a tutti gli effetti che porterà poi al tracollo del sistema finanziario greco. Papademos, guarda caso, fu governatore della Banca Centrale el— lenica tra il 1994 e il 2002, quindi partecipò all’operazione di falsificazione dei conti perpetrata da Goldman Sachs. Il gestore del debito greco è un certo Petros Christodoulos, un ex trader della Goldman. In pratica se la cantano e se la suonano, infatti, tra il 2001 e il 2002, quando il colpo alla Grecia e all’Europa, con il debito greco truccato, è stato assestato, Papademos dalla Banca di Grecia passa alla vicepresidenza della Banca Centrale Europea (Bce), sotto Jean-Claude Trichet. In pratica, proprio dopo aver chiuso l’operazione di falsificazione dei conti riceve il ruolo alla banca centrale che come garante dovrebbe vigilare proprio che nessuno falsifichi i conti. Ma non finisce qui. Chi viene scelto per gestire il dopo-accordo con il governo greco? Alla Goldman Sachs va Draghi che poi diventa Governatore della Banca d’Italia e all’inizio di novembre 2011 si ritrovano insieme ad essere di nuovo promossi: Mario Draghi presidente della Bce, Papademos capo del governo greco. La Goldman Sachs, però, qualche anno dopo aver truccato i conti della Grecia, comincia ad attaccare con le
sue manovre speculative proprio il debito greco. Decisione spietata ma occasione irrinunciabile in nome del Dio profitto. E chi è dal 2005 - anno in cui parte la grande operazione internazionale contro la Grecia - l’International advisor per Goldman Sachs? Mario Monti che nel 2011 chiuderà il cerchio ai vertici del governo italiano come Papademos farà in Grecia e Draghi alla Bce. Il secondo canale della televisione pubblica tedesca, ZDF, ha trasmesso un servizio totalmente censurato dai media italiani22 che ha svelato il vero Mario Draghi al pubblico tedesco ricostruendo le tappe principali della carriera di “Supermario”, a partire dalla segreta riunione sul Britannia del 2 giugno 1992 in cui si discusse la strategia delle privatizzazioni con il gotha della finanza londinese. “Sullo yacht della Regina vengono av— viati affari miliardari, dai quali proprio Goldman guadagna parecchio” riferisce l’intervistato Benito Livigni, ex dirigente ENI, che racconta come successivamente le proprietà immobiliari dell’azienda petrolifera vennero svendute, quasi regalate, alla Goldman Sachs e sentenziando che: “Draghi deve la sua carriera proprio ai favori fatti alla grande banca d’affari”. La condotta spietata e truffaldina della Goldman Sachs è però finita nel mirino della Securities and Exchange Commission americana (SEC) che l’ha accusata di aver frodato gli investitori con la vendita di titoli finanziari legati al mercato immobiliare. La società non avrebbe informato i suoi clienti sui rischi di perdita dei titoli, collegati ai mutui subprime (quelli che scateneranno la crisi sui mercati) ed anzi avrebbe speculato contro di loro, per guadagnare dalle loro perdite. Al centro dello scandalo c’è Abacus 2007-AC1, il nome cifrato di un titolo complesso che la banca
rifilava ai propri clienti, anche grandi istituzioni finanziarie internazionali. “Senza dirgli che quel sofisticato congegno era come un aereo progettato per precipitare. I clienti, pur avendo pagato biglietti di prima classe, erano le vittime designate di un disastro. Altri avrebbero intascato i premi sull’assicurazione.” Che Goldman Sachs avesse fatto un gioco sporco durante la crisi, era materia di inchieste sui giornali da molti mesi e come riportato da Repubblica:23“E’stata accusata di conflitti d’interessi durante tutti i sussulti del collasso dei mercati: tra i più importanti c’è la “partita di giro” che ha portato nelle casse di Goldman dei fondi pubblici di Washington destinati al salvataggio del colosso assicurativo Aig (una bancarotta costata fin qui 180 miliardi di 22 http://www.movisol.org/12news238.htm 23 http://www.repubblica.it/economia/2010/04/17/news/rampini_goldman3407899/ dollari al contribuente). C’è lo scandalo dei superbonus: all’u scita dalla grande recessione il suo presidente si è concesso 9 milioni di gratifica, in un’America che per colpa dei banchieri ha visto salire al 10% la sua disoccupazione.”
Le Lobbies di Bruxelles A queste potenti organizzazioni mondiali, che abbiamo esaminato sinora, si uniscono alcune lobbies con sede a Bruxelles che sono quelle che preparano materialmente i trattati e i regolamenti per conto degli oligarchi e che poi trasmettono alle principali istituzioni europee come la Commissione ed il Consiglio che,
Consiglio che, a loro volta, avranno il compito di recepire e fare attuare. Ce ne sarebbero diverse, ma tra le principali vale la pena di menzionare Il Transatlantic Business Dialogue (TABD) che forma, senza dubbio la più ampia e strutturata alleanza tra grandi corporations e Stati; la European Roundtable of Industrialists(ERT) e la Business Europe (BE) perché ci sono le prove che da queste in particolare, provengano i principali trattati che oggi subiamo sulla nostra pelle come il six pack e il fiscal compact. La sua influenza sui processi decisionali ha indotto diversi accademici a definire il TABD come una nuova forma di governance, una commistione poteri pubblici/privati di immense proporzioni. In un summit del TABD che risale al 1998, nei primi anni di vita della lobby, in cui essa portò a casa i più grandi successi, l’allora
della lobby, in cui essa portò a casa i più grandi successi, l’allora Vice presidente degli Stati Uniti, Al Gore, dichiarò rivolgendosi ai presenti: “So che andate orgogliosi del fatto che più del 50% delle vostre raccomandazioni sono state tradotte in legge negli ultimi tre anni(dalla nascita del TABD )”. Nel 2000, Pascal Lamy, attuale direttore generale del WTO (World Trade Organization), allora Commissario UE al Commercio nominato dal suo presidente Romano Prodi, rassicurò gli industriali del TABD che la Commissione “stesse facendo del suo meglio per mettere in pratica le loro raccomandazioni.” In quell’occasione Lamy proseguì elencando una serie di punti sui quali il TABD avrebbe voluto posticipare, indebolire o abolire completamente proposte o leggi esistenti, adottate dai governi, che avevano lo scopo di mettere dei paletti al grande business ed affermò, a tale proposito, che sulla strada della deregolamentazione“sono stati fatti dei grandi progressi”. Un attento esame del sito delle altre due lobbies sopracitate effettuato dal giornalista Matteo Bernabè ha rilevato che: “nel 2002l’European Roundtable of Industrialists chiedeva che le “im— plicazioni dei bilanci nazionali delle politiche di spesa allo stadio della prima ideazione siano controllati al livello della UE”. Nel 2011 arriva il Semestre Europeo che stabilisce che i governi degli Stati nazionali dovranno sottoporre i bilanci nazionali alla Commissione Europea e al Consiglio Europeo nell’aprile di ogni anno per essere esaminati ed eventualmente modificati.
Nel 2010Business Europe chiedeva “un meccanismo forte di costrizione che assicuri obbedienza” da parte degli Stati e “un sistema di penalità graduali e di multe in caso di ripetuta indisciplina nei bilanci nazionali.” Nel 2011 il Preventing Macroeconomic Imbalances delinea le sanzioni a cui gli Stati “disobbedienti” vanno incontro in caso di mancata applicazione delle correzioni indicate dalla Commissione Europea. Nel 2010Business Europe chiedeva “una maggiore flessibilità nelle strutture di contrattazione dei salari” oltre a “un legame più stretto tra l’età pensionabile e l’aspettativa di vita” (aumentare l’età pensionabile). Nel marzo 2011 Business Europe sottolineava “il bisogno di dare un ruolo di primo piano alla Commissione, e di limitare il potere degli Stati membri”. Nel marzo 2011 l’Europact stabilisce la necessità di “riesaminare gli accordi salariali e laddove necessario, il grado di accentramento del processo negoziale”; oltre a imporre ai governi di “allineare l’età pensionabile con l’aspettativa di vita” (nota: hanno usato anche le stesse parole). Inoltre, la sostenibilità delle finanze pubbliche deve essere valutata in base a “regimi pensionistici, assistenza sanitaria e previdenza sociale” (non, per esempio, a spese militari). Nel giugno 2010 e nel marzo 2011 Business Europesuggeriva “la trasposizione di regole sul deficit (pubblico) e sul debito (pubblico) in leggi nazionali”e “barriere al debito
pubblico introdotte nelle leggi nazionali”. Nel marzo 2012 il cosiddetto Fiscal Compact sancisce “l’obbligo di trasporre la regola del pareggio [di bilancio] nel sistema giuridico nazionale a livello costituzionaleo equivalente” (nuovo articolo 81 della Costituzione Italiana entrato in vigore il 17 aprile 2012). Inoltre gli Stati “devono fare rapporto ex-ante (prima, nda) alla Commissione e al Consiglio Europeo sui loro piani di emissione di debito”. Come vedete la staffetta è molto chiara. Nelle loro organizzazioni e riunioni a porte chiuse gli oligarchi decidono cosa è meglio per i loro interessi, trasmettono il tutto alle lobbies di Bruxelles da essi stessi finanziate, le quali provvedono a creare leggi e regolamenti che poi trasferiranno alle istituzioni europee - dove intanto gli oligarchi hanno piazzato i propri membri - sotto forma di “consigli”. Come per incanto questi “consigli” diventeranno leggi vincolanti per la vita di milioni di persone ma a favore degli oligarchi stessi. Nel 2000 l’allora presidente dell’European Roundtable of Indu strialists, Daniel Janssen lo disse chiaramente: “Da una parte stiamo riducendo il potere dello Stato e del settore pubblico con le privatizzazioni e la deregolamentazione(…) Dall’altra stiamo trasferendo molti dei poteri nazionali dagli Stati a una struttura più moderna a livello europeo,24 che aiuta i business internazionali come il nostro”. In un rapporto del Corporate Europe Observatory sull’opera
In un rapporto del Corporate Europe Observatory sull’opera to della ERT si dichiarava che: “Le politiche sociali sono state accantonate – spiega il rapporto ed il processo decisionale 24 http://corporateeurope.org/sv/tags/ert accelerato e privato di un aperto dibattito. Con modalità che sono al servizio del grande business, lasciando inascoltate altre voci”. Inutile dire che queste lobbies sono sotto il controllo dei soliti gruppi. L’ex presidente del Bilderberg, Etienne Davignon è uno dei principali esponenti della European Roundtable of industrialists. La onnipresente Goldman Sachs ha il suo zampino anche qui. Ai vertici della ERT, infatti, troviamo proprio Peter Sutherland, presidente della controversa banca americana, membro del Direttivo del Bilderberg e Presidente europeo della Commissione Trilaterale. Tra i membri italiani, sul sito ufficiale, troviamo gli stessi che troviamo nelle liste del Bilderberg come John Elkann e Rodolfo De Benedetti. Il cerchio ancora una volta si chiude. Alla presidenza della Business Europe, invece, dal 1 Luglio 2013 troviamo Emma Mercegaglia, già presidente della nostra Confindustria e dal 2014 nuovo presidente dell’Eni. Volete scommettere che adesso l’ex Ente Nazionale Idrocarburi verrà completamente privatizzata?
L’Ideologia e il piano di conquista “Avremo un governo mondiale, che vi piaccia o no. La sola questione che si pone è di sapere se questo governo mondiale sarà stabilito
governo mondiale sarà stabilito col consenso o con la forza” James Warburg al Senato degli Stati Uniti Queste organizzazioni sono sorte per volontà di pochi uomini tra i quali spicca il nome di David Rockefeller, magnate tra i più ricchi e influenti del mondo, capo della Jp Morgan Chase e del gruppo che ha registrato la fusione nel 2012 con la potentissima dinastia europea dei Rotschild. La sua banca è accusata di aver causato la crisi sui mercati americani ed è stata costretta a patteggiare un risarcimento di 13 miliardi di dollari per la truffa dei mutui subprime25 ed un altro per aver manipolato il mercato energetico in California e nel Midwest fra il 2010 e il 2011, spacciando centrali elettriche in perdita per incredibili fonti di profitto. Nel 2009, JPMorgan si accordò con la SEC26 per diverse centinaia di milioni di dollari per porre fine a un’indagine sul suo ruolo nella vendita di strumenti derivati che hanno contribuito a spingere Jefferson County, Alabama, a dichiarare la più grande bancarotta nella storia degli Stati Uniti.27 La banca ha pagato 75 milioni di multa e ha dovuto restituire 647 milioni di dollari alla Contea. Una gestione spietata quella della Jp Morgan che in un recente report ha fatto sapere che: “in Europa dobbiamo stracciare le nostre Costituzioni antifasciste”,28 e lo fa con un documento di
16 pagine in cui vengono elencate le modifiche da apportare nell’area euro per riuscire a sopravvivere alla crisi del debito.
25http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/03/jp-morgan-incastrata-per-froderischia-patteggiamento-da-3-miliardi/371080/ 26http://www.sec.gov/News/PressRelease/Detail/PressRelease/1370539819965#.U7stpv2Zig0 27 http://america24.com/news/10-11-11/22419 28http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/19/ricetta-jp-morgan-per-uneuropaintegrata-liberarsi-delle-costituzioni-antifasciste/630787/ Le riforme strutturali più’ urgenti, oltre a quelle politiche, sono secondo la banca quelle in termini di riduzione dei costi del lavoro, di aumento della flessibilità’ e della libertà di licenziare, di privatizzazione, di deregolamentazione, di liberalizzazione dei settori industriali “protetti” dallo stato. Il problema non e’ solo una questione di reticenza fiscale e di incremento della competitiva’ commerciale, stando alla loro spiegazione, bensì’ anche di “eccesso di democrazia” che va assolutamente ridimensionato. L’élite finanziaria internazionale lascia intendere che se i paesi del Sud d’Europa vogliono rimanere aggrappati alla moneta unica devono rassegnarsi a rinunciare alla Costituzione. Rockefeller ha spesso fatto dichiarazioni molto esplicite, come quando ha dichiarato che: “Siamo sull’orlo di una trasformazione globale. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la ‘giusta’ crisi globale e le nazioni accetteranno il Nuovo Ordine Mondiale”. Ed altre che non lasciano dubbi sui suoi intenti: “Alcuni credono che facciamo parte di una cabala segreta che manovra contro gli interessi degli Stati Uniti, definendo me e la mia famiglia come “internazionalisti”, e di cospirare con altri nel
me e la mia famiglia come “internazionalisti”, e di cospirare con altri nel mondo per costruire una più integrata struttura politico-economica globale, un nuovo mondo, se volete. Se questa è l’accusa, mi dichiaro colpevole, e sono orgoglioso di esserlo”. David Rockefeller, nel 1991 dichiarò altresì che: “Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una élite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile alla autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati”. Questa dichiarazione, più di tutte, racchiude il succo dell’ideologia del fondatore e finanziatore del Gruppo, rendendone palesi gli obiettivi. La cosa ancor più grave è che rileggendole oggi, ci si accorge che quanto dichiarato risulta in buona parte già pienamente realizzato grazie alle scelte operate proprio dai membri di queste organizzazioni arrivati a ricoprire incarichi ai vertici dei governi nazionali e dell’Unione europea. Tra i membri più attivi in questi gruppi lobbistici e braccio destro di Rockefeller troviamo l’ex Consigliere per la sicurezza nazionale e Segretario di Stato degli Stati Uniti Henry Kissinger accusato di aver appoggiato diversi colpi di stato, come riferisce Christophe Hitchens nel suo libro “processo ad Henry Kissinger”,29 e come emergerebbe da documenti desecretati dall’amministrazione Clinton relativi al colpo di stato di Pinochet in Cile. Nel suo libro, invece, Daniel Estulin riporta le dichiarazioni di John Coleman, un ex agente dell’intelligence che rivelò che “ l’ex Presidente del Consiglio Aldo Moro fu ucciso perché si opponeva alle politiche pianificate dal Bilderberg per il suo paese. A questo proposito è da ricordare che la moglie del leader della Democrazia Cristiana assassinato ha sempre sostenuto che il marito, “prima di essere ammazzato, aveva ricevuto minacce”, e
l’invito categorico a cambiare politiche proprio da un alto esponente del governo degli Stati Uniti. Dalle dichiarazioni di un intimo collaboratore della vittima, rilasciate al giudice inquirente, si evince che questo politico fosse proprio Henry Kissinger, uno dei padri fondatori di queste organizzazioni prese in esame e insignito con il premio Carlo Magno che viene conferito ai padri fondatori dell’Unione Europea. L’americano Kissinger considerato padre fondatore dell’Unione Europea? ebbene si, prendiamone atto. Anche Ferdinando Imposimato Presidente onorario ag giunto della suprema Corte di Cassazione e giudice istruttore del caso Moro, citando un documento del giudice Alessandrini che fu ucciso ha affermato che il Bilderberg: “Governa il mondo e le democrazie in modo invisibile, in modo da condizionare il loro sviluppo democratico” e che “ in quegli anni è stato responsabile della strategia della tensione ed anche
delle stragi”. A questo punto appare d’obbligo capire se gli autorevolissimi esponenti della nostra politica e della nostra pubblica amministrazione siano informati su queste vicende passate, dato che alcuni 29 http://www.instoria.it/home/henry_kissinger.htm fanno parte da anni del Direttivo del Gruppo, o comunque - pur volendo mettere da parte la dietrologia, che in questo caso appare però molto fondata - come giustifichino la loro presenza in un Gruppo privato, in cui spiccano spietati finanzieri che portano avanti gli interessi della finanza speculativa. Bisognerebbe capire se stavano lì a tutelare gli interessi di noi cittadini oppure se sono stati influenzati nelle loro scelte dagli altri rappresentanti di queste stesse organizzazioni. Ce lo chiediamo perché Mario Monti, Papademos e Draghi provenivano anche dalla Goldman Sachs ed abbiamo visto che ruolo ha svolto tale banca nella crisi rispettivamente in Europa, in Italia e in Grecia. Queste domande esigono delle risposte precise ed esaurienti anche alla luce delle ulteriori inquietanti dichiarazioni fatte in conferenza stampa dallo stesso Mario Monti, membro del Direttivo del Bilderberg, che in linea con l’assurda ideologia del fondatore del Gruppo, ha dichiarato che: “Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi, e di gravi crisi, per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario … È chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività
nazionale, possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto, visibile, conclamata”.30 Lo stesso Monti che citando una frase scritta nelle memorie del padre fondatore dell’Europa, Jean Monnet, disse: “L’Europa sarà costruita passando attraverso le crisi”. Un concetto che avevamo già sentito in passato da Romano Prodi (Direttivo Bilderberg) quando nel 2001, quindi in tempi ben lontani dalla crisi disse che: “Sono sicuro che l’euro ci costringerà a introdurre un nuovo insieme di strumenti di politica economica. Proporli adesso è politicamente impossibile, ma un bel giorno ci sarà una crisi e si creeranno i nuovi strumenti” 30 https://www.youtube.com/watch?v=Fh3rj_XQIlo Perché i membri di questo Gruppo hanno tutti parole così positive nei confronti delle crisi economiche che invece generano povertà e disoccupazione nel resto della popolazione? La risposta è semplice. Sono i fautori di una ideologia chiamata della shock economy “la panacea tattica del capitalismo contemporaneo: approfittarsi di uno stato di shock politico, sociale o economico per effettuare un cambiamento rapido, permanente ed irreversibile nella società”. Una teoria portata avanti da una cerchia di ideologi e professori dell’Università di Chicago detti appunto i Chicago Boys che cominciarono a sviluppare una corrente di pensiero volta a sostenere il mercato come la sola unica
volta a sostenere il mercato come la sola unica religione. I due guru del nuovo movimento anti-stato furono Friederich von Hayek e un suo allievo, Milton Friedman, che diventerà da lì a poco, il primo consulente di Pinochet per le politiche economiche. Lo stesso Pinochet che come abbiamo visto realizzò il colpo di stato ai danni di Allende grazie alla complicità delle élite americane e dello stesso Henry Kissinger. Tutto torna. Dopo aver ottenuto ingenti finanziamenti e dato il via a una rete di Think Thanks con lo scopo di spargere il verbo - come spiegato in un articolo di Tomassetti della Mmt- “sfruttano la prima occasione utile che si presenta loro: il golpe cileno rappresenta uno strumento utile per l’applicazione pratica delle nuove teorie e in breve tempo, la consulenza della scuola monetarista di Friedman si traduce in un programma di privatizzazioni selvagge e deregolamentazione del mercato del lavoro in un paese ancora sotto shock.” E’il segno che la shock economy funziona. Scrive Naomi Klein a tal proposito: “Per più di trent’anni Friedman e i suoi potenti seguaci avevano perfezionato proprio questa strategia:attendere il verificarsi di una grande crisi o di un grande shock, quindi sfruttare le risorse dello Stato per ottenere un guadagno personale, mentre gli abitanti sono ancora disorientati, e poi agire rapidamente per rendere permanenti le riforme”. Ecco il perché delle crisi auspicate da Rockefeller e di quel -
le esaltate da Monti, Prodi e da tutti coloro che frequentano assiduamente le riunioni di queste organizzazioni e che condividono l’idea espressa da Milton Friedman in un suo saggio, secondo cui: “Soltanto una crisi, reale o percepita, produce vero cambiamento. Quando quella crisi si verifica, le azioni intraprese dipendono dalle idee che circolano. Questa,è la nostra funzione principale: sviluppare alternative alle politiche esistenti, mantenerle in vita e disponibili finché il politicamente impossibile diventa il politicamente inevitabile”. Il problema è che non si tratta di intenti isolati di un piccolo gruppo di individui potenti, ma di un vero e proprio movimento di ideali in evoluzione con dinamiche di processi sociali, che nel corso di generazioni stanno plasmando la storia. Ma cosa vogliono ottenere? Questi Gruppi sono finanziati dalle maggiori multinazionali e dai grandi gruppi bancari e finanziari che hanno come unico obiettivo il profitto. Per questo il loro intento è quello penetrare nei governi per ottenere: L’eliminazione di tutte quelle norme o restrizioni che limitano le operazioni di mercatoe quindi l’accumulazione del profitto anche in campi come il lavoro salariato, con la conseguente eliminazione delle garanzie sociali ad esso legate. Ne è un esempio la “riforma Fornero” delle pensioni portata avanti dal governo Monti che ha generato addirittura migliaia di esodati. Ma la situazione al ministero del lavoro non migliorò con il successivo governo dato che la stessa Fornero è poi stata sostituita da Enrico Giovannini che risulta “full member” del controverso “Club of Rome” voluto dai soliti Rockefeller e Kissinger che,
come abbiamo visto, portano avanti esclusivamente gli interessi delle multinazionali e dei potentati finanziari. E’ovvio che le multinazionali abbiano bisogno di trovare mano d’opera a basso costo (altrimenti non riuscirebbero ad essere “multi” e sarebbero per lo più “nazionali”)e per farlo è indispensabile che la disoccupazione sia dilagante e che sia sempre più facile licenziare. Non a caso il Ministro dello Sviluppo Federica Guidi (Trilaterale) poco dopo essere arrivata al governo ha dichiarato che “l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori è superato e che occorre più flessibilità”. Riduzione della spesa pubblica ai minimi termini a spese dello sviluppo, degli investimenti, degli ammortizzatori sociali, del sistema pensionistico, dell’assistenza sanitaria, dell’istruzione e della formazione, per arrivare all’eliminazione di qualsiasi forma di intervento dello stato nell’economia. Ecco perché è stato deciso di inserire silenziosamente in Costituzione il pareggio di bilancio. Le privatizzazioni di tutti i servizi pubblici per affermare il dominio del privato rispetto al pubblico. Con la scusa dell’esigenza di abbassare il debito pubblico stanno infatti svendendo gran parte delle nostre aziende e del nostro patrimonio. La liberalizzazione dei mercati finanziari rappresenta il logico punto di arrivo di tutto questo e la mission di queste organizzazioni. Questi, infatti, sono i punti che gli oligarchi hanno portato avanti contemporaneamente attraverso Reagan, Thatcher, Mitterran e Kohl per plasmare il mondo e che silenziosamente vedrete portare avanti a tutti coloro che
plasmare il mondo e che silenziosamente vedrete portare avanti a tutti coloro che da queste organizzazioni sono riusciti ad arrivare ai vertici dei governi con la conseguenza che: - i costi del debito pubblico saranno scaricati sui risparmiatori, sui lavoratori, sui pensionati, sui redditi e i capitali non delocalizzabili; - i costi dei buchi delle banche saranno scaricati sui depositanti, sugli obbligazionisti, sugli azionisti (bail-in) e sugli italiani in generale; - i costi della competitività saranno scaricati sui salari e sulla previdenza; Le crisi economiche diventano, così lo shock indispensabile per realizzare la delegittimazione dei meccanismi istituzionali e di partecipazione democratica, le deregolamentazioni a discapito del lavoro salariato con la progressiva eliminazione dei diritti dei lavoratori e l’inesorabile scomparsa delle lotte sindacali. Come spiega il giornalista Paolo Barnard: “ vogliono una UE retta da organi non eletti ma con poteri più forti di quelli degli stati membri e con una moneta unica che non deve appartenere a nessuno degli stati che la adotta. Lo Stato, infatti, dovrà starsene da parte non avendo i mezzi per poter intervenire e trovandosi costretto a lasciare tutto nelle mani dei mercati. Lo scopo è quello di riportare al potere in Europa le elite finanziarie attraverso un governo sovranazionale di tecnici (Commissione europea) ac— cantonando quella che loro definiscono “plebaglia europea” e
che rappresenta il resto della popolazione”. Ed, infatti, è proprio tutto quello che sta succedendo in questi anni. Tutto quello che è successo con gli ultimi governi italiani e tutto quello che sta accadendo con l’Unione Europea e si traduce in una vera guerra politico-economica contro la maggioranza della popolazione, contro i lavoratori, contro i diritti conquistati, contro lo stato sociale,contro il settore pubblico dell’economia e che vede “l’inesorabile smantellamento delle garanzie del Welfare State, con gli Stati, subordinati ai centri del potere finanziario, che impongono ai popoli modelli di vita funzionali alle necessità dei processi economici.” Ne risulta “la condanna inesorabile di milioni di esseri umani al diniego dell’ordinamento sancito dalle Costituzioni, alla negazione dei diritti alla salute, all’educazione, all’istruzione e spesso alla negazione della vita stessa.” Il problema non è soltanto la “crisi”: la vera emergenza è quella democratica e di sopravvivenza del Popolo italiano, dei suoi valori costituzionali, del suo patrimonio economico, sociale e culturale.
Le prove del Colpo di Stato in Italia Il filosofo tedesco Jürgen Habermas, considerato una delle menti più lucide e anticonformiste della sinistra, ha chiamato quel che è successo in Europa “a quiet coup d’etat”, un tranquillo colpo di Stato. In 9 mesi sono stati decapitati ben cinque governi: Irlanda, Portogallo, Grecia, Italia e Spagna. Nel novembre del 2011, infatti, sia l’Italia che la Grecia, hanno subìto, contemporaneamente, un «golpe bianco» senza che i rispettivi popoli se ne siano resi conto e nell’assoluto silenzio generale. Qualcosa è cominciato a trapelare dai media con oltre tre anni di ritardo, ormai a giochi fatti, a causa di alcune incensurabili dichiarazioni come quella dell’ex Segretario americano del Tesoro Timothy Geithner che ha parlato apertamente di complotto europeo consumatosi nel 2011 ai danni del governo italiano. Una testimonianza autorevole che si univa a quella del giornalista americano Alan Friedman che ha raccolto per il suo libro le dichiarazioni di Mario Monti, Giorgio Napolitano, Romano Prodi e Carlo De Benedetti dalle quali si evinceva che il governo Monti era stato deciso con largo anticipo rispetto alla caduta del governo Berlusconi e con modalità per nulla trasparenti e legittime. Tutto esatto! ma quando gli americani vengono a salvarci io sento sempre puzza di bruciato, la storia è piena di testimonianze di interessi made in Usa spacciati per aiuti filantropici al nostro paese. Non entro nei dettagli ma a buon intenditor poche parole. Grande risonanza ha avuto il giornalista americano, a cui hanno
dedicato persino un programma Tv, perché sembra essere venuto a smascherare il complotto ai danni del popolo italiano che di fatto dal 2011 ha favorito un governo non legittimato dal consenso popolare che ha poi svenduto l’Italia ai potentati finanziari. Ma perché Friedman non ha voluto dire tutta la verità? Perché ha preferito far credere a tutti che l’incontro tra Napolitano e Monti nel Giugno 2011 seguito poi dall’incontro tra Monti e Prodi e tra Monti e Carlo De Benedetti a Saint Moritz nell’agosto dello stesso anno fossero davvero gli avvenimenti sui quali focalizzare l’attenzione per cercare di risalire alle prove evidenti del complotto? Perché ha voluto coprire scenari altrettanto documentati ma ben più determinanti a dimostrare il silenzioso colpo di stato accaduto in quei mesi con il coinvolgimento degli stessi protagonisti da lui tirati in ballo ma in vicende che vanno ben oltre le questioni nazionali? Perché ha completamente glissato sul costo che gli italiani hanno dovuto pagare, in termini economici e sociali, a causa del “giochino” effettuato sui mercati per tenere lo spread ai massimi storici, causare la caduta del Primo Ministro in carica e favorire la nascita dell’esecutivo tecnico? Eppure il fatto che lo spread passò dai 214 punti del 24 giugno 2011 agli oltre 500 punti nella fatidica seconda settimana di quel travagliato Novembre, portò gli interessi del titolo di Stato italiano anch’esso a quote record, il che tradotto in soldoni, vuol dire decine di miliardi di euro andati completamente bruciati con delle modalità che hanno imbavagliato e legato al palo il processo democratico nel nostro paese rendendo necessaria una immediata stima dei danni
subiti nonché la riconsiderazione dei trattati e degli accordi siglati in quel periodo, che hanno fortemente penalizzato la nostra sovranità nazionale ed escluso i cittadini dal processo di ratifica degli stessi. Che senso ha mettere fertilizzante sulle foglie se è la radice ad essere marcia? Cosa è successo realmente a Giugno del 2011? Nella Saint Moritz nominata da Friedman dal 9 al 12 Giugno si svolgeva la riunione annuale del Gruppo Bilderberg1 dove Monti incontrava i 120 uomini più potenti del mondo, altro che De Benedetti! Tutti riuniti per tre giorni a porte chiuse in un hotel di lusso senza copertura mediatica dell’evento. Alla riunione tra gli italiani c’era anche Giulio Tremonti come Ministro dell’Economia che, infatti, due settimane dopo il meeting, probabilmente conscio di quello che stava per succedere, minaccerà di dare le dimissioni. 1 http://www.bilderbergmeetings.org/meeting_2011.html
Perché di questa riunione nessuno ne ha parlato? Perché l’in contro tra oltre 100 uomini di tale prestigio non è stato considerato notiziabile ne di pubblico interesse dai nostri media? Cosa giustifica tale silenzio e tale censura? Perché non ne ha parlato neanche chi si è proposto di far luce sul ruolo e sugli incontri avuti proprio da Mario Monti in quel preciso periodo? Il mio compito, a differenza di quanto fatto dall’autorevole giornalista americano, è dimostrare che sono stati proprio gli incontri avuti da Monti durante quella riunione con alcuni degli uomini più potenti del mondo ad aver in qualche modo determinato il suo futuro incarico alla Presidenza del Consiglio. Ma per farlo devo fornire le prove. Rewind. Torniamo indietro. Se analizziamo chi ha indotto la crisi dello spread che nel 2011 ha
portato alla caduta dell’ultimo governo democraticamente eletto e al commissariamento dell’Italia da parte delle lobby finanziarie - con l’arrivo al governo di un tecnico non eletto ma espressione di quelle lobby stesse - scopriamo il ruolo determinante avuto da alcune grandi banche che hanno venduto in maniera massiccia e improvvisa i titoli di stato italiani in un periodo in cui il Governo in carica aveva ancora la maggioranza e lo spread era ancora nella media e quindi nulla giustificava una tale fibrillazione sui mercati ne l’insensata scelta di quegli istituti di mettere sotto attacco il nostro paese. La Deutsche Bank vendette addirittura l’88% dei titoli di stato italiani che aveva in portafoglio nei primi 6 mesi del 2011 finendo sotto la lente della Consob come riportato dai principali quotidiani il 2 Agosto 20112; molto strano dato che proprio in quel periodo la stessa banca diffondeva rapporti lusinghieri sui medesimi titoli. L’ultimo risale al 20 luglio. Una scelta che lo stesso Romano Prodi definì “un suicidio e la fine di ogni legame di solidarietà”3. La vendita di titoli di Stato italiani da parte della banca tedesca, 2 La Consob mette sotto la lente Deutsche Bank per vendita Btp: http://www. corriere.it/economia/11_agosto_02/consob-richiesta-deutsche_e26124babd0611e0-b530-d2ad6f731cf9.shtm 3 La scelta di Deutsche Bank? un suicidio: http://www.corriere.it/economia/11_ luglio_28/prodi-deutsche-bank_02a8aac8-b914-11e0-a8dd-ced22f738d7a.shtml infatti, diede l’avvio alla speculazione contro i nostri BTP contri
buendo in maniera enorme a innalzare il costo del nostro debito. A novembre il Tesoro vendeva i suoi Btp a 10 anni al 6% e oltre. Perché la Deutsche Bank ha fatto questo? Un motivo c’è e pos siamo chiamarlo attacco speculativo. Se attivi aspettative al ribasso, il valore degli altri titoli che assicurano contro il fallimento – i credit default swaps (Cds) – schizzano alle stelle. Il valore di questi Cds infatti è salito in quel periodo di ben cinque volte. E chi detiene gran parte di questi titoli assicurativi? Cinque società, e più degli altri la Deutsche Bank stessa che ha fatto, quindi, un doppio guadagno: prima ha venduto i Btp a un prezzo buono, dopodiché ha generato enormi plusvalenze grazie al rialzo dei Cds4. Soldi bruciati in interessi a banche private sottratti al resto della spesa pubblica, ai salari, alla spesa per l’istruzione, per la sanità, per i servizi, per gli investimenti. Ricordiamo che la Deutsche in primis ed altri gruppi bancari che hanno i propri presidenti nel Direttivo del Bilderberg sono stati giudicati colpevoli di aver fatto cartello e manipolato per due anni una coppia di tassi d’interessi interbancari, l’Euribor e il Libor condizionando i prezzi di strumenti finanziari e influenzando migliaia di miliardi di trattative. Un’intesa fra le banche per orientare il loro corso che ha prodotto profitti immensi, con l’effetto di generare pesanti perdite per consumatori e investitori,
l’effetto di generare pesanti perdite per consumatori e investitori, distorsioni nell’economia reale, e crepe nel clima di fiducia. Euribor e Libor, infatti, sono due dei tre principali tassi di riferimento per un mercato, quello dei derivati, che vale il 53% del pil europeo5. 4 Chi scommette contro di noi: http://www.corriere.it/editoriali/11_luglio_29/ mucchetti_d6d4bd28-b9a0-11e0-9ceb-ac21c519f82b.shtml 5 Euribor: lo scandalo e le sue conseguenze: http://denaro.it/blog/2013/02/21/ euribor-lo-scandalo-e-le-sue-conseguenze/ Comportamento simile lo ebbe la Goldman Sachs già responsabile per aver indotto la crisi sui mercati americani e per questo incriminata6 che ha effettuato a sua volta una massiccia vendita di titoli italiani (il dato è stato comunicato dalla Exchange Commission a cui la Goldman Sachs deve inviare trimestralmente i propri rendiconti in merito alle esposizioni verso i paesi considerati più rischiosi: Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e ovviamente Italia.) La stessa banca ha effettuato una serie di speculazioni sui nostri mercati tanto che - come riportato in un articolo di Milano Finanza del 10 Novembre 2011 - la Goldman Sachs viene accusata di aver indotto la crisi sui mercati e di aver dato il via all’ondata di vendite di titoli italiani.7 Questi attacchi speculativi di inaudita intensità, con la vendita in massa di titoli del debito pubblico, e successiva difficoltà nel col— locarli sui mercati anche a tassi di interesse elevati, fa il gioco della finanza speculativa e crea danni enormi all’economia reale del paese riversandosi sui suoi cittadini. La riduzione del prezzo dei titoli di Stato implica, infatti, che il tasso di interesse ottenibile
dai risparmiatori aumenta, ponendo lo Stato italiano nella condizione di dover offrire un tasso più elevato per i nuovi titoli emessi. Un debito a cui - senza sovranità monetaria - si può far fronte solo con altro debito e con una feroce politica di austerity e macelleria sociale. Il costo di tutto ciò si traduce in miliardi di euro che il governo deve pagare ogni anno a chi detiene titoli di stato. Poi ci furono le responsabilità della Banca Centrale Europea che il 5 Agosto del 2011 inviò la controversa lettera al Governo italiano a firma di Mario Draghi e Jean Claude Trichet8. 6 I grandi del mondo contro Goldman: http://www.corriere.it/economia/10_aprile_19/i-grandi-del-mondo-controgoldman-massimo-gaggi_c819b7f0-4b7b-11df-b8c5-00144f02aabe.shtml 7 “Crisi: Goldman Sachs ha innescato vendite Btp”: http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201111100904011010 8 Il testo della lettera della BCE al governo italiano: http://www.ilsole24ore. com/art/notizie/2011-09-29/testo-lettera-governo-italiano-091227.shtml? uuid=Aad8ZT8D Lettera che il Ministro Tremonti definì addirittura “un golpe”9. La Bce, infatti, dimostrò improvvisamente di non fare più solo politica monetaria ma anche politica fiscale e chiese misure urgenti, alcune delle quali sostanzialmente irrealizzabili in quel contesto, come l’anticipo del pareggio di bilancio che finirono per destabilizzare il Governo in carica favorendo la caduta del governo Berlusconi e l’arrivo di Monti. Il premier spagnolo Zapatero ricevette la stessa lettera, ma ritenendola oltraggiosa, non la trasmise al Parlamento. L’opinione pubblica però ne verrà successivamente a conoscenza e scoppierà un
putiferio nel bel mezzo della campagna elettorale. Zapatero fu il primo a cadere sotto i colpi della Troika. Tale ingerenza esterna capace di imporre misure economiche e sociali ad un governo di un paese sovrano non è prevista nella nostra carta costituzionale. Tramite quella lettera si davano precise indicazioni politiche, che non si limitavano affatto agli aspetti economico-monetari, ma erano incredibilmente specifiche e pervasive dell’assetto costituzionale e della tutela dei diritti fondamentali stessi, che la Repubblica ha il dovere di assicurare come denunciato da un pool di legali del Gruppo Libra.10Addirittura la BCE, chiedeva all’Italia: “una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi di deficit sarà compen— sato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali” e caldeggiava “una riforma costituzionale per rendere più stringenti le regole di bilancio”. A questo si aggiunge che la stessa Bce ritardò le iniezioni di liquidità (ltro) che avvennero solo quando il governo in carica diede le dimissioni e fu sostituito dal governo tecnico. Il 22 dicembre 2011, infatti, poco dopo la salita al Governo di Mario Monti la BCE adotta per la prima volta il long term refinancing 9 Quella lettera della BCE fu un golpe. http://www.ilgiornale.it/news/interni/939919.html 10 http://www.ilsovranista.it/tag/gruppo-tecnico-libra/ operation (LTRO) o piano di rifinanziamento a lungo termine che consiste in interventi finanziari effettuati dalla Banca Centrale in diverse operazioni per un totale di mille miliardi di euro dati
alle banche al solo 1% di interessi 11. Soldi che non verranno mai distribuiti dalle banche all’economia reale ma utilizzati solo per acquistare titoli di stato, in modo che, la repentina discesa dello spread venisse in maniera ingannevole attribuita all’arrivo al governo del professore della Bocconi. Troppo tardi, quindi, per salvare il governo democraticamente eletto ma utile per far passare Mario Monti come il salvatore della patria. Non è un caso, che nessuna delle misure economiche intraprese dalla Troika abbia a che fare con interventi volti a ridimensionare questo strapotere finanziario, anzi il credito a bassissimo costo concesso dalla BCE per 1000 miliardi di euro, nonché l’utilizzo del Fondo Salva Stati (EFSF) per la capitalizzazione diretta delle banche in sofferenza, lungi dal diminuire il razionamento del credito, non fanno altro che aumentare la liquidità per nuovi fini speculativi. Tutto questo però, raccontato così, sembra il frutto inesorabile delle imprevedibili e spietate logiche del mercato, avvenimenti senza controllo ma assolutamente casuali, fin quando, però, non ci si accorge (e sembra che nessuno lo abbia fatto) chec’è un legame stretto e diretto tra i responsabili delle speculazioni e chi invece ha beneficiato dalle conseguenze delle speculazioni stesse. In pratica tutto è stato progettato, pianificato, causato e indotto. Proseguiamo per gradi. Abbiamo analizzato le prove delle responsabilità avute dalla Banca Centrale Europea, dalla Deutsche Bank e dalla Goldman Sachs nella crisi dello spread che ha portato al governo Monti. Le speculazioni effettuate da queste banche sono ampiamente documentate, ci sono decine di
articoli di giornale, inchieste della Consob e della Sec americana, sentenze di condanna. 11 http://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/le-longer-term-refinancingoperation193.htm Quale posto migliore avrebbero avuto i presidenti di queste banche - che ufficialmente sono tra loro concorrenti – per stringere accordi, se non le riunioni del Bilderberg dove per tre giorni di fila siedono allo stesso tavolo di lavoro lontani da occhi indiscreti? Quello che nessuno ci ha mai raccontato infatti è che, sia Monti (prima di diventare presidente del consiglio) sia Jean Claude Trichet(all’epoca in veste di presidente della Bce) sia Josef Ackermancome Presidente della Deutsche Bank sia Peter Sutherlandcome Presidente della Goldman Sachs sono tutti membri del Comitato Direttivo(steering committee) del Gruppo Bilderberg e quindi non dei semplici invitati ai meeting 12, il che implica dei legami stretti tra di loro, e guarda caso erano presenti insieme alla riunione del 2011 che si è svolta proprio
qualche mese prima dell’investitura di Monti come Presidente del Consiglio, ossia nel periodo in cui, secondo l’ex Segretario del Tesoro Timothy Geithner, si consumò un complotto europeo ai danni dell’Italia e proprio a Saint Moritz dove a noi è stato semplicemente raccontato da Friedman che Monti incontrò De Benedetti per discutere del suo possibile incarico di governo13 . Troppe cose sono state omesse. Se si va a fondo, infatti, si scopre che i legami tra Mario Monti ed i vertici delle banche che hanno indotto la crisi sui mercati sono ben più stretti di quanto si possa immaginare. Essi, infatti, sono tutti esponenti di spicco della plutocrazia mondiale ricoprendo i medesimi ruoli ai vertici di organizzazioni ultraliberiste che hanno fatto esclusivamente gli interessi del capitalismo speculativo. Monti, Trichet, Sutherland, Ackerman e Draghi sono tutti membri del Bilderberg, i primi quattro come abbiamo visto, fanno ancora parte del Direttivo di questo controverso Gruppo. Sono tutti membri della Commissione Trilaterale dello spietato uomo d’affari David Rockfeller. Monti, Trichet e Sutherland si sono addirittura alternati alla Presidenza Europea di questa Commissione che riunisce tutti esponenti del capitalismo speculativo. Mario Monti è Presidente 12 http://www.bilderbergmeetings.org/steering-committee.html 13 http://www.bilderbergmeetings.org/meeting_2011.html onorario della lobby Bruegel della quale Trichet è il Presidente. Trichet è a sua volta Presidente del Gruppo dei 30 del quale fa parte Mario Draghi e che è considerato uno dei più potenti think thank
del pianeta formato dai 30 uomini più influenti del mondo bancario e della finanza speculativa14in netto conflitto d’interessi con il ruolo di Draghi alla presidenza della Banca Centrale Europea. Non è strano che saranno proprio Draghi e Trichet a scambiarsi l’incarico alla guida della Bce? E’solo un caso, che insieme abbiano mandato la lettera al governo Berlusconi? Quella stessa Bce che il giorno dopo che Monti fu nominato senatore a vita mandò i suoi funzionari in Commissione Bilancio a minacciare i rappresentanti del nostro governo “di sostenere il futuro governo Monti o non avrebbero più acquistato titoli di stato italiano mandando il paese in default” come denunciato dal senatore Massimo Garavaglia. Non è assurdo che anche questo sia passato nel silenzio generale e non abbia suscitato indignazione e scandalo? Eppure la rivelazione di Garavaglia è stata resa durante la conferenza stampa ed è di una gravità inaudita. Il senatore leghista, infatti, in qualità di vicepresidente della Commissione Bilancio del Senato durante l’ultimo governo Berlusconi, dichiarò che: “Monti venne fatto senatore a vita il 9 di novembre del 2011. Il 10 siamo in Commissione Bilancio a chiudere la finanziaria e quello stesso giorno vengono a interrogarci gli ispettori della Bce e di Bruxelles perché eravamo sotto inchiesta” “Verrà fatto il governo Monti. Voi lo sosterrete?” “Noi siamo stati eletti in una maggioranza – replicai– se la maggioranza non sta più in piedi si va e si vota e il popolo decide chi governa”.
14 http://www.group30.org “Se voi non sosterrete il governo Monti, noi non compriamo i vostri titoli per due mesi e andate in fallimento”. (Il voi è riferito all’Italia, il noi agli ispettori della Banca Centrale Europea.) Tutto questo, secondo la video testimonianza di Garavaglia15 è successo il 10 novembre 2011. L’indomani viene chiusa la finanziaria al Senato, poi va alla Camera e lunedì 13 novembre viene incaricato Monti premier. Ormai le trame vengono dichiarate pubblicamente senza ritegno come se fosse normale “sostituire” due governi poco allineati con le imposizioni del “Direttorio” UE. Ci rendiamo conto dei legami e dei contatti che ci sono stati tra Mario Monti ed i rappresentanti della finanza speculativa che hanno agito sui mercati in quel periodo. La denuncia di Geithner
è da prendere in seria considerazione, non solo per l’autorevolezza del suo ruolo istituzionale al fianco di Obama, ma perchè egli proviene da quelle stesse organizzazioni ed è addirittura membro del Gruppo dei 30 insieme a Draghi e Trichet.16 E’evidente, quindi, che nessuno più di lui può avere chiara la situazione e le prove degli accordi presi in quelle sedi ed è anche evidente che la sua denuncia denota una spaccatura nel Gruppo tra il fronte americano e quello europeo ed è forse per questo che qualcosa, solo adesso, comincia a trapelare. Una spaccatura che risulta ancora più evidente con le nomine europee dove alla Presidenza della Commissione Europea è stato scelto Juncker come voluto dalla Merkel nonostante il netto veto arrivato dal fronte anglo-americano ed espresso nelle parole di Cameron. Lo stesso Juncker che ha sempre dimostrato disprezzo per le decisioni prese in modo democratico e che allo Spiegel in un’intervista del 1999 disse: “Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere che succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno”. E da presidente del Eurogruppo il 20 aprile 2011 15 https://www.youtube.com/watch?v=vKJMmZP4p38 16 http://www.group30.org/members.shtml disse: “Le politiche economiche della zona euro dovrebbero essere prese nelle buie e segrete stanze per evitare turbamenti nei mercati finanziari. Sono pronto ad essere insultato per essere insufficientemente democratico, ma voglio essere serio. Sono per dibattiti segreti, al buio”. Un personaggio del genere non ci sorprende che abbia ricevuto nel
Un personaggio del genere non ci sorprende che abbia ricevuto nel 2007 l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito da parte di Giorgio Napolitano come hanno fatto notare sul blog di Grillo. Non è ammissibile che ci sia un rapporto così diretto ed incontrovertibile tra chi la crisi l’ha indotta e chi dalla crisi ne ha beneficiato e questo non riguarda soltanto il caso di Monti. Con le conseguenze delle sue stesse speculazioni, infatti, la Goldman Sachs e le lobby finanziarie ad essa collegate (Bilderberg; Trilaterale) sono riuscite a piazzare diversi uomini di fiducia in posti chiave. In quei giorni, infatti, la Goldman Sachs emise il suo diktat e, come riportato da Milano Finanza fece sapere che: “in caso di un esecutivo di centrodestra sostenuto da una coa“in caso di un esecutivo di centrodestra sostenuto da una coa 450 punti, quindi sempre a livelli pericolosi, mentre le elezioni anticipate sarebbero state lo scenario peggiore per i mercati”17. L’imposizione fu chiara: dovevamo mettere da parte la nostra democrazia e la nostra Costituzione per fare largo ai loro uomini. Ed, in effetti, è così che sono andate le cose. Basta guardare le date e l’incredibile tempistica: 1 Novembre 2011: Mario Draghi viene scelto come Presidente della Banca Centrale Europea. E’ stato vicepresidente Goldman Sachs; membro della Commissione Trilaterale; membro del Gruppo Bilderberg, membro del Gruppo dei 30. Non è strano che la Goldman Sachs che è stata incriminata per aver indotto la crisi sui mercati americani ed europei18 riesca comunque a piazzare un proprio uomo alla guida della maggiore istituzione bancaria
europea? 17 http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp? id=201111100904011010 18 http://www.repubblica.it/economia/2010/04/17/news/rampini_goldman3407899/ 11 Novembre 2011 : Dopo che i mercati e le banche speculative avevano causato anche in Grecia la caduta del governo democraticamente eletto di Papandreou - colpevole di aver richiesto un referendum sull’euro - con un copione identico a quello usato con Berlusconi, con le stesse modalità e con la stessa tempistica viene scelto come tecnico Lucas Papademos che proprio come Monti proveniva, sia dalle banche che avevano causato la crisi, che dalle organizzazioni ultraliberiste che vogliono prendere il potere sui governi. Papademos proviene, infatti, dalla Goldman Sachs, dalla Commissione Trilaterale e dal Gruppo Bilderberg, proprio come Monti, ed è stato Vice Presidente della BCE sotto la presidenza di Trichet. Non è strano che ciò sia avvenuto nonostante la Goldman Sachs fosse stata accusata di aver truccato i conti della Grecia nel 2001 per permetterle l’entrata nell’euro e l’allora Governatore della Banca di Grecia era proprio Papademos?19 Lucas Papademos verrà anche incaricato di far parte della Commissione che dovrà gestire la ricapitalizzazione della Banca D’Italia, che poi si dimostrerà essere una vera e propria truffa ai danni degli italiani ed un regalo alle banche private. Chi meglio di un “ex truffatore”, allora, poteva gestire quell’operazione. Non
di un “ex truffatore”, allora, poteva gestire quell’operazione. Non è strano che qualcuno abbia ritenuto opportuno incaricare lui, addirittura dalla Grecia, per una questione tutta italiana? Lo so che questa cosa è davvero difficile da credere ma c’è il link dove po— trete controllare voi stessi20. 16 Novembre 2011: Mario Monti diventa Presidente del Consiglio tecnico in Italia ricevendo l’incarico dal Presidente Napolitano. Monti è stato international advisor della Goldman Sachs. Non è strano che questo sia accaduto nonostante la Goldman Sachs fu tra le banche responsabili della massiccia vendita di Btp che portò all’impennata dello spread e alla conseguen 19 Quando Goldman Sachs truccava i conti della Grecia per permetterle l’entrata nell’euro. http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/26/prestiti-goldmansachs-dietro-conti-truccati-della-grecia/199893/ 20 http://www.repubblica.it/la-repubblica-delleidee/economia/2013/11/27/news/il_bluff_su_bankitalia-72076264/ te caduta del governo democraticamente eletto? Credo che la strategia del “dare e avere” trova conferma nel fatto che Goldman Sachs, era stata scelta, neanche a dirlo da Mario Monti per curare la vendita di Fintecna alla Cassa Depositi e Prestiti. Monti è addirittura il Presidente Europeo della Commissione Trilaterale e membro del Direttivo del Gruppo Bilderberg. In pratica era ai vertici delle più controverse lobby mondiali della finanza speculativa e a noi lo presentarono semplicemente come un rettore della Bocconi. Tutte organizzazioni che fanno l’interesse del grande capitale internazionale ma mai del paese Italia, per questo non c’è da meravigliarsi scoprendo che Monti aveva fatto parte della Commissione di Attali per il rilancio della Francia ( avete
aveva fatto parte della Commissione di Attali per il rilancio della Francia ( avete capito bene per il rilancio del nostro principale competitor commerciale). Che non fu una casualità che Monti fosse arrivato al Governo grazie alla crisi economica fu proprio lui stesso a palesarlo durante una conferenza stampa dove dichiarò che: “Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi, e di gravi crisi, per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario. …È chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale, possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto, visibile, conclamata”21 In pratica faceva appello alla vecchia tecnica mondialista del problema/reazione/soluzione: PROBLEMA: Crisi economica (indotta). REAZIONE: La gente chiede rimedi urgenti alla crisi ed accetta pas— sivamente le misure intraprese anche al costo di cedere sovranità. SOLUZIONE: Cessione di sovranità. Il popolo accetta un Presidente del Consiglio non eletto. Lo stesso Monti che in linea con gli obiettivi degli speculatori finanziari dichiarò alla CNN che: “Stiamo effettivamente distruggendo la 21 https://www.youtube.com/watch?v=Fh3rj_XQIlo domanda interna attraverso il consolidamento fiscale.”22A tenere alta la tensione ci penseranno poi le agenzie di rating come la “Moody’s” che arriveranno prima a declassare l’Italia23 e poi, sempre nel caso di Moody’s, addirittura a prendere posizione pubblicamente sulle prossime elezioni italiane, appoggiando una rielezione di Mario Monti e provando a sbarrare la strada a un ritorno di Silvio Berlusconi24. Anche qui nulla è stato lasciato al caso, infatti, qualche imbarazzo susciterà in quelle settimane la notizie che proprio Mario Monti
era stato un collaboratore della Moodys dal 2005 al 2009 come sarà costretto ad ammettere lui stesso25. Esiste un quarto uomo che ha nel suo CV la Goldman Sachs; la Commissione Trilaterale; ed ha fatto parte del Direttivo del Gruppo Bilderberg: si chiama Romano Prodi. A lui avevano evidentemente destinato la Presidenza della Repubblica.Il piano in quel caso fallì in maniera inaspettata perché Prodi fu “impal— linato” da esponenti del suo stesso partito e questo creò grossa fibrillazione tra i poteri forti che non potevano accettare l’arrivo al Quirinale di un uomo da essi indipendente che si sarebbe potuto opporre ai trattati/truffa che dovevano essere firmati nei mesi a seguire. Fu così che in tutta fretta ed ignorando la nostra costituzione fu deciso di riconfermare Giorgio Napolitano. Qui ci ricolleghiamo, quindi, al racconto iniziale di Alan Friedman, che ha dimostrato che ad agosto 2011 (quindi dopo la riunione Bilderberg), Monti corse ad incontrare Prodi anche se questi non ricopriva più incarichi politici. Perché andare ad incontrarlo allora? Perché sottoporre proprio a lui una questione tanto riservata ed importante? Che ruolo pensava che potesse avere Prodi, apparentemente ritirato dalla politica, nel suo futuro governo? 22 https://www.youtube.com/watch?v=LyAcSGuC5zc 23 Moody’s declassa rating: ( http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-emercati/2012-07-13/moddys-declassa-rating-titoli-074033.shtml? uuid=AbtZn66F ) 24 http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/13/moodysturbolenze-politiche-hanno-poche-conseguenze-su-affidabilita-italia/444770/ 25 http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1031694/Monti-Moody-s.html La motivazione è chiara. Il primo era destinato alla Presidenza del Consiglio, il secondo alla Presidenza della Repubblica ed insieme
Consiglio, il secondo alla Presidenza della Repubblica ed insieme avrebbero firmato i nuovi trattati europei. Cosa firmarono nel 2011/2012 Monti e Napolitano? Firmarono i principali trattati a favore delle banche e delle lobby finanziarie che avrebbero per sempre inchiodato l’Italia all’austerity: Fiscal Compactcon l’introduzione in Costituzione (modificata a nostra insaputa) del pareggio di bilancio che si dimostrerà essere una vera e propria condanna all’austerity per l’Italia per almeno altri 20 anni. Meccanismo Europeo di Stabilità (MES): 125 miliardi ad un fondo salva “stati” che si dimostrerà essere un fondo utilizzato sempre e solo per ricapitalizzare le banche dei paesi in difficoltà ma mai utile all’Italia. Semestre Europeo: che stabilisce che i governi degli stati nazionali dovranno sottoporre i bilanci nazionali alla Commissione e al Consiglio europeo nell’aprile di ogni anno per essere esaminati e modificati. Cosa che di fatto ci rende commissariati. Six Pack: Che prevede ben 6 ghigliottine per il paese tra cui la procedura per la vigilanza rafforzata sugli Stati membri e un semi-automatismo delle procedure per l’irrogazione delle sanzioniper i Paesi che violano le regole del Patto come un deposito non fruttifero pari allo 0,2% del PIL convertito in ammenda in caso di non osservanza della raccomandazione di correggere il disavanzo eccessivo. Monti Bond: 4 miliardi di euro di prestiti al MPS di Alessandro Profumo membro del Bilderberg. Ora credo sia chiaro a tutti perché si voleva l’immediata destituzione dei governi
Ora credo sia chiaro a tutti perché si voleva l’immediata destituzione dei governi in Italia e Grecia e perché, sia il Governo tecnico di Lucas Papademos in Grecia che il Governo tecnico di Mario Monti in Italia, sono subentrati, senza avere alcuna legittimità, a due Governi democraticamente eletti i cui leader avevano entrambi espresso posizioni euro-scettiche. Berlusconi aveva rifiutato gli aiuti del FMI (come riportato nel libro dell’ex primo Ministro spagnolo Zapatero) e aveva minacciato di far uscire l’Italia dall’Eurozona (come confermato nel libro dell’ex banchiere centrale Lorenzo Bini Smaghi.) Papandreou aveva invece dichiarato di voler indire un referendum sull’euro. A questo punto la domanda che viene da porsi è: “ se al Bilderberg, sono state decise in segretezza le sorti dei governi di Italia e Grecia. Quali sono stati i passi successivi?” Il 3 Settembre 2011 si svolge a Cernobbio l’annuale forum Ambrosetti, vera e propria succursale italiana del Bilderberg. In quell’occasione il Presidente Napolitano, intervenendo in videoconferen-za, volle salutare “cordialmente l’amico Monti”; un gesto che, indirettamente, era la “strizzatina d’occhio” agli ospiti internazionali presenti che caldeggiavano l’investitura del professore. Il 20 Ottobre è Angela Merkel a chiamare il Quirinale per assicurarsi che tutto vada secondo i piani e lo fa con una frase laconica ma dal significato inequivocabile: “Presidente lei deve fare tutto ciò che è in suo potere per promuovere riforme
più aggressive”. La settimana dopo, il 26 ottobre, Napolitano non firma il decreto con le nuove misure chieste dalla Ue e vuole un disegno di legge perché si affrontino questioni delicate come l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Berlusconi viene quindi mandato a Cannes, nella fossa dei leoni, “a mani vuote”. Agli inizi di Novembre del 2011, infatti, a Cannes si tiene il G20. Quel vertice, aveva due obiettivi di fondo: impedire il referendum greco sostituendo Papandreou che l’aveva proposto e mettere definitivamente l’Italia con le spalle al muro per favorire il passag— gio da Berlusconi a Monti. Quanto a Zapatero, la sua sorte era già segnata. Parallelamente seguivano le operazioni sui mercati in modo da agire su un doppio fronte. Dopo il Consiglio europeo del 24 giugno 2011, infatti, lo spread tra titoli italiani a 10 anni e i corrispondenti tedeschi passa in pochi
lo spread tra titoli italiani a 10 anni e i corrispondenti tedeschi passa in pochi giorni da 214 punti base a 332; dopo l’incontro del 21 luglio passa da 247 a 389; dopo la riunione del 26 ottobre in pochi giorni da 389 a 553 e dopo il summit del 9 dicembre passerà poi da 421 punti base a 528. Ed ecco che tornati dal G20, “inspiegabilmente” Berlusconi e Papandreou lasciano contemporaneamente a favore di governi tecnici pur non avendo mai espresso prima la volontà di farlo. Come convinsero Berlusconi a dimettersi? Anche qui non c’è bisogno di supposizioni ma basta esaminare i dati reali che dimostrano che gli fecero sentire il fiato sul collo: Il 9 Luglio la Corte di Appello di Milano sentenzia che la Fininvest paghi 560 milioni di euro alla Cir di Carlo De Benedetti (e qui rispun— ta il De Benedetti citato da Friedman), a Novembre 2011 il titolo Mediaset cala del 12%.26. Il Cavaliere ha solo due scelte: immolarsi per la patria e denunciare il tutto o fingere di mettersi da parte con un atto di altruismo pur sapendo invece di lasciare l’Italia in mano ai golpisti con i quali aveva, probabilmente, barattato il paese con la sua libertà. La scelta fu chiara. Ricapitoliamo: le banche che hanno indotto la crisi sui mercati, le agenzie di rating che hanno alimentato la tensione ed i tecnici chiamati a sostituire i governi democraticamente eletti, caduti a causa della crisi, erano tutti collegati con i vertici delle stesse organizzazioni che caldeggiano il neoliberismo come un’ideologia autoritaria e dominante appoggiata dalle grandi istituzioni politico-economiche che stanno inesorabilmente smantellando lo stato di diritto. Nel racconto di Friedman compare tra i protagonisti anche il nome di Corrado Passera che avrebbe addirittura preparato e
consegnato al Presidente della Repubblica in quell’estate del 2011 un corposo programma di governo. Passera, riceverà il doppio incarico di Ministro dello sviluppo e di Ministro dei trasporti nel governo Monti. Credo sia il caso allora di ricordare che egli ha un trascorso molto simile a quello di Monti: Proveniente dalla Bocconi, membro ufficiale delBilderberg e della Commissione Trilaterale; ai vertici delle maggiori banche azioniste della Banca d’Italia che sono tutte puntualmente rappresentante al Bilderberg. E’finito sotto inchiesta nel 2014 per lo scandalo dei derivati27. 26 Mercati precipitano, spread impazzito Mediaset crolla del 12 per cento. http://www.corriere.it/economia/11_novembre_09/btp-borsa-mercati_be547e7c0aaa-11e1-8371-eb51678ca784.shtml 27 Trani: truffa derivati indagati Bazoli, Abete, Passera e altri tredici: http:// www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/derivati_bnl_abete_bazoli_passera/ notizie/469854.shtml Nel mio libro “azzannate le iene” in tempi non sospetti scrissi che presto avrebbero trovato il modo di organizzare la discesa in campo di Passera ed infatti a Giugno 2014, ha ufficializzato il suo Movimento “Italia Unica”. La “misteriosa” riunione di Roma: Il 13 Novembre 2012, ossia lo stesso giorno in cui Mario Monti festeggiava il suo primo anno al governo del Paese, un’altra riunione non ufficiale e di cui nessuno ha parlato -nonostante la massiccia presenza di esponenti del Governo in carica e di ospiti
internazionali-si è svolta nella città di Roma. L’unico video, con le immagini dei partecipanti a quella riunione, è stato girato dalla giornalista Giulia Innocenzi del programma televisivo “Servizio Pubblico”. La giornalista, avendo avuto notizia che a Roma si stava svolgendo una riunione a porte chiuse, da molti ac— creditata come riunione Bilderberg, decise di provare ad intervistare gli invitati. Nessun TG e nessuna trasmissione ha rilevato il perché di tanta segretezza, come evidente dalle reazioni e dalle risposte ricevute dalla giornalista dai membri del governo intervistati che prima hanno negato, specificando che si trattava di una riunione di Telecom, poi in alcuni casi avrebbero confermato trattarsi di un incontro con membri del Bilderberg. Come è visibile nel filmato,28 i primi ad arrivare a quella riunione al Campidoglio sono stati degli invitati stranieri. Per l’occasione, un’ala dei musei Capitolini è stata chiusa al pubblico con qualche ora d’anticipo (è normale chiudere anticipatamente un museo pubblico per una riunione privata?) “State andando alla riunione del Bilderberg?”, domanda la Innocenzi in inglese ai primi ospiti stranieri giunti nel piazzale antistante l’ingresso. “No”, risponde uno degli uomini. “Ed allora, a che riunione state andando?” “A nessuna riunione, stiamo andando solo a vedere il museo”, risponde una donna del gruppo degli stranieri. “Ma come, a vedere il museo! Guardi che i musei oggi li hanno chiusi in anticipo per la vostra riunione”, replica la giornalista. Gli ospiti stranieri tirano dritto, si sono fer 28 https://www.youtube.com/watch?v=RLgwxrpC4To
28 https://www.youtube.com/watch?v=RLgwxrpC4To mati un istante davanti all’ingresso per rilasciare il proprio nome agli addetti alla sicurezza, poi sono entrati. La giornalista allora decise furbescamente di fermarsi anche lei a pochi passi dall’entrata. Arrivarono altri ospiti stranieri. La domanda era sempre la stessa, ma questa volta la posizione della giornalista nei pressi dell’entrata li avrebbe tratti in inganno: “Siete qui per la riunione Bilderberg?” “Yes”, hanno risposto gli invitati. A questo punto sono usciti gli uomini della sicurezza ed hanno invitato la giornalista ad allontanarsi da lì. “Perché non posso stare qui? Sono una giornalista, sto solo facendo il mio lavoro, non sono mica in una proprietà privata!”. “Dobbiamo farla allontanare”, replica con fermezza il bodyguard, “per delle precise disposizioni di sicurezza”. Sembra strano che per una riunione di Telecom ci fossero delle disposizioni di sicurezza per impedire ad una giornalista di sostare all’esterno in un luogo pubblico. La prima degli italiani ad arrivare è stata l’allora Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elsa Fornero. “Buonasera, Ministro! Dove sta andando?” domanda la Innocenzi. “Buonasera… buonasera”, risponde più volte il Ministro. “Che riunione c’è lì dentro?”, incalza la giornalista. “Lei chi è?”, chiede la Fornero. “Sono una giornalista del programma Servizio Pubblico di Michele Santoro.” “Ah, ok… e… mmm… buonasera”, ripete per la terza volta il Ministro, puntando velocemente verso l’entrata. “Ministro, allora mi dice dove sta andando?” “Ehm… eh… io veramente… ehm… ho ricevuto un invito ed ho aderito…” La Fornero è visibilmente imbarazzata
un invito ed ho aderito…” La Fornero è visibilmente imbarazzata davanti alla insistenza della giornalista. “Sì, ma chi è che l’ha invitata?” Il Ministro non ha risposto, ha allungato il passo muovendo le mani, ma la Innocenzi ha continuato con le domande: “Chi l’ha invitata Ministro, ce lo può dire?” “Vado in Campidoglio.” “Ma per caso c’è la riunione del Bilderberg?” La Fornero: “Eh… ehm… di questo non ne ho idea”. “Scusi, Ministro, possibile che lei sta andando ad una riunione senza sapere di che riunione si tratti?” Il Ministro si è rifiutata di dare chiarimenti e quindi la stessa domanda le viene posta più volte: “Allora, Ministro, davvero non sa chi l’ha invitata?” La Fornero ha accelerato il passo e finalmente è entrata in Campidoglio, dove la giornalista non poteva raggiungerla bloccata dagli agenti addetti alla sicurezza. A seguire è arrivato Gianni Alemanno in veste di Sindaco di Roma. “Salve Sindaco”, saluta la Innocenzi. “Le posso chiedere dove sta andando?” “Sto andando ad una riunione”. “Ma che riunione c’è lì dentro?” Alemanno ha preso tempo poi ha risposto: “C’è una cena organizzata da Telecom con investitori nazionali ed internazionali e adesso arriverà anche il Presidente Monti e… e… non so…” “Ma perché allora dicono che sia una riunione del Bilderberg, scusi?” “Ehm… perché evidentemente è stata… una cosa organizzata proprio… ehm… ma adesso non so esattamente perché mi è arrivato un invito, ma…” In quel momento è giunto Mario Monti, circondato dalle guardie del corpo; la giornalista si fa spazio: Presidente Monti, sta andando anche lei alla riunione del Bilderberg?” Le guardie del corpo bloccarono la giornalista formando un muro davanti a lei, così Mario Monti ha affrettato
il passo ed è entrato. È intervenuto poi Franco Bernabè (da anni membro del Direttivo del Bilderberg e membro della Rotschild Europe) sostenendo che aveva voluto personalmente offrire una cena in onore del Governo. Qui davvero c’è bisogno di un’attenta riflessione, perché le domande che sorgono senza trovare risposta plausibile sono diverse. Come mai il Presidente del Consiglio ed i suoi Ministri hanno partecipato ad una riunione di un’azienda privata senza dir nulla? Perché i media non hanno raccontato che ci sarebbe stata una riunione di tale importanza in Campidoglio, riunione per la quale è stata addirittura chiusa al pubblico, con alcune ore d’anticipo, un’ala dei musei Capitolini? Perché gli invitati hanno dato le risposte più disparate, ed addirittura la ex Ministra Fornero non ha saputo dire a cosa dovesse partecipare? Perché c’era solo una giornalista e non c’erano tutti gli altri rappresentanti della carta stampata che di solito affollano le riunioni a cui partecipano il Presidente del Consiglio ed i suoi Ministri? Come mai non ci sono stati articoli di giornale il giorno dopo circa la riunione che si era svolta alla presenza delle più alte cariche del governo? Perché Mario Monti è stato invitato a quella riunione da Bernabè? Vi era legame tra quella riunione ed il gruppo Bilderberg? Vi era legame tra Mario Monti e Bernabè (membri del Comitato Direttivo del Bilderberg), che qualche mese dopo sarebbero andati insieme alla riunione del Bilderberg del 2013 in Inghilterra? Cos’è che giustificherebbe il silenzio dei media, che nulla hanno riportato di una
che giustificherebbe il silenzio dei media, che nulla hanno riportato di una riunione così importante, tanto che nulla si sarebbe saputo dell’evento se non fosse stato ripreso da Dagospia? Io ebbi modo di chiedere personalmente durante un’intervista a Daniel Estulin, esperto mondiale del Bilderberg se fosse a conoscenza della riunione di Roma.29 Mi rispose che non si trattava di una riunione Bilderberg di quelle ufficiali ma, dato il calibro dei partecipanti ed essendo presenti due membri del Direttivo del Gruppo - di cui uno risultava essere l’organizzatore di quella riunione (Bernabè) – era con molta probabilità un meeting per discutere di qualche tema urgente proposto dal Gruppo stesso. Quindi risultava utile mascherare le reali finalità dietro l’alibi della riunione Telecom. Alcuni dei partecipanti, ovviamente, erano ignari della doppia finalità della riunione, alla quale – come mi ha confessato Alemanno – sono stati chiamati a partecipare a causa del ruolo istituzionale che ricoprivano in quel momento. Non ho motivo di non credere alla versione dell’ex sindaco di Roma dato che il suo nome non figura mai nelle liste di queste organizzazioni e lui fu l’unico a non sfuggire alle domande della giornalista. Cosa accadde con il successivo governo? Per approvare la miriade di tasse, di provvedimenti anti-italiani, anti-Italia, pro-banche e pro-finanza voluti da Monti e dare continuità al suo progetto era necessario imporre - dopo una accurata strategia della tensione mediatica - un governo di larghe intese, privo di qualsiasi opposizione, sia a livello politico e sindacale
che mediatico. Tutto venne organizzato con largo anticipo: Enrico Letta - membro della Commissione Trilaterale, Vice presidente di Aspen Institute Italia - nel 2012 fu il solo politico italiano chiamato a so 29http://francescoamodeo.net/2013/06/19/linchiesta-che-fara-tremare-ilgoverno-e-vergognare-i-media/ stituire Monti alla riunione del Bilderberg in America. “Non si capisce” il perché dato che egli non era Segretario del suo partito, ne candidato alla Presidenza del Consiglio. Qualche mese dopo quella riunione fu scelto sempre da Giorgio Napolitano a sostituire Monti al Governo del paese. Non era mai andato al Bilderberg prima e non verrà chiamato in seguito. Partecipò soltanto alla riunione che si svolse pochi mesi prima della sua investitura alla Presidenza del Consiglio, un’investitura, che agli italiani è stato fatto credere, che fosse avvenuta in maniera del tutto inaspettata ed imprevista. Che i due ex Presidenti del Consiglio in questione, invece, si stes— sero organizzando potevamo già intuirlo quando, in tempi non sospetti, l’obiettivo di un fotografo catturò l’immagine di Enrico Letta in Parlamento mentre passava segretamente un vero e proprio pizzino a Mario Monti. Facendo uno zoom della foto, il fotografo riuscì a svelare il contenuto di quel messaggio: “ Mario quando vuoi indicami forme e modi con cui posso esserti utile dall’esterno, sia ufficialmente sia riservatamente. Per ora mi sembra tutto un miracolo! Ed allora i miracoli esistono”.30 Miracolo? Ma se quello fu considerato l’anno più critico per il paese e per gli italiani, di che miracolo parlavano? E cosa si intende per
aiuto esterno e riservato? Enrico Letta volerà dalla Merkel il giorno dopo il suo insedia mento in palese segno di sottomissione (entrato in carica il 29 aprile, Letta ha incontrato la Cancelliera tedesca Angela Merkel il 30 aprile ) e sarà lui a dare il via ibera dell’Italia alla Commissione Europea per aprire le trattative con gli Stati Uniti al fine di stipulare il Transatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip) ufficialmente la costruzione di un mercato unico per merci, investimenti e servizi tra Europa e Nord America ma in realtà uno dei peggiori e più dannosi trattati che l’Italia e in questo caso l’Europa abbiano mai firmato di cui, si parla pochissimo e che in alcuni punti è coperto addirittura dal segreto di stato. 30 http://www.liberoquotidiano.it/gallery/992284/Il-pizzino-di-Letta-a-Monti. html Un accordo letale per le nostre imprese, per l’occupazione, per la salute e l’ambiente utile solo per gli interessi ed i profitti delle multinazionali americane. Le trattative sono tenute nel più stretto riserbo e addirittura sul sito ufficiale dell’Unione Europea alla domanda “ perchè le trattative del ttip sono così segrete” la risposta ufficiale della Commissione è “perchè non si svelano le carte all’altro giocatore durante la partita”. E’ evidente che i giocatori con cui bleffare, da tenere all’oscuro di tutto, fino alla fine, sono i cittadini europei. Da non credere ! eppure questa è la risposta
sul sito ufficiale dell’Unione Europea alla voce “Faq” del Ttip.31 Il punto più pericoloso è che l’uniformazione dei regolamenti tra Usa e Ue produrrà tendenzialmente una uniformazione al ribasso delle regole che avrebbe delle ricadute disastrose sull’Europa ed in particolare sull’Italia. Per quanto riguarda l’agricoltura, negli Usa, infatti, è possibi le coltivare prodotti Ogm ossia geneticamente modificati. Cibo realizzato in provetta per intenderci ed è possibile utilizzare gli ormoni nell’allevamento degli animali destinati all’alimentazione. Gli americani non riconoscono la denominazione d’origine controllata. Sarebbe quindi la tomba dei prodotti “made in Italy” dato che - come fa notare Paolo Ferrero sul Fatto Quotidiano32“sarebbe possibile commercializzare Chianti o Barolo prodotto in California e denominare Parmigiano reggiano qualsiasi for— maggio duro.” Per quanto riguarda i servizi si ipotizza di escludere dalla trattativa solo quelli per i quali non esiste offerta privata: l’acqua , la sanità, l’istruzione e cioè il complesso dei beni comuni e del welfare rischiano di essere completamente privatizzati e snaturati. “Per quanto riguarda l’ambiente le regole Usa sono molto meno vincolanti: non esiste la carbon tax e le aziende potranno con— trapporre la loro aspettativa di guadagno alla difesa della salute attuata dagli stati. Emblematico – nell’ambito del trattato di libe-
31 http://ec.europa.eu/trade/policy/in-focus/ttip/questions-and-answers/ 32 http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/19/grande-truffa-della-natoeconomica-ttip/660768/ ro commercio tra Usa e Canada (Nafta) – che lo stato del Quebec – che ha votato una moratoria sull’estrazione dello shale gas in nome della difesa della salute della popolazione – sia stato portato di fronte al tribunale arbitrale del Nafta dalle industrie Usa del settore, a causa della perdita di potenziale guadagno derivante dalla sua decisione.” Aspettiamoci quindi che se entra in vigore il Ttip e qualcuno proverà a bloccare i prodotti dannosi per tutelare la nostra salute, saremo poi costretti, non solo a farli entrare ugualmente sul nostro mercato, ma anche a pagare ingenti multe. Ora capite perché è fondamentale per queste organizzazioni riuscire a imporre i propri uomini nei ruoli chiave dei governi per essere certi che saranno disposti, in maniera servile, a portare avanti gli interessi di dominio dei potentati finanziari e delle multinazionali. Perché il Governo è poi cambiato ancora? I Presidenti del Consiglio imposti dalle lobbies ed i loro ministri, sono costretti ad adottare misure economiche impopolari ad esclusivo danno dei cittadini, questo li rende mal visti e fa crescere lo scontento popolare. Prima che la situazione diventi esplo-siva, gli oligarchi favoriscono un cambio di casacca in modo da lasciar sfiatare la protesta e permettere ai media di tenere distratta l’opinione pubblica con proclami inneggianti al cambiamento che invece sarà solo di facciata. Ed ecco allora, che sempre il capo dello Stato Giorgio Napolitano, invita a cena Matteo Renzi in tempi non sospetti e lo fa allo scuro delle segreterie del Quirinale: “ sarò padrone di invitare chi voglio a cena a casa mia” racconta l’inquilino del Colle secondo quanto riportato nel libro inchiesta “ La volta buona”. Renzi discusse con Napolitano la possibilità
di prendere il posto di Letta. Napolitano si raccomandò di non far saltare la maggioranza. La cena si concluse. Il governo Letta pure33. E’ il caso di dire, che chi di “cena ferisce di cena perisce”, ri— cordando la strana cena alla quale partecipò proprio Enrico Let— 33 Matteo Renzi e Giorgio Napolitano: la cena in cui decisero di far fuori Enrico Letta: http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11569515/MatteoRenzi-e-Giorgio-Napolitano-.html ta insieme al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ospiti a casa del fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari a settembre del 201334. Certo fa strano pensare che due figure centrali per il loro ruolo di garanzia - Napolitano e Draghi – erano ospiti di una cena “super riservata del principe e decano dell’anti-berlusconismo più militante il che significa che non era certo in campo neutro che il garante della Costituzione e quello della Banca centrale si sono trovati insieme al Presidente del Consiglio, il quale ultimo, pur non essendo un garante istituzionale è tuttavia un garante di fatto visto che concentra in sé la funzione di una alleanza in atto, che sostiene un governo non ancora sfiduciato” come faceva notare il senatore Paolo Guzzanti in un suo articolo nel quale chiedeva come fosse possibile che “il capo dello Stato, il capo del governo e il capo della Bce hanno accettato di riunirsi sotto la tenda del canuto maresciallo di uno dei due eserciti in battaglia
per brindare e fare piani” e ancora una volta come sia possibile che i media abbiano finto di non vedere e di non sapere. Tornando a Matteo Renzi, che pur di ingraziarsi il favore delle banche sta provando scandalosamente a reintrodurre, addirittura l’anatocismo (pagamento degli interessi sugli interessi alle banche) cancellato dai ricorsi in Cassazione e inserito adesso nel silenzio generale, nell’articolo 31 del decreto competività. Un articolo del quale sia il ministro Guidi (Trilaterale) che Renzi, fingono addirittura di non sapere nulla passando la patata bollente al Tesoro. Alla fine salta fuori che la decisione è stata imposta dalla Banca d’Italia con una modalità inaccettabile nella forma ma piuttosto ovvia nella sostanza dato che gli interessi sugli interessi che danneggiano i cittadini, fanno molto bene agli istituti di credito. Volò anche lui dalla Merkel l’11 Luglio 201335 e lo fece 34 Ma quante trame a casa Scalfari con Letta, Napolitano, Draghi: http://www.ilgiornale.it/news/interni/quante-trame-casa-scalfari-letta-napolitanoe-draghi-954053.html 35 Renzi fa sul serio: vola a Berlino e incontra la Merkel in gran segreto http://www.corriere.it/politica/13_luglio_13/renzi-merkel-berlino_93f4d0acebed-11e2-8187-31118fc65ff2.shtml senza un motivo reale dato che a quei tempi ricopriva la carica di sindaco di Firenze “e non risulta che altri sindaci siano mai voltai dalla Cancelliera tedesca ed a seguire dagli altri più importanti leader europei.” “L’incontro con la signora Merkel era privato, non ufficiale” dichiarò Renzi, ma dura fu la replica dello stesso
segretario del Pd Epifani: “ io penso che toccava al Primo Ministro incontrare un altro Primo Ministro, perché anche altri sindaci avrebbero qualcosa da dire alla Merkel, però stanno al loro posto”. All’ingenuo Epifani evidentemente sfuggiva il fatto che quell’incontro, con molte probabilità, serviva proprio a far si che Renzi nell’immediato futuro diventasse il nuovo presidente del Consiglio ed il nuovo segretario del suo partito proprio al posto del povero Epifani. Renzi ha poi organizzato una riunione a porte chiuse con i mem bri dell’alta finanza internazionale36 ed il 17 Marzo tornerà dalla Merkel a sottoporgli il jobs act prima di averlo debitamente esposto agli italiani37. Non sorprende, a questo punto, neppure che l’ambasciatore Usa a Roma John Phillips sapesse in anticipo dell’ascesa del sindaco di Firenze verso Palazzo Chigi come riportato anche da Dagospia.38 La continuità del Governo Renzi con i progetti delle élite sovranazionali è infatti palese. A lui come trattato spetta l’European Redemption Fund (ERF). A spiegarmi nei dettagli questo trattato è stato il caro amico economista e autorevole professore Antonio Maria Rinaldi che lo ha definito: “il punto di non ritorno per l’Italia e la più micidiale delle trappole a danno dei paesi eurodotati”. Il micidiale ERF funziona essenzialmente in questo modo: “tutti gli Stati aderenti 36 Renzi incontra il gotha della finanza londinese: http://finanza.it.msn.com/radiocor/governo-renzi-incontra-il-gotha-della-finanzalondinese-ce-anche-colao
londinese-ce-anche-colao 37 Renzi: andrò dala Merkel con il jobs act pronto: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Renzi-Andro-dalla-Merkel-conil-Jobsact-pronto 38 Dietro il ribaltone Letta/Renzi c’è lo zampone di Obama e dei poteri forti http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dietro-ribaltone-letta-renzizampone-obama-poteri-72120.htm conferiscono a un Fondo specifico le eccedenze delle porzioni di debito superiori al 60% del PIL e lo stesso Fondo, per finanziar— si e tramutare i titoli nazionali con quelli con garanzia comune, emetterà sul mercato dei capitali una sorta di super eurobond al cubo e avvalendosi della tripla A, concessa dalle Agenzie di rating alle emissioni della UE, potranno godere di tassi presu— mibilmente più bassi rispetto a quelli di molti paesi periferici”. Ma Rinaldi fondatore tra l’altro del movimento “riscossa italiana” - ha voluto chiarire gli effetti nefasti per l’Italia: “siccome nessuno ti regala nulla per nulla, tanto meno i ragionieri esat— tori europei - spiega l’autorevole economista - in cambio viene pretesa a garanzia l’asservimento dei rispettivi asset patrimoniali nazionali, riserve valutarie e auree e parte del gettito fiscale (es. IVA). In questo modo si firmano cambiali in bianco e la riduzione del debito avverrà automaticamente con la vendita dei beni patrimoniali seguendo la logica del curatore fallimentare più orientata a soddisfare i diritti del creditore che del debitore se non si sarà in grado di versare gli importi previsti ogni anno e per vent’anni! Praticamente per noi una specie di euro Equitalia esattriceliquidatrice che ci lasci comunque con il residuo del debito (il 60%) da onorare
liquidatrice che ci lasci comunque con il residuo del debito (il 60%) da onorare senza più contare sul “collaterale” patrimoniale”. In pratica secondo Rinaldi e tanti altri autorevoli economisti liberi e non asserviti al sistema questa sarà la triste fine delle partecipazioni di stato alla quale Renzi deve portarci per completare il lavoro iniziato e portato avanti da Prodi, Andreatta, Ciampi, Draghi, Amato, Monti e Letta. Le partecipazioni di ENI, Finmeccanica, Poste, ENEL ecc., beni immobiliari pubblici, riserve auree e valutarie, saranno liquidate automaticamente con il pericolo che saranno letteralmente svendute a favore dei soliti noti, per soddisfare il criterio della riduzione ventennale del debito, visto che “attualmente la nostra eccedenza di debito ammonta a circa 1170 Mld., pari al 73% del PIL essendo ora al 133%.” L’attento Rinaldi fa notare anche un altro aspetto della questione molto più sottile e subdolo: “il nostro debito spiega-anche se attualmente espresso in euro, ma di fatto valuta per noi estera in quanto non la stampiamo, almeno è ancora sotto la giurisdizione italiana, mentre con la conversione in emissioni comuni (eurobond), si tramuterebbe in giurisdizione internazionale e non più convertibile in valuta nazionale in caso di uscita dall’euro poiché non più applicabile il principio di Lex Moneta previsto dagli art.1277 e 1278 del nostro codice civile. Si tratterebbe dell’abdicazione più totale di qualsiasi residuo di sovranità e saremo depredati di tutto il nostro patrimonio pubblico.” Ho personalmente atteso per ore Matteo Renzi alla stazione
Termini e sono salito sul “suo” treno solo per potergli fare una domanda sull’ERF che nessun giornalista gli ha mai posto. Le guardie del corpo mi hanno fatto attendere che terminasse di rispondere alle domande di altri passeggeri che gli si erano avvicinati ma quando è arrivato il mio turno, appena mi sono presentato come blogger, il Presidente del Consiglio deve avere intuito che la mia non sarebbe stata una domanda da giornalista asservito ed, infatti, quando ho nominato l’European Redemption Fund, lui si è voltato, ha premuto il pulsante che apre le porte e in un attimo è “fuggito”via lasciando indietro, nel vagone ristorante, persino la sua guardia del corpo che nel seguirlo repentinamente, si è voltato verso di me guardandomi sorpreso quasi a domandarmi cosa gli avessi chiesto mai. Il video è visibile su you tube.39 Dopo l’Erf, Renzi come Presidente del Consiglio di un paese dell’Unione Europea dovrà anche mettere in essere per l’Italia i provvedimenti cheporteranno alla fatidica Unione Bancaria, il cui pacchetto di norme sono già state silenziosamente approvate di recente. Lo stesso Presidente UE Van Rompuy definisce l’Unione Bancaria “il passo più grande dopo l’euro”. Immaginate quindi cosa ci attende. Come primo step, infatti, si prevede un nuovo meccanismo che affianca il famoso SSM (l’organo unico di supervisione bancaria) e cioè il SRM(meccanismo di risoluzione unico) per le crisi degli istituti bancari che entrerebbe in vigore a decorrere dal 1° gennaio 2015 con le funzioni di bail-in e
39 https://www.youtube.com/watch?v=NV35Ec_WOAE di risoluzione delle crisi che invece si applicherebbero a decorrere dal 1° gennaio 2016. Particolarità di questo organismo è il fatto che la commissione che lo gestisce è formata da soli 5 membri dal grandissimo potere: “Il comitato consisterebbe in un direttore esecutivo, quattro membri nominati a tempo pieno e rappresentanti delle autorità nazionali di risoluzione delle crisi di tutti i paesi partecipanti.” Attenzione, oltre a non essere eletti, non sono sottoposti a nessun controllo legale dal momento che i documenti creati da questi meccanismi e sui quali loro stessi lavorano, sono tutti, per legge, secretati. Come se ciò non bastasse, le decisioni di questa cerchia non potranno essere messe in discussione dagli stati membri. In altre parole i governi dei singoli Stati saranno completamente esclusi dal meccanismo decisionale di questi organismi che alla fine gestiranno in modo completamente autonomo le liquidazioni degli istituti in grave difficoltà. Dopo aver visto dove dovrà condurci il governo Renzi e quali sono i più dannosi trattati che dovranno essere firmati cerchiamo di capire quali sono le figure che sono state scelte per affiancarlo in questo lavoro e soprattutto da dove provengono. Prendiamo Pier Carlo Padoan di cui leggiamo che “il 21 febbraio2014 è stato scelto da Matteo Renzi per ricoprire l’incarico di Ministro all’Economia”. Credete sia stato scelto veramente dal “nostro” nuovo Primo Ministro? Possibile che un Presidente del Consiglio che a sua volta non è stato scelto da nessuno, abbia la facoltà di scegliere chi guiderà la nostra economia? Poco credibile. Padoan proviene dal Fondo Monetario Internazionale (Troika)
proviene dal Fondo Monetario Internazionale (Troika) è stato direttore della Fondazione Italianieuropei di D’Alema, capo economista all’Ocse. Per me questo bastava per capire chi lo avesse imposto e gli interessi di chi avrebbe dovuto portare avanti gestendo l’economia italiana ma c’è un episodio ancora più eclatante a dimostrazione del ruolo svolto, anche in questo caso, dalle organizzazioni che vogliono prendere il potere. In data 25 Gennaio 2013, esattamente un anno prima che Pier Carlo Padoan diventasse il nostro Ministro dell’economia, è stato invitato a partecipare ad una riunione dai membri del RIIA, Royal Institute of International Affairs alla Chatam House di Londra come riportato nel sito ufficiale dell’istituto. E qual’era il tema della riunione? L’Economia Italiana: La chiave del futuro dell’Unione Europea40. Da non credere! Secondo voi quella “chiave” l’avrebbero lasciata al popolo italiano o l’avrebbero afferrata loro? Ecco la risposta: Un anno dopo quell’incontro Padoan diventa il nostro Ministro dell’Economia.
nostro Ministro dell’Economia. Ma non vi sembra strano? Non credete anche voi che una riunione per discutere dell’economia italiana sarebbe stato più opportuno farla in Italia, magari con qualche autorevole relatore straniero, piuttosto che farla in Inghilterra con un relatore italiano? Ma qualcuno era a conoscenza del fatto che si riunivano per parlare del destino dell’economia italiana con il nostro futuro Ministro dell’economia e lo si faceva a Londra davanti a quei personaggi che tutto vogliono meno che gli interessi del nostro paese? Non è dato saperlo perchè sul sito ufficiale sono categorici e scrivono che “Attendance at this event is by invitation only. This event will be held under the Chatham House Rule.” Si accede solo per invito e l’evento dovrà seguire le regole della Chatham House. E quali sono le regole della Chatham House? Lo spiegano in un altro link41: La regola è la segretezza. Ricapitoliamo: Pier Carlo Padoan viene invitato ad una riunione della controversa, ultraliberista, mondialista, (per non dire altro) RIIA in Inghilterra, il 25 Gennaio 2013. La riunione verte sull’importanza dell’economia italiana per il futuro dell’Unione Europea. I temi trattati vengono tenuti segreti nel rispetto e negli obblighi imposti dall’organizzazione stessa. Il 21 Febbraio del 2014Pier Carlo Padoan diventa Ministro dell’economia italiana (quella indispensabile per il futuro dell’Europa). Ora due sono le possibilità. O prendiamo la pillola azzurra, andiamo sul sito ufficiale e accettiamo la versione secondo cui
“Padoan è stato scelto da Matteo Renzi.” Oppure optiamo per la pillola rossa e prendiamo atto che il Golpe continua. 40 http://www.chathamhouse.org/events/view/188193 41 http://www.chathamhouse.org/about-us/chathamhouserule Stessa storia per il Ministro dello Sviluppo Federica Guidi evidentemente imposta dalla Commissione Trilaterale della quale è membro ufficiale. Anche in questo caso, nel mio libro “Azzannate le iene” a pag. 80 mi ero permesso di fare una previsione scrivendo che “la stanno indottrinando” forse in attesa di qualche incarico di governo. A sfatare ogni dubbio ci penserà, in un intervista rilasciata al Fatto Quotidiano il 25 Febbraio 201442lo stesso Presidente del gruppo italiano della Commissione Trilaterale Carlo Secchi che con una bella faccia tosta dichiarerà: “Dopo Prodi, Monti e Letta ora al governo abbiamo la Guidi”. Ma abbiamo chi? chi vi conosce? gli italiani non sanno neppure chi siete. Lui però non ha scrupoli ed al cronista che gli chiede di definire la loro visione di mondo risponde: “la nostra visione per un sistema che rispetta il rigore finanziario, il libero mercato” per poi dichiarare alla successiva domanda che “l’Italia deve sistemare i conti e preparare un piano di tagli”. Come avrete capito, i rappresentanti di queste organizzazioni, parole come “cittadino”, “popolo”, “diritti”, non le vogliono neanche pronunciare, ed infatti, al giornalista che gli chiede spiegazioni sul conflitto d’interesse della Guidi come Ministro dello sviluppo - la cui azienda di famiglia ha una sempre più marcata spinta alla
delocalizzazione all’estero e lavora tanto di commesse pubbliche - lui risponde “mica possiamo mandare al governo i monaci cha fanno voto di povertà”. Io sinceramente credo che tra il monaco che fa voto di povertà e la Presidente di Ducati Energia che fattura centinaia di milioni all’anno, una via intermedia ci dovrebbe pur essere ma quello che trovo più assurdo di quella risposta è il “mica possiamo mandare al governo” che toglie ogni dubbio sulla provenienza dei nostri politici come quando il giornalista gli chiede se loro “determinano gli eventi” e lui risponde senza problemi che “gli eventi li condizionano” che in pratica è la stessa cosa. Secchi nell’articolo confessa persino che presenteranno un programma al quale hanno lavorato per due anni insieme a Monti, Letta e la Guidi. Tre nomi interessanti, 42 http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/25/trilateral-il-presidente-italianodopo-prodi-monti-e-letta-ora-algoverno-abbiamo-la-guidi/893575/ che anni fa forse nessuno avrebbe notato in quell’ordine, e invece oggi, considerando che i primi due si sono alternati alla presidenza del Consiglio e la terza è diventata Ministro del successivo governo, verrebbe quasi da pensare male. Come abbiamo visto, non c’è nulla di particolarmente occulto. Nessuna tesi da complottista. C’è solo una cruda realtà totalmente censurata dai media e dalla politica. Alcune organizzazioni stanno portando avanti gli interessi delle categorie che rappresentano e questi interessi sono diametralmente opposti ed in contrasto con quelli del resto della popolazione e contro i principi delle democrazie. Quindi è in atto una guerra invisibile. Da una parte i rappresentanti di questa élite, che ha bisogno per i propri interessi di arrivare a: deregolamentare i
mercati; rendere impunite le speculazioni finanziarie; rendere una giungla il mercato del lavoro; sottoscrivere leggi e trattati che favoriscano le multinazionali ed i potentati bancari. Dall’altra parte ci sono i popoli, le democrazie partecipative, lo stato di diritto, lo stato sociale, i lavoratori, i cittadini a cui stanno silenziosamente sottraendo tutto. Questa guerra è impari. Sul primo fronte, infatti, sanno bene contro chi si sono scagliati. Dall’altra parte, invece, ignorano persino di essere finiti sotto assedio, scambiando degli attacchi mirati contro di loro per incidenti di percorso. Quindi non solo non si difendono, ma si affidano incosapevolmente al proprio nemico. Voglio fare un esempio: Crisi economica sui mercati. Al popolo viene nascosto che si è trattato di una crisi indotta. Bisogna chiamare un tecnico per risollevare il paese. Propongo agli italiani di mettere da parte il loro diritto ad esercitare col voto la propria sovranità per un governo d’emergenza guidato da un uomo che viene presentato da tutti i media, come un esperto e integro professore e rettore della Bocconi di Milano. Gli italiani accettano ignari la cessione di sovranità. Nessuno protesta. Nessuno scende in piazza. Nessuno si ribella. Cosa sarebbe accaduto, se presentando Monti, avessero raccontato agli italiani che la persona alla quale affidavano a scatola chiusa le sorti del paese, proveniva da quelle stesse banche che la crisi l’avevano indotta e causata. Che era stato membro dell’unica Commissione Europea sciolta in anticipo per corruzione (Santer). Che era Presidente europeo della più spietata Commissione dei
rappresentanti del capitalismo e della finanza speculativa (Trilaterale). Membro del Direttivo di un Gruppo internazionale dichia— ratamente avverso alla democrazia il cui fondatore suggerisce di stracciare la nostra Costituzione. Un Gruppo che secondo un noto magistrato italiano era stato addirittura responsabile in passato della strategia della tensione (Bilderberg). Membro di una Commissione (Attali) che ha come scopo quello di rilanciare la Francia che è il nostro maggiore competitor commerciale. Presidente di una lobby del capitalismo più estremo come la Brugel. Con un passato nelle agenzie di rating (Moody’s) che hanno artatamente danneggiato il nostro paese. Se fossero state raccontate queste innegabili verità, credete che gli italiani gli avrebbero consegnato le chiavi del paese? Ora due sono le scelte. Noi possiamo continuare a permettere che queste persone decidano le nostre sorti e rimanere passivi a subirne le conseguenze o possiamo prendere atto di quello che sta accadendo e adoperarci per liberare il nostro paese da questa Dittatura Finanziaria. Chiedo ai giornalisti e ai politici di far luce su queste vicende. Il primo ad approfondirla dovrebbe essere proprio Alan Friedman se le sue omissioni sono avvenute in buona fede. In quel caso credo sia arrivato il momento per il noto giornalista americano di imbattersi nei piani del Club Bilderberg della Commissione Trilaterale e delle altre organizzazioni – che per adesso si mantiene ben lontano dal nominare – per scoprire che, forse, è proprio durante quelle riunioni che è partito il diktat per Napolitano di mettere Monti al governo (che non sia stata una scelta di politica
mettere Monti al governo (che non sia stata una scelta di politica interna lo dimostra il fatto che è accaduta parallelamente la stessa identica cosa in Grecia ). So bene che il simpatico giornalista dall’accento americano potrebbe rimanere davvero deluso scoprendo che a quelle riunioni partecipa anche il suo editore e tanti dei suoi colleghi del Corriere della Sera oltre a tutti gli azionisti del patto di sindacato del gruppo editoriale RCS che ha editato il suo libro. Io credo che Friedman abbia rischiato più volte di ricevere questa delusione e già immagino i suoi colleghi nascondere le carte sotto alla scrivania ogni volta che lui entra in redazione. Pensate cosa sarebbe accaduto se avesse indagato meglio nella vita dei personaggi intervistati nel suo libro come Prodi, Monti, Amato scoprendo quel filo conduttore unico che li lega inesorabilmente alle lobby finanziarie e alle banche d’affari americane ossia a quel manipolo di uomini che nell’estate del 2011 telefonarono a Giorgio Napolitano per dirgli che era arrivato il momento di scatenare l’inferno. Chiedo ai magistrati di verificare se l’associazione denominata Bilderberg ed altre di cui sopra, rivestano un carattere di segretezza, ovvero se al loro interno sussista un doppio livello di comunicazione -il riservato ed il segreto-tra le importanti personalità private e pubbliche che ne prendono parte. Se vi siano state interferenze -come riscontrato dai fatti - sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, che abbiano determinato le condizioni di un sostanziale svuotamento della democrazia e della sovranità del Popolo Italiano ed Europeo. In particolare se sul piano delle politiche sociali, economiche e finanziarie si siano verificate interferenze contrastanti con il rispetto dei valori della democrazia e del diritto dei cittadini al voto per la scelta dei governi ed alla piena informazione su tutte le scelte dei governanti -sopra dettagliatamente elencate-implicanti gravi sacrifici economici e la cessione di parte della nostra sovranità.
sacrifici economici e la cessione di parte della nostra sovranità. Se sia una pura casualità che politici e pubblici amministratori -con ruoli importanti nel Club Bilderberg e con incarichi prestigiosi in altri riservatissimi Club internazionali-siano gli stessi che hanno guidato le istituzioni nazionali ed europee nei momenti chiave del drammatico processo di “svuotamento delle sovranità statali” in favore e/o a vantaggio di apparati non controllati dai cittadini italiani tramite propri rappresentanti democraticamente eletti. Ci si chiede se sia lecito e compatibile guidare le pubbliche Istituzioni italiane ed europee, poi tornare in seno a banche d’affari od organizzazioni internazionali e se le scelte politico/amministrative sopra illustrate, abbiano portato o porteranno vantaggi agli organismi privati, rappresentati alle riunioni di cui sopra. Se è pura casualità la partecipazione dei membri italiani alle riunioni di questi gruppi ed il loro conseguente scatto di carriera ai vertici dei Governi e delle maggiori Istituzioni bancarie. E soprattutto di adoperarsi per applicare la legge Anselmi che “considera associazioni segrete e come tali vietate dall’articolo 18 della Costituzione quelle che, anche all’ interno di associazioni palesi, occultando la loro esistenza ovvero tenendo segrete congiuntamente finalità e attività sociali, ovvero rendendo sconosciuti, in tutto o in parte ed anche reciprocamente, i soci, svolgono attività diretta ad interferire sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, anche ad ordinamento autonomo, di enti pubblici, anche economici, nonché di servizi pubblici essenziali di interesse nazionale” e prevede per i promotori di tali associazioni e per i semplici partecipanti
la pena alla reclusione. I restanti articoli di tale legge, ancora in vigore, stabiliscono le procedure e gli effetti di tipo disciplinare in cui incorrono i dipendenti pubblici, civili e militari, che risultino, in base a fondati sospetti, appartenere ad associazioni segrete: per i quali è prevista tra l’altro la sospensione dal servizio. Con la semplice applicazione di questa legge ed inficiando i trattati firmati da coloro che l’hanno infranta noi potremmo trovare il mezzo per spezzare le catene che ci tengono legati all’austerity e ostaggio della dittatura europea. Pillola azzurra o pillola rossa. A voi la scelta.
Cronologia della dittatura finanziaria “Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere che succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno” Jean-Claude Juncker Presidente della Commissione Europea
La perdita della sovranità monetaria e l’impennata del debito pubblico: Nel 1981 è avvenuto “il divorzio” tra Banca D’Italia e Ministero del Tesoro: la Banca d’Italia è stata sollevata dall’obbligo di acquistare i titoli di Stato rimasti invenduti. Lo Stato veniva a trovarsi in balìa dei mercati finanziari e delle banche che lo co— stringeranno a pagare loro interessi sempre maggiori per collocare il proprio debito. La sciagurata decisione del 1981 insieme a quella di aderire allo SME di due anni prima sono senza ombra di dubbio le principali responsabili della crescita esponenziale del debito pubblico in Italia - addirittura raddoppiato nel giro di dieci anni come dimostrano tutti i relativi grafici macroeconomici - ed il primo passo verso la completa perdita della sovranità monetaria affidata ad una entità esterna e indipendente (indipendente dallo
affidata ad una entità esterna e indipendente (indipendente dallo Stato italiano ma totalmentedipendente dai mercati). Infatti, come ricordava lo stesso artefice del “divorzio” Beniamino Andreatta: “da quel momento in avanti la vita dei ministri del Tesoro si era fatta più difficile e a ogni asta il loro operato era sottoposto al giudizio del mercato”. Da li in poi, in pratica, sarebbero stati i mercati, depositari del potere monetario, a dettare l’agenda economica al governo e al parlamento di Roma. Utilizzando la scusa di combattere il malgoverno,in pratica, eliminarono il governo. Non si trattò di una cessione avvenuta in modo democratico. Tutt’altro: non ci fu alcun decreto del governo, nessun voto parlamentare il tutto avvenne tramite una comunicazione scritta che Andreatta, in qualità di Ministro del Tesoro e a quei tempi membro del Bilderberg(in futuro parteciperà alla riunione sul Britannia), consegnò a Carlo Azeglio Ciampi, all’epoca Governatore della Banca d’Italia e membro del Bilderberg.
1992: In sette giorni cambia il sistema monetario. Negli anni ’90 in soli 7 giorni venne cambiato il sistema monetario italiano che venne tolto dal controllo del Governo e messo nelle mani della finanza e delle banche private. I firmatari di tali provvedimenti, guarda caso, erano tutti membri del Bilderberg e delle altre organizzazioni ad esso collegate. Il 29 Gennaio 1992 la legge 35/92 Amato-Carli (Aspen-Bilderberg)venne emanata per la privatizzazione degli Istituti di Credito e degli enti pubblici. In pratica divennero private le banche che possedevano le azioni della Banca d’Italia. Il 7 Febbraio del 1992 vi furono due avvenimenti paralleli e
contemporanei. La legge numero 82 varata da Guido Carli (Bilderberg) attribuisce alla Banca d’Italia la facoltà di variare il tasso ufficiale di sconto (costo del denaro alla sua emissione) senza che venisse concordato preventivamente con il Ministero del Tesoro con ulteriore privazione di sovranità in ambito monetario: “Art. 1. Le variazioni alla ragione normale dello sconto e alla misura dell’interesse sulle anticipazioni in conto corrente e a scadenza fissa presso la Banca d’Italia sono disposte, in relazione alle esigenze di controllo della liquidità del mercato, dal Governatore della Banca d’Italia con proprio provvedimento, da pubblicarsi nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana”. Il Governo italiano è divenuto così completamente estraneo alla politica monetaria della Banca d’Italia che è stata di fatto affidata a dei privati. In quello stesso giornodel 1992 venne firmato il Trattato di Maastricht voluto fortemente da Romano Prodi (Bilderberg; Commissione Trilaterale; Goldman Sachs). Vennero poste le basi per la definitiva cessione della sovranità monetaria nazionale e la consegna della stessa alla Bce e quindi ai mercati che avevano ormai allungato le loro mani sul debito pubblico italiano fin dall’anno 1981: “La BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote all’interno della Comunità”. La creazione della moneta veniva strappata dal controllo democratico ed attribuita in via esclusiva ad un organo di proprietà privata che così avrebbe acquisito un controllo totale delle politiche economiche nazionali e ciò senza
acquisito un controllo totale delle politiche economiche nazionali e ciò senza alcun rischio d’impresa. Il Trattato di Maastricht, costituendo il SEBC, ovvero il sistema europeo delle banche centrali, viola palesemente alcuni principi sanciti dalla nostra Costituzione e può essere considerato un duplice attacco alla sovranità ed all’indipendenza nazionale. Da un lato il Trattato fornisce base giuridica al fine di consentire che sia l’Europa a dettare le politiche economiche delle nazioni, dall’altro priva le nazioni stesse di una Banca Centrale con cui finanziare in autonomia dette politiche. “L’Italia, con una moneta così concepita, perdeva, sia il controllo diretto dei tassi d’interesse che vengono oggi decisi dal mercato e che ovviamente può facilmente influenzarli con le speculazioni (come accaduto con la crisi dello Spread del 2011), sia la possibilità di svalutare la moneta stessa. Possibilità che si era resa necessaria in alcune circostanze a causa di shock esterni”: da Maastricht in poi non sarà più la moneta ad adeguarsi all’economia ma l’economia a doversi adeguare alla moneta (svalutando i salari!). Il denaro, quindi, da strumento alternativo al baratto per consentire lo scambio di beni e servizi di cui costituiva unicamente l’unità di misura, diventa esso stesso prodotto e strumento di predazione. Questo trattato ha quindi istituito la BCE, Banca Centrale Europea di proprietà di azionisti privati a cui ha conferito l’assoluta indipendenza di gestione delle politiche monetarie. BCE diviene l’unico organo autorizzato ad emettere moneta nella comunità Europea ex art. 106 Trattato UE. Ai sensi dell’art. 108 del TUE, BCE era ed è un organo che non risponde ad alcun criterio democratico: “Nell’esercizio dei poteri e nell’assolvimento dei compiti e dei doveri loro attribuiti dal presente trattato e
nell’assolvimento dei compiti e dei doveri loro attribuiti dal presente trattato e dallo statuto SEBC, né la BCE né una banca centrale nazionale né un membro dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni o dagli organi comunitari, dai governi degli stati membri né da qualsiasi altro organismo. Le istituzioni e gli organi comunitari nonché i governi degli stati membri si impegnano a rispettare questo principio e non cercare di influenzare i membri degli organi decisionali della BCE o delle banche centrali nazionali nell’assolvimento dei loro compiti” (Detta norma è stata confermata nella sostanza anche dal successivo Trattato di Lisbona) “Appare ovvio che questa indipendenza è priva di senso logico posto che la BCE è di proprietà delle banche centrali europee che a loro volta sono in massima parte di proprietà dei principali gruppi bancari internazionali i quali rispondono ad interessi propri e non certo al benessere collettivo.1 Alla BCE, altresì, è stato posto il divieto di svolgere attività di prestatore di ultima istanza potendo prestare unicamente al tasso ufficiale di sconto, unilateralmente determinato, alle banche commerciali le quali poi speculano sui debiti delle nazioni acquistati nel mercato secondario causando un’imposizione fiscale semplicemente folle”. In pratica se la banca centrale prestasse direttamente agli stati senza l’inutile intermediazione delle banche private, lo Stato risparmierebbe decine e decine di miliardi di euro ogni anno da utilizzare per risolvere gran parte dei problemi 1 http://www.studiolegalemarcomori.it/storia-cessione-sovranita-nazionaleriflessioni-leventuale-profilo-penale/ legati alla spesa pubblica. A tal proposito vale la pena ricordare
che, ad esempio, nel 2011 le banche ricevevano il denaro allo 0,25% di interesse dalla Bce e poi con questo denaro compravano i titoli di debito che fruttavano percentuali superiori al 6%. Provate ad immaginare quanti miliardi di euro avrebbe risparmiato lo Stato se avesse ricevuto direttamente il denaro allo 0,25% invece di prenderlo in prestito ad una percentuale 6 volte superiore. L’art. 101 TUE dispone: “E’ vietata la concessione di scoperti di conto o di qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da parte della BCE o da parte delle banche centrali agli Stati Membri, a istituzioni o organi della Comunità, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli stati membri, così come l’acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della BCE o delle banche centrali nazionali”. (Il testo è stato riconfermato dal Trattato di Lisbona). Ovviamente la disciplina del Trattato che ha istituito il SEBC va in palese conflitto con la costituzione anche con riferimento all’art. 47 che merita di essere rammentato: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito”. L’indipendenza della Banca Centrale è dunque pacificamente incostituzionale in quanto non consente alla mano pubblica il controllo diretto del credito. L’Art. 104 del TUE ha altresì attribuito tutti i poteri di raccomandazione e di imposizione di politiche fiscali d’austerità alla BCE, di fatto sottraendo definitivamente la sovranità alle nazioni dell’Europa che da tale momento venivano ufficialmente conse—
dell’Europa che da tale momento venivano ufficialmente conse— gnate ai mercati. La politica economica è così divenuta di competenza di soggetti che sfuggono a qualsivoglia controllo democratico. “Dunque è circostanza dimostrata e dimostrabile che negli ultimi anni circa un quarto della pressione fiscale complessiva veniva utilizzata (e viene utilizzata tutt’oggi) unicamente per pagare interessi (dunque parliamo dei soli interessi e non già del capitale!) sul debito in favore dei mercati e dunque anche di quelle banche che, essendo azioniste di BCE, hanno unilateralmente deciso la politica monetaria dell’Unione Europea con l’assoluta indipendenza di cui all’art. 108 del TUE (oggi capo II art. 130 del Trattato di Lisbona) e che poi acquistano sul mercato secondario le obbligazioni nazionali determinandone il relativo interesse secondo le leggi della domanda e dell’offerta che dunque finiscono per governare con il solo spostamento dei propri ingenti capitali”. Le Banche sono dunque autorizzate a comprare denaro creato dal nulla a costi bassissimi per poi acquistare il debito pubblico con margini di guadagno enormi. I firmatari italiani di tale Trattato sono stati: Giulio Andreotti come Presidente del Consiglio, Gianni De Michelis come Ministro degli Esteri (Bilderberg/Aspen), Guido Carli come Ministro del Tesoro (Bilderberg). -Il 12 dicembre 2006 venne modificato l’articolo 3 dello Statuto della Banca D’Italia che prevedeva la partecipazione maggioritaria al capitale della Banca da parte di enti pubblici. Il decreto venne firmato dal presidente del Consiglio Romano Prodi (Bilderberg, Trilaterale, Goldman Sachs)dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (Aspen)e dal Ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa (Bilderberg, Aspen, Commissione trilaterale, Gruppo dei 30) sanando il contrasto dello Statuto con l’avvenuta privatizzazione della banca (non più nazionale) con la cancellazione della
dicitura, che nel vecchio articolo 3, prevedeva che la maggioranza delle azioni rimanesse in mano a “Enti pubblici o società a partecipazione statale con maggioranza pubblica”. Nello stesso periodo è divenuto Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi (Goldman Sachs, Bilderberg, Commissione Trilaterale e Gruppo dei 30, proprio come Padoa Schioppa che aveva modificato lo statuto della Banca). -Il 2 Giugno del 1992 a pochi giorni dall’assassinio del giudice Giovanni Falcone, ci fu la riunione sulla nave Britannia, che avrebbe avuto conseguenze molto profonde sul futuro del Paese. Lo yacht della Corona inglese, gettava l’ancora a Civitavecchia con a bordo alcuni nomi illustri del mondo finanziario e bancario speculativo anglo/americano che sarebbero venuti per ricevere alcuni esponenti delle imprese statali e delle banche italiane, tra cui proprio Mario Draghi in qualità di Direttore generale del Tesoro, Beniamino Andreatta - che da li in poi divenne ministro al Bilancio con Amato agli esteri con Ciampi e alla difesa con Prodi- ed altri esponenti di spicco dell’Iri, dell’Eni, dell’Agip della Comit di Assicurazioni Generali, per preparare la cessione di alcuni dei patrimoni industriali e bancari più prestigiosi del nostro Paese a multinazionali e in particolare alla Goldman Sachs come denunciato da Benito Livigni, ex dirigente ENI, alla Tv tedesca2, dove - in qualità di testimone oculare - ha raccontato come, successivamente a quella riunione, le proprietà immobiliari dell’azienda petrolifera vennero svendute, quasi regalate, alla Goldman Sachs.Fu poi affidato ai mass media, che censurarono
totalmente la riunione in questione, ed al nuovo governo Amato il compito di trovare gli argomenti per giustificare la folle e urgente ondata di privatizzazioni che investì il paese da quel momento in poi. Lo fecero addossando la colpa all’esigenza di ridurre il debito pubblico (oggi stanno facendo la stessa cosa). In realtà c’era semplicemente la volontà dei grandi potentati bancari inglesi ed americani di prendere il controllo di ogni aspetto della vita economica italiana sfruttando le numerose scuse di ingovernabilità, corruzione, inefficienza. Gli accordi presi durante quel meeting avrebbero permesso agli anglo-americani di mettere le mani sul 48% delle aziende private italiane; su quelle considerate “gioielli” di Stato e sulla Banca D’Italia, come denunciato in quegli anni in un documento dell’EIR intitolato: “la strategia anglo-americana dietro le pri2 http://www.movisol.org/12news238.htm vatizzazioni italiane: il saccheggio di un’economia nazionale”. Da quel documento, che inquadrava l’episodio del Britannia in uno scenario più ampio di vera e propria destabilizzazione politico-economica del paese, nacquero diverse interrogazioni parlamentari la prima ad opera di un parlamentare missino Antonio Parlato che provò più di una volta a fare emergere la verità. Nello stesso mese del 1992 in cui si svolse il meeting, si insediò il governo Amato, si trattava di un personaggio in armonia con gli speculatori che ambivano ad appropriarsi dell’Italia, infatti, Amato per dare inizio alle privatizzazioni, si rivolse proprio alle banche di Wall Street che erano state rappresentate sul Britannia e appena salito al potere trasformò gli enti statali in società per azioni valendosi del decreto
legge 386/1991, in modo tale che l’élite finanziaria li potesse controllare ed in seguito acquistare. Lo stesso Amato che a Luglio di quell’anno, mise in essere una ingente manovra correttiva che prevedeva il tristemente noto prelievo forzoso dai conti correnti nelle banche italiane ratificato ex post con decreto legge (fatto privo di legittimità giuridica). ll peggio, però, doveva ancora venire. Per permettere, infatti, ai rappresentanti delle élite anglo americane di fare acquisti a buon mercato, a settembre del 92 ci fu il più tremendo attacco speculativo contro la lira con George Soros, che opera attraverso il Quantum Fund collegato ai Rotschild, che portò ad una immediata svalutazione del 30% che permise agli speculatori della grande finanza internazionale di privatizzare a prezzi stracciati a discapito degli interessi dello stato italiano dell’economia nazionale e dell’occupazione. Negli anni a seguire la Sip diventò Telecom Italia, le Ferrovie dello Stato diventarono Trenitalia, le Poste Italiane divennero una Spa, le reti della banca Rotschild misero le mani sull’Eni che venne svenduta e così via mentre Prodi quell’anno stesso suggerì pubblicamente di privatizzare, vendendo tutte e tre le banche d’interesse nazionale (Banca Commerciale, Credito italiano, Banca di Roma) più il San Paolo di Torino ed il Monte dei Paschi di Siena. Dai resoconti di una intervista che in quei mesi Prodi rilasciò al Wall Street Journal si evince che la volontà era
Prodi rilasciò al Wall Street Journal si evince che la volontà era prima quella di risanare e poi di vendere le aziende. Ma non dimentichiamo che si trattava di aziende che venivano risanate con i soldi dei contribuenti italiani e poi vendute invece ad investitori stranieri. I gioielli dello Stato, quelli attivi e quelli in passivo, vengono venduti, o svenduti secondo i punti di vista, con una facilità ed una leggerezza incredibili; chi li vende ha una grandissima possibilità: ridisegnare, ai danni dello Stato, il capitalismo italiano. Il ’92 è l’anno della svolta, ma è nel 1993-94, con Prodi nuovamente all’IRI, che vengono vendute ben due banche, il Credito Italiano (Credit), un vero e proprio gioiello, e la Banca Commerciale Italiana(Comit), oltre all’IMI(tutto tra il dicembre 1993 e il febbraio 1994, con una velocità straordinaria). Nello stesso periodo di fuoco vengono vendute le finanziarie Italgel e Cirio-Bertolli-De Rica; per quanto riguarda il settore agroalimen— tare, un settore tradizionalmente importante per la nostra economia, Mauro Bottareli ricorda che dopo il ’92 lo Stato vendette agli stranieri, specie inglesi e americani: Locatelli, Invernizzi, Buito— ni, Galbani, Negroni, Ferrarelle, Peroni, Moretti, Fini, Perugina, Mira Lanza e tante altre. Tra il ’93 e il ’94 viene venduta la SME, le vetrerie Siv dell’Efim, il Nuovo Pignone dell’Eni… Nel 1994 vengono venduti Acciai Speciali Terni; nel 1995 Ilva Laminati Piani e Italimpianti e così via. Nel 2007 è stato firmato il Trattato di Lisbona da Romano Prodi (Bilderberg, Trilaterale, Goldman Sachs, Aspen) e Massimo D’Alema (Aspen).L’Italia ha ceduto definitivamente sovranità all’Unione Europea; ha rinunciato al potere di veto su tantissime questioni importanti. Come spiega Paolo Barnard, è
“un Trattato col potere di ribaltare tutta la nostra vita di comunità di cittadini, scritto in modo da essere illeggibile dai nostri governi, completamente di nascosto da noi, e volutamente di nascosto.” Ricordiamo, infatti, che il testo è praticamente identico a quello della Costituzione Europea bocciata nei Paesi dov’era stata proposta con referendum (Francia e Olanda) perché scandalosamente sbilanciato a favore delle lobby europee. ll loro progetto prevede di lasciare la Costituzione Europea im— mutata e, di chiamarla Trattato per evitare il referendum. Poi, per non far capire al cittadino che nulla è cambiato di sostanziale in quel testo, lo rendono illeggibile inserendo migliaia di rinvii ad altre leggi e note a piè pagina, come hanno confessato: l’ex presidente francese Valéry Giscard D’Estaing: “Il Trattato è uguale alla Costituzione bocciata. Solo il formato è differ-ente, per evitare i referendum”; il parlamentare europeo danese Jens-Peter Bonde: “i primi ministri erano pienamente consapevoli che il Trattato non sarebbe mai stato approvato se fosse stato letto, capito e sottoposto a referendum. La loro intenzione era di farlo approvare senza sporcarsi le mani con i loro elettori”; il nostro Giuliano Amato: “Fu deciso che il documento fosse illeggibile... Fosse invece stato comprensibile, vi sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum”. Nel 2007 tutto è pronto e il 13 dicembre i capi di governo si riuniscono a Lisbona per firmare il Trattato, ovvero la Costituzione Europea bocciata nel 2005 e resa illeggibile. Il parlamento italiano ratifica il trattato di Lisbona l’8 agosto del 2008, approfittando della distrazione dei cittadini in piena settimana
di ferragosto. Nessuno spiega adeguatamente cosa comporti la ratifica del Trattato, ed i media, ancora una volta, tacciono. In realtà con quella ratifica abbiamo ceduto la nostra sovranità in materia legislativa, economica, monetaria, salute e difesa ad organi ( Commissione e Consiglio dei Ministri) che non verranno eletti dai cittadini. Il solo organo eletto dai cittadini, il Parlamento Europeo, non avrà, nei fatti, alcun potere. Dal 2011 in poi avviene quello che è stato ampiamente illustrato nei capitoli precedenti per dare continuità al piano di conquista e alla dittatura finanziaria sempre ad opera di uomini imposti dalle stesse organizzazioni.
I Responsabili (ancora operativi) Romano Prodi. Cosa ha fatto ai danni degli italiani ed a favore di queste lobby: Ha portato l’Italia in una Unione Europea che com’era strutturata era anti-democratica. Ha gestito il cambio lira/euro in maniera fallimentare. E’tra i protagonisti delle privatizzazioni selvagge avvenute negli anni 90. Ha firmato il Trattato di Lisbona che di fatto costringe il paese ad una quasi completa cessione di sovranità senza sottoporlo a referendum e senza informare i cittadini. Ha mentito sul caso del sequestro Moro dichiarando ai magistrati che aveva saputo il nome del covo delle Brigate Rosse durante una seduta spiritica leggendo il nome “Gradoli” che si formava
sul piattino3. Lobby di appartenenza: Membro del Direttivo del Bilderberg; Membro della Commissione Trilaterale; Membro dell’Aspen Institute; Proveniva dalla Goldman Sachs. Cosa ha detto: “Sono sicuro che l’euro ci costringerà a introdurre un nuovo insieme di strumenti di politica economica. Proporli adesso è politicamente impossibile, ma un bel giorno ci sarà una crisi e si creeranno nuovi strumenti” 3 http://www.affaritaliani.it/roma/romano-prodi-e-la-seduta-spiritica-riemergonoi-documenti-esclusivo-12042013.html Prodi era, dunque, consapevole che l’euro avrebbe portato alla crisi eppure aveva dichiarato: “Con l’euro lavoreremo un giorno in meno, guadagnando come se lavorassimo un giorno in più”. FALSO “ Questa Europa è tutto un fermento positivo e l’euro lo sta accelerando, cioè l’euro è proprio quella molla che sta creando un continente unico (...)Questa moneta direttamente o indirettamente sta muovendo tutta l’Europa (...) Il fatto che vi dicevo che si sta realizzando qualcosa che mai l’umanità ha realizzato è rigorosamente vero. Si sta realizzando nella pace, si sta realizzando nella concordia, si sta realizzando senza guerre, si sta realizzando come i grandi padri fondatori dell’Europa avevano sperato quando fecero questo meraviglioso e grandioso atto di fede” FALSO Posizione attuale: Doveva essere, e potrebbe ancora essere, il
futuro Presidente Della Repubblica.
Giuliano Amato. Cosa ha fatto ai danni degli italiani ed a favore di queste lobby Appena salito al governo ha dato il via alle privatizzazioni selvagge avvalendosi del decreto legge 386/1991 per la “trasformazione degli enti pubblici economici, dismissione delle partecipazioni statali ed alienazione di beni patrimoniali suscettibili di gestione economica.” Il 29 Gennaio 1992 emana la legge 35/92 Amato/Carli per la privatizzazione degli istituti di credito, compresi ovviamente quelli azionisti della Banca D’Italia di fatto, privatizzandola e avviando un processo di stravolgimento del sistema bancario, nettamente sbilanciato a favore dei potentati bancari e finanziari, aprendo così alle speculazioni. Il 7 Febbraio 1992, Amato fa subito seguire la legge 82 con cui il ministro del Tesoro, Guido Carli (Bilderberg), attribuisce alla Banca d’Italia la facoltà di variare il tasso ufficiale di sconto senza doverlo più concordare con il Tesoro. Ovvero dal 1992 la Banca D’Italia (privata) decide autonomamente per lo Stato italiano il costo del denaro; una legge che ha palesemente favorito soltanto la finanza speculativa. Nella notte fra il 9 e il 10 luglio 1992, il suo governo effettuò un prelievo sui conti correnti degli italiani. Un decreto legge di emergenza lo autorizzava a farlo. Il 31 luglio del 1992 abolisce il meccanismo di indicizzazione dei salari all’inflazione la cosiddetta “scala mobile” che tutelava i salari dei lavoratori. Essa veniva calcolata seguendo l’andamento
salari dei lavoratori. Essa veniva calcolata seguendo l’andamento variabile dei prezzi di particolari beni di consumo, generalmente di larga diffusione. Una commissione aveva il compito di determinare le variazioni del costo della vita, a cui i salari venivano adeguati per non togliere potere d’acquisto ai lavoratori. Lobby di provenienza: Presidente onorario Aspen Institute Cosa ha detto: “Hanno deciso che il trattato di Lisbona doveva essere illeggibile. Se fosse stato comprensibile, ci sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum” SAPEVA “Gli americani ce lo avevano detto che l’Unione Monetaria fatta in quel modo non avrebbe funzionato, ma noi siamo andati avanti lo stesso”. SAPEVA Posizione attuale: Giudice della Corte Costituzionale (scelto da Giorgio Napolitano). Potrebbe essere proposto alla Presidenza della Repubblica.
Mario Draghi. Cosa ha fatto ai danni degli italiani ed a favore di queste lobby: Come Direttore generale del Tesoro ha preso parte alla riunione sul Britannia che ha dato il via alla svendita del patrimonio pubblico italiano alla Goldman Sachs e ad altri potentati bancari anglo/americani. Come membro del Gruppo dei 30 ha promosso l’uso dei derivati che hanno di fatto causato la crisi economica mondiale. Come Presidente della Banca d’Italia si è reso complice del golpe
Come Presidente della Banca d’Italia si è reso complice del golpe finanziario che ha portato alla caduta nel 2011 di un governo democraticamente eletto con la lettera inviata al governo in carica per destabilizzarlo. Come Presidente della Banca Centrale Europea si è reso respon sabile di non aver vincolato i prestiti effettuati alle banche (1000 miliardi) ai prestiti alle aziende e all’economia reale. Lobby di appartenenza: Membro del Bilderberg; Membro della Commissione Trilaterale; Menbro del Gruppo dei 30; Membro dell’Aspen Institute; proveniente dalla Goldman Sachs. Cosa ha detto: “La Banca centrale farà tutto il possibile”. Ha fatto tutto il possibile solo per salvare l’euro, gli istituti di credito e per tutelare le esposizioni di Francia e Germania nei confronti dei paesi debitori. Non ha fatto “tutto il possibile” ne per i cittadini europei ne per le aziende. Posizione attuale: Presidente della Banca Centrale Europea.
Mario Monti. Cosa ha fatto ai danni degli italiani ed a favore di queste lobby: E’ arrivato al governo senza legittimità popolare con l’ausilio delle organizzazioni e delle lobbies finanziarie dalle quali proveniva. Ha firmato il Meccanismo Europeo Di Stabilità nel totale silenzio: un fondo
“salvastati” che obbliga l’Italia a contribuire con 125 miliardi di euro ad un fondo utilizzato principalmente per ricapitalizzare le banche dei paesi in difficoltà. Ha firmato il Fiscal Compact introducendo silenziosamente in Costituzione il pareggio di bilancio che obbliga l’Italia ad una perenne politica di austerity. Ha lavorato ad un piano di salvataggio delle banche come i 4 miliardi dei Monti Bond al Mps ma ha fatto crescere debito pubblico e disoccupazione. Il suo governo ha creato gli esodati. Lobby di appartanenza: Membro del Direttivo del Bilderberg; Presidente Europeo della Commissione Trilaterale; Presidente Brugel; Membro Aspen Institute; Proveniva dalla Goldman Sachs. Posizione attuale: Ex primo Ministro scelto da Napolitano; Senatore della Repubblica. Attende incarico europeo di prestigio. Potrebbe essere proposto alla Presidenza della Repubblica. Cosa ha detto: “Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi, e di gravi crisi, per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario. …È chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale, possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto, visibile, conclamata” ASSURDO
“Stiamo effettivamente distruggendo la domanda interna attraverso il consolidamento fiscale. ASSURDO “Oggi stiamo assistendo al grande successo dell’euro e la mani festazione più concreta di questo successo è la Grecia, costretta a dare peso alla cultura della stabilità con cui sta trasformando se stessa”. ASSURDO
Enrico Letta. Cosa ha fatto ai danni degli italiani ed a favore di queste lobby: E’la continuazione del governo Monti, infatti fu lui stesso a sostituire Monti alla riunione del Bilderberg 2012 in America e qualche mese dopo sostituì Monti al governo del paese dopo che in parlamento i due furono scoperti a scambiarsi un “pizzino”. Ha inasprito la crisi economica. Ha dato il via ai TTIP : Il 14 giugno 2013 ha dato il via libera alla Commissione Europea per aprire le trattative con gli Stati Unitial fine di stipulare il Transatlantic Trade and Investment Partnership. E’la resa finale dell’Europa agli interessi delle multinazionali americane, un accordo letale per le nostre imprese, per l’occupazione, per la salute e l’ambiente. Lobby di appartanenza: Membro del Bilderberg; Membro della Commissione Trilaterale; Vicepresidente Aspen Institute; vicino alla Goldman Sachs. Posizione attuale:Ex Primo Ministro scelto da Napolitano. Attende incarico europeo di prestigio.
Cosa ha detto: “Non c’è un Paese che abbia, come l’Italia, tanto da guadagnare nella costruzione di una moneta unica….” e… “abbiamo mol— tissimi imprenditori piccoli e medi che quando davanti ai loro occhi si spalancherà il grandissimo mercato europeo, sarà come invitarli a una vendemmia in campagna. E’impossibile che non abbiano successo. Il mercato della moneta unica sarà una buona scuola. Ci troveremo bene.” ASSURDO “Pensare che dopo 20 anni di guerra civile in Italia nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile”. Formerà lui stesso il Governo di larghe intese con il centrodestra. ASSURDO.
Giorgio Napolitano. Cosa ha fatto ai danni degli italiani ed a favore di queste lobby Ha conferito l’incarico di Primo Ministro a Mario Monti che non è stato votato dagli italiani e proveniva da organizzazioni come il Bilderberg, l’Aspen e la Commissione Trilaterale. Ha conferito l’incarico di Primo Ministro a Enrico Letta propo nendo le larghe intese che di fatto tradivano il voto dei cittadini. Anche Letta proveniva da organizzazioni come il Bilderberg, l’Aspen e la
Anche Letta proveniva da organizzazioni come il Bilderberg, l’Aspen e la Commissione Trilaterale. Ha permesso al governo Monti, non legittimato dal consenso popolare e quindi governo di transizione, di firmare i trattati che avrebbero vincolato l’Italia per sempre come il Mes, il fiscal compact, il pareggio di bilancio, il six pack. Egli stesso li ha contro— firmati. Era Ministro dell’interno dal 1996 al 1998 quando furono secretati i documenti riguardanti la situazione della “terra dei fuochi”. E’ stato accusato dallo stesso pentito Schiavone di aver secretato, a quei tempi, le sue testimonianze che sarebbero state fondamentali per far luce su quegli avvenimenti con 15 anni di anticipo. Ha fatto distruggere le intercettazioni delle sue conversazioni telefoniche con l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino eseguite dalla Procura di Palermo ed utili per fare chiarezza nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa Stato-Mafia. Lobby di appartenenza: Aspen Institute. Ha detto di lui Henry Kissinger: “E’ il mio comunista preferito”. Cosa ha detto: Il 13 dicembre 1978, l’Italia discuteva l’ingresso nello Sme, anticamera della moneta unica. Giorgio Napolitano esponente della segreteria nazionale del PCI tenne un discorso in cui dimostrò di aver chiari i problemi legati all’adozione di un sistema di cambi fissi per un paese come l’Italia ed i rischi che a beneficiarne sarebbe stata solo la Germania: “.. è così venuto alla luce un equivoco di fondo, di cui le enun— ciazioni del consiglio di Brema sembravano promettere lo scio— glimento in senso positivo e di cui, invece, l’accordo di Bruxelles
glimento in senso positivo e di cui, invece, l’accordo di Bruxelles ha ribadito la gravità: se cioè il nuovo sistema monetario debba contribuire a garantire un più intenso sviluppo dei paesi più deboli della Comunità, delle economie europee e dell’economia mondiale, o debba servire a garantire il paese a moneta più forte, ferma restando la politica non espansiva della Germania federale e spingendo un paese come l’Italia alla deflazione”. “La resistenza tedesca a dare garanzie economiche per il rie— quilibrio interno della Comunità imporrà una linea di rigore a senso unico e di tagli ai salari: servono garanzie per l’economia altrimenti sarà un grave problema”. Oggi è un fermo dei più fermi sostenitori dell’euro (che implica un ben più grave rapporto di cambi fissi) e delle politiche di austerity imposte dalla Germania. ASSURDO
Massimo D’Alema. Cosa ha fatto ai danni degli italiani ed a favore di queste lobby: Responsabile delle privatizzazioni selvagge e delle svendite della fine degli anni 90 in particolare di quella di Telecom. Lobby di provenienza: Fondatore della fondazione “italianieuropei” vero bunker degli affari italiani con numerosi collegamenti tra i sui membri e quelli della Trilaterale come nel caso di Marta Dassù. Posizione attuale: Potrebbe essere proposto alla Presidenza della Repubblica. Cosa ha detto: “ Abbiamo trovato (parlando di Renzi nda) uno più bravo di Berlusconi nella comunicazione.”
Silvio Berlusconi. Per essere sceso a compromessi con questi poteri nei suoi 20 anni di Governo, pur non facendo formalmente parte delle organizzazioni sopracitate. Per aver taciuto con i suoi media sulle organizzazioni e sui responsabili del golpe bianco in Italia. Per aver sostenuto il governo Monti, Letta, Renzi. Per aver firmato i trattati europei senza informare i cittadini. Per aver fatto parte della P2. Tutti i signori sopraccitati, nonché i senatori e i deputati dei vari governi che hanno firmato questi accordi, potrebbero aver violato il codice penale che recita: “Chiunque commette un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Stato, o una parte di esso, alla sovranità di uno stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza dello Stato, è punito con l’ergastolo.” E che “Chiunque commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello stato o la forma del governo con mezzi non consentiti dall’ordinamento costituzionale dello stato, è punito con la reclusione non inferiore ai 12 anni.” Rendendosi conto del rischio che correvano, i “nostri” politici, il 24 febbraio 2006 con la legge n. 85 hanno introdotto “modifiche al codice penale in materia di reati d’opinione”modificando proprio gli articoli riguardanti gli attentati contro l’indipendenza, l’integrità e l’unità dello Stato; quello relativo all’attentato contro organi costituzionali e contro le assemblee regionali, ovvero attentati alle istituzioni democratiche del nostro stato.
istituzioni democratiche del nostro stato.
La verità sulle origini dell’unione europea e sui padri fondatori che nessuno ti ha mai raccontato “Le nazioni europee dovrebbero essere guidate verso un superstato senza che le loro popolazioni si accorgano di quanto sta accadendo. Tale obiettivo potrà essere raggiunto attraverso passi successivi ognuno dei quali nascosto sotto una veste e una finalità meramente economica” Jean Monnet Padre fondatore dell’Europa Esistono due storie che raccontano la nascita dell’Unione Europea: Pillola Azzurra: Ti affidi alla versione ufficiale, di facciata, spon— sorizzata dall’intero apparato accademico che narra di un gruppo eterogeneo di persone, i cosiddetti padri fondatori della “nuova Europa”, il quale successivamente al conflitto mondiale iniziò a progettare la pace, l’unità e la prosperità nel Vecchio continente per poi dare vita ad una comunità di Stati in cooperazione tra di loro. Pillola Rossa: L’origine dell’Unione Europea è un progetto che procede su due binari paralleli, che si ricongiungono nell’obiettivo finale. Da una parte il piano delle oligarchie anglo/americane portato avanti con l’ausilio
una parte il piano delle oligarchie anglo/americane portato avanti con l’ausilio della CIA per arrivare al dominio degli Usa sull’Europa, che inizialmente doveva essere gestita in funzione antisovietica. Dall’altra un accordo tra le élite franco/ tedesche nell’assumersi il ruolo di capozona del vecchio continente. L’obiettivo comune era, ed è, un unico governo mondiale guidato da un ristretto numero di oligarchi che facciano gli interessi dei potentati finanziari e delle multinazionali togliendo potere agli stati nazionali e aggirando i processi democratici. La prima cosa da dimostrare è che, chi ha concepito e portato avanti il progetto iniziale dell’Unione Europea, aveva bisogno di Stati e Governi senza potere decisionale e di popoli senza sovranità. L’Europa Unita è stata fin dall’inizio concepita come una sinar— chia, guidata da un governo ombra che avrebbe, però, continuato a mantenere in maniera ingannevole l’involucro della democrazia. Passiamo alle prove. Analizziamo i fatti. Chi sono i padri fondatori dell’Unione Europea? Pillola azzurra: Jean Monnet; Valery Giscard D’estaing; Robert Schuman; Conrad Adenauer; Alcide De Gasperi; Altiero Spinelli. Sul loro ruolo ritorneremo più tardi.
Pillola rossa: Coudenhove Kalergi; Joseph Retinger, La Cia. Il primo vero padre dell’Unione Europea si chiama Kalergi. Un nome che in pochi conoscono, un personaggio che non troverete nei libri di storia e che non sentirete citare dai nostri politici anche se è universalmente riconosciuto dai leader europei come il vero “deus ex machina” dell’integrazione europea. Sul sito ufficiale del Consiglio europeo, infatti, scrivono di lui che: “era un filosofo, diplomatico, editore e fondatore del movimento paneuropeo (1923). Coudenhove-Kalergi è stato il pioniere dell’integrazione europea e nelle sue opere ha divulgato la nozione di federazione di Stati europei.”1 Lo sapevate? Lo conoscevate? Lo avete mai sentito annoverare tra i padri fondatori dell’Unione Europea? Probabilmente no. Cerchiamo di capire il perché. La prima cosa da fare, è dimostrare che davvero la sua opera abbia dato il via alla creazione dell’Unione Europea, per poi individuare la sua mission e meglio capire le ragioni dell’origine dell’Europa unita contrariamente a quanto c’è stato raccontato. Che prove abbiamo che Kalergi sia il primo 1http://www.european-council.europa.eu/home-page/highlights/president-vanrompuy-is-awarded-european-prize-coudenhove-kalergi-2012-(1)?lang=it padre fondatore dell’odierna Unione Europea e che i leader europei attribuiscano davvero a lui questo ruolo? Il premio più prestigioso che esiste per i padri fondatori dell’Eu
ropa si chiama premio Carlo Magno2 è un premio annuale conferito dalla città tedesca di Aquisgrana (in tedesco Aachen) alle personalità che hanno favorito con meriti particolari l’integrazione e l’unione in Europa. Nella lista dei premiati sono ovviamente presenti tutti coloro che sono ufficialmente considerati i padri fondatori dell’Unione Europea.3 Il primo però a ricevere questo premio è stato proprio Kalergi nel 1950 e solo dopo a seguire tutti gli altri: Jean Monnet; Robert Schuman; Conrad Adenauer; Alcide De Gasperi; Mitterand e Kohl furono gli unici a ritirarlo insieme (ve l’ho detto che l’europa nasce da un patto franco/tedesco) ed a seguire gli altri fino al 2014 con l’assegnazione all’attuale presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy. Kalergi fu chiamato a presenziare anche durante la premiazione al cancelliere tedesco e padre dell’unione europea Adenauer. Può bastare come prova? Andiamo avanti per i più scettici. E’ stato istituito in Europa un altro premio autorevole per le personalità che mag— giormente si stanno distinguendo nel portare avanti gli obiettivi dell’Unione europea. Un premio biennale che nel 2010 è stato ritirato personalmente dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel e nel 2012 da Van Rompuy,come riportato nel sito ufficiale del consiglio europeo4. Come si chiama questo premio? Si chiama proprio “Premio Kalergi.” Ufficialmente è stato Kalergi che durante una conferenza della sua organizzazione nel 1955 decise che l’Inno alla gioia di Beethoven, sarebbe dovuto diventare l’inno ufficiale dell’Unione Europea come poi è avvenuto nel 1972. Coudenhove-Kalergi
aveva fatto eseguire l’Inno alla gioia già in occasione del primo 2 http://www.karlspreis.de/en/news/charlemagne_prize.html 3 http://it.wikipedia.org/wiki/Premio_Carlo_Magno 4http://www.european-council.europa.eu/home-page/highlights/ president-van-rompuy-is-awarded-european-prize-coudenhove-kalergi-2012-(1)? lang=it Congresso dell’Unione Paneuropea, riunito a Vienna il 4 ottobre 1926. L’Inno alla gioia, era molto spesso adottato in Germania durante il Terzo Reich, essa non solo era tra le musiche obbliga— torie nel programma musicale del concerto ufficiale per l’anni— versario di Hitler ma era stata suonata nella cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Berlino nel 1936 e addirittura, era risuonata tristemente nei campi di concentramento tedeschi!5 Credo che quanto detto possa bastare per indurvi a deglutire la pillola rossa: il padre fondatore dell’Unione europea è un personaggio che non conoscevamo, che la maggioranza dei nostri attuali politici non conoscono e di cui i nostri media non hanno mai parlato. Cerchiamo allora di scoprire chi fosse realmente questo personaggio, chi lo finanziava e quale erano i suoi obiettivi poi realizzati nell’Unione Europa. Da molti è considerato colui che nei suoi libri ostentava avversione verso i popoli europei ma io non affronterò questo aspetto. Le idee a riguardo, espresse nei suoi saggi più controversi e censurati come «Praktischer Idealismus» pubblicato nel 1925, si prestano a diverse interpretazioni ed io preferisco dedicarmi solo a quegli aspetti incontrovertibili e certi per evitare che il mio lavoro possa essere strumentalizzato. Un aneddoto certo è che Kalergi tentò di
essere strumentalizzato. Un aneddoto certo è che Kalergi tentò di convincere Mussolini a diventare uno dei realizzatori dell’Unione europea. Nel 1923, Koudenove-Kalergi fonda la Paneuropa(o Unione Paneuropea) con lo scopo apparente di impedire un nuovo conflitto continentale, tuttavia nel 1925 in una relazione presentata alla Società delle Nazioni i fini dell’austro-giap— ponese si manifestano chiaramente. Il suo obiettivo primario era quello di unire l’Europa, al fine di integrarla all’interno di un’organizzazione mondiale politicamente unificata, in poche parole un governo mondiale a guida Usa. Nel 1926 Koudenove-Kalergi organizzò la prima conferen— 5 http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/voceeurodeputa 5 http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/voceeurodeputa 486d-8c0a-f7a117f75dc9.html za paneuropea di Vienna, sotto gli auspici del suo presidente onorario, Aristide Briand e fu proprio in quel primo congresso che furono esposti in modo chiaro, lucido, gli obiettivi a breve, medio e lungo termine di questo contenitore di idee. La Paneuropa crea in tutti Paesi europei delle delegazioni (Paneurope France, Paneuropa Italia, ecc.) che in pochissimo tempo diffusero gli ideali paneuropeisti a quelli che poi furono considerati i “padri fondatori della nuova Europa”. Dopo l’occupazione dell’Austria da parte della Germania nazista Kalergi passò in Francia, acquistandone la cittadinanza e continuando a lanciare appelli d’unione all’Europa avviata verso un nuovo conflitto. La sconfitta della Francia, nel 1940, lo costrinse a rifugiarsi in America, dove gli fu conferita una cattedra all’università di New York. Come nuovo obiettivo di propaganda si propose di convincere
l’opinione pubblica americana che gli interessi degli Stati Uniti erano legati ad una soluzione federale della crisi politica europea come ben illustrato nel suo libro “Crusade for Pan Europe”, del 1944. Tornato in Europa, Coudenhove-Kalergi si incontrò con Winston Churchillnel settembre del 1946 a Ginevra. Pochi giorni dopo, il 19 settembre, Churchill – che non ricopriva più cariche pubbliche – pronunciò a Zurigo il celeberrimo discorso a favore degli Stati Uniti d’Europa6, che era destinato ad avviare un grande dibattito sull’unità europea in ogni paese del Vecchio mondo, lanciando un grande movimento d’opinione e militante. In questo discorso il grande statista inglese riconobbe pubblicamente il grande apporto dato all’idea degli Stati Uniti d’Europa dal conte Coudenhove Kalergi. Per il fondatore di Paneuropa l’effetto del discorso fu enorme: “Di colpo l’idea di Paneuropa, quasi dimen— ticata, fu di nuovo oggetto di tutti gli articoli di fondo, di tutti i commentari.” Kalergi espresse il suo entusiasmo a Churchill7 6 http://europa.eu/about-eu/eu-history/founding-fathers/pdf/winston_ churchill_en.pdf 7 Lettera di Coudenhove-Kalergi a Winston Churchill, 23 settembre 1946. Institut européenne de l’Université de Genève. Fondi R. Coudenhove-Kalergi http://archives-geneve.lhistoire.ch/ca/alpha/europe/ “Il vostro aiuto è inestimabile e dalle conseguenze straordina -
rie: ora che voi avete sollevato il problema europeo i governi non possono più ignorarlo; il popolo intero d’Europa è con noi.” Convintosi che anche in Europa si era ormai aperta una possibilità per l’unificazione, Coudenhove pensava che i popoli fossero più maturi per l’unità europea dei loro governi, ancora legati a un “nazionalismo anacronistico”. La strategia che sviluppò per raggiungere i suoi obiettivi si basava su una duplice pressione: una interna, attuata dai rappresentanti dei popoli europei, dai parlamentari liberamente eletti dell’Europa, l’altra, esterna, esercitata dagli Stati Uniti sull’Europa. Per quel che riguarda il teatro europeo il piano di Coudenhove-Kalergi è di superare le resistenze dei governi, rivolgendosi ai parlamentari europei per arrivare a un’Assemblea costituente dell’Europa. Fondò l’Unione Parlamentare Europea(UPE) che successivamente consentì la creazione nel 1949, del Consiglio d’Europa. Alla prima conferenza espresse la necessità di creare un mercato europeo con una moneta unica da usare come veicolo per rilanciare l’Europa. Secondo Kalergi la sua Unione parlamentare Europea doveva essere il trampolino per un parlamento europeo che doveva poi scrivere una bozza di Costituzione europea per l’integrazione economica e politica dell’Europa da sottoporre ai governi interessati e alle Nazioni Unite. Esso doveva eleggere poi un Consiglio Europeo come somma autorità europea per il
il raggiungimento dell’unità. Un progetto di Costituzione Europea venne votato durante il secondo congresso dell’Unione Parlamentare Europea. Questo dovrebbe rendere chiara e inconfutabile la provenienza e la regia nella creazione delle attuali istituzioni europee. Come riportato nella sua autobiografia, Richard Coudenhove-Ka lergi, tramite l’intermediazione del barone Louis dei Rotschild ebbe il sostegno del banchiere Max Warburg, che rappresentava la banca tedesca di Amburgo (la Banca Warburg)8. 8 http://en.wikipedia.org/wiki/Richard_Nikolaus_von_Coudenhove-Kalergi All’epoca suo fratello, (trasferitosi negli Usa) Paul Warburg, era stato uno dei fondatori della FED(la Federal Reserve statunitense) oltre che leader del Council on Foreign Relations (il CFR). L’infaticabile fondatore del movimento paneuropeo aveva intrattenuto dei rapporti epistolari9con Harry Truman, quando era candidato a vicepresidente di Franklin Roosevelt. In una lettera dell’aprile del 194410, Truman ringrazia Coudenhove-Kalergi per avergli inviato l’abbozzo di una “costituzione degli Stati Uniti d’Europa”, opera del seminario di ricerca per la federazione europea, diretto da Kalergi alla New York University: “Si tratta di un argomento molto attuale e lo studierò con interesse” gli
rispose Truman. Al momento in cui, dopo la morte di Roosevelt il 12 aprile 1945, Truman diviene Presidente, Coudenhove-Kalergi e i suoi collaboratori della Pan European Conference gli mandano un tele— gramma di felicitazioni:11“La Pan European Conference di New York, esprimendo le speranze e gli auguri di milioni di europei vi ringraziano per il vostro sostegno passato e vi chiedono di continuare ad apportare il vostro sostegno alla causa degli Stati Uniti d’Europa...” Che l’interesse di Truman al progetto ci sia è indubbio, e viene documentato in un famoso articolo di George Creel del dicembre del 194512. In questo articolo, dove Creel descrive in modo particolareggiato la storia del movimento paneuropeo e l’attività politica di Coudenhove-Kalergi, si dice che Truman è un conoscitore del movimento, ed è favorevole all’idea degli Stati Uniti d’Europa. 9 Lettera di Coudenhove-Kalergi a Harry S. Truman, 12 aprile 1944, Centre d’archives et de recherches européennes, Institut européenne de l’Université de Genève. Fondi R. Coudenhove-Kalergi 10 Centre d’archives et de recherches européennes, Institut européenne de l’Université de Genève. Fondi R. Coudenhove-Kalergi 11 Centre d’archives et de recherches européennes, Institut européenne de l’Université de Genève. Fondi R. Coudenhove-Kalergi 12 George Creel, The United States of Europe, “Collier’s”, 22 dicembre 1945, pp. 14-15, 78-79. Centre d’archives et de recherches européennes, Institut européenne de l’Université de Genève. Fondi R. Coudenhove-Kalergi L’articolo di Creel fu poi pubblicato nel “Reader’s Digest”, con una diffusione quindi mondiale. Un entusiasta Kalergi acclude
una diffusione quindi mondiale. Un entusiasta Kalergi acclude l’articolo di Creel a una sua lettera a Winston Churchill: “E’ la prima indicazione che Truman è pronto a aiutare l’Europa – se l’Europa è pronta per aiutare se stessa.” In quella lettera proponeva allo statista inglese la presidenza onoraria dell’Unione Paneuropea, che aveva intenzione di rilanciare in Europa; Churchill rifiutava cortesemente pur assicurandolo di rimanere sempre “un forte sostenitore degli Stati Uniti d’Europa”13.Sarà, infatti, proprio il Movimento Europeo di Churchill che con il supporto “americano”, concretizzò il lavoro e gli obiettivi di Unione Europea di Kalergi. Documenti governativi americani resi di dominio pubblico mostrano che i servizi segreti americani condussero una campagna negli anni ’50 e ’60 per dare impulso ad un’Europa unita. Finan— ziarono e diressero il movimento federalista europeo. I documenti sono stati trovati da Joshua Paul, un ricercatore della Georgetown University di Washington e rivelati il 19 Settembre del 2000 da un articolo del Telegraph britannico, mai ripreso da altri media14. Essi comprendono file resi pubblici dai National Archives dai quali si evince che il principale strumento di Washington per forgiare l’agenda europea fu l’American Committee for a United Europe [ACUE], costituito nel 194815. In pratica l’organizzazione che ha dato ufficialmente vita al progetto di Unione Europea era in realtà un Comitato americano nato è finanziato dalle potenti dinastie d’America, che più di ogni altra nazione, avrebbe dovuto temere
d’America, che più di ogni altra nazione, avrebbe dovuto temere che un Europa unita e democratica ed una moneta unica forte potessero scardinare l’egemonia statunitense e quella del dollaro 13 Lettera di Churchill a Coudenhove-Kalergi, 4 gennaio 1946; Centre d’archives et de recherches européennes, Institut européenne de l’Université de Genève. Fondi R. Coudenhove-Kalergi 14 Federalisti europei finanziati dai capi dell’intelligence americana. http:// www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/1356047/Euro-federalistsfinanced-by-US-spy-chiefs.html 15 Richard Aldrich, OSS, CIA and European Unity. The American Committee on United Europe, 1948-60, “Diplomacy & Statecraft”, 8, marzo 1997. negli scambi internazionali. Questa è la prima grossa anomalia. Ma chi erano i vertici dell’Acue?16Il Presidente era il generale William J. Donovan, considerato il padre dell’intelligence americana. Era stato, infatti, a capo dell’Office of Strategic Services(OSS) l’organo di controspionaggio degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale, precursore della Central Intelligence Agency(CIA); il vice presidente dell’ACUE, Allen W. Dulles, proveniva dall’OSS e sarà direttore della CIA dal 1953 al 1961 proprio quando suo fratello John Foster Dulles, uno dei primi “europeisti” americani, era Segretario di stato; Walter Smith, del Consiglio esecutivo dell’ACUE, aveva fatto parte dell’ OSS e divenne il primo direttore della CIA nel 1950. L’ACUE fu il primo finanziatore del Movimento Europeo: nel 1958, per esempio, fornì più della metà dei fondi del movimento; l’European Youth Campaign, emanazione dell’ European Move—
ment era completamente finanziata e controllata da Washington. I fondi dell’ACUE venivano da fondazioni come Ford e Rockefeller, e altri gruppi del business; del resto, a capo della Ford Foundation c’era l’ex OSS Paul Hoffman, che divenne uno dei dirigenti dell’ACUE alla fine dei Cinquanta. In pratica i fondatori del ACUE che abbiamo visto essere stato il motore del Movimento Europeo e di conseguenza dell’Unione Europea erano tutti uomini dei servizi segreti americani e l’integrazione europea è stata una creatura del Dipartimento di Stato e della CIA. Ci sono le lettere originali che Kalergi, Churchill, Allen Dulles e Donovan si sono scambiati tra di loro in quegli anni, conservate nella “Manuscript Library” della Princeton University17 e negli archivi dell’Istituto europeo dell’Università di Ginevra18, riportate integralmente in un dossier del Dipartimento di studi dell’Università di Modena 16 http://www2.warwick.ac.uk/fac/soc/pais/people/aldrich/publications/ oss_cia_united_europe_eec_eu.pdf 17 The Seeley G. Mudd Manuscript Library, Princeton University, Princeton (New Jersey): John Foster Dulles Papers; Allen Dulles Papers. 18 Centre d’archives et de recherches européennes, Institut européenne de l’Université de Genève (Coppet). Fondi R. Coudenhove-Kalergi e Reggio Emilia19. Tra le più significative c’è la lettera di Churchill a William Donovan presidente dell’Acue (ex oss) del 4 Giugno del 1949 in cui Churchill si preoccupava di fare il garante dell’uso dei fondi ricevuti e manifestava la sua gratitudine: “Mio caro generale Donovan,vi scrivo per i fondi che il vostro Comitato americano
caro generale Donovan,vi scrivo per i fondi che il vostro Comitato americano per l’Europa Unita sta così generosamente rac— cogliendo per sostenere la campagna per l’unità europea.Come sapete, dieci governi europei hanno concluso circa una settimana fa un accordo per costituire l’Assemblea europea che avevamo richiesto al nostro Congresso dell’Aia l’anno scorso. Questo e altri recenti sviluppi impongono pesanti responsabilità al nostro Movimento, e nello stesso tempo ci aprono nuove grandi possibilità per un’azione utile e efficace.Abbiamo piani ben preparati per sostenere questa situazione favorevole. Abbiamo anche una squadra internazionale di uomini esperti e fedeli per realizzarli.” 20 Queste lettere devono assolutamente far riflettere se pensiamo che Churchill è considerato il padre fondatore dell’Unione Europea e Donovan è stato il responsabile della creazione della filiale inglese di Gladio21(organizzazione paramilitare clande— stina della Nato) è il padre dell’intelligence americana ed è stato uno degli organizzatori delle prime riunioni del Bilderberg. Ma non finisce qui. Se Churchill con la sua lettera ringraziava gli uomini dei servizi segreti che operavano all’Acue; Allen Dulles in una lettera del 27 Settembre 1950 ringraziava David Rockefeller per la sua generosità22. Ed ecco che si risale ai vertici dell’operazione e si capisce chiaramente che il progetto “clandestino” iniziale dell’Unione Europea, ha perfetta continuità con il progetto 19http://merlino.unimo.it/campusone/web_dep/materiali_discussione/0422.pdf ; www.unimore.it 20 Lettera di Winston Churchill a W. J. Donovan, 4 giugno 1949, Allen W. Dulles Papers,. The Seeley G. Mudd Manuscript Library, Princeton University, Princeton (New Jersey)
Princeton (New Jersey) 21 http://operation-gladio.net/william-j-donovan 22 Lettera di ringraziamento di Dulles a David Rockefeller, 27 settembre 1950. Allen W. Dulles Papers,. The Seeley G. Mudd Manuscript Library, Princeton University, Princeton (New Jersey) odierno, per completare il piano di dominio delle élite americane, diviso in tre fasi, apparentemente distinte, ma che hanno avuto, invece, la stessa regia e gli stessi finanziatori: “Piano Marshall”, nel 1948-1952, (dominio economico): Paul Hoffman, da ex ufficiale dell’OSS, a dirigente Acue, diviene poi capo dell’amministrazione del “Piano Marshall”. Un piano che ha avuto la chiara regia anche di Kalergi - e del suo fedele sostenitore William Fulbrigh - come testimoniato dal suo manifesto “Come l’European RecoveryProgram (piano Marshall nda) puo’ unire l’Europa” presente nel suo “Appello agli europei”del 28 Aprile 1947 in cui dichiarò chiaramente che: “L’Europa può riprendersi solo se assistita dall’E.R.P. e, nello stesso tempo, se trasformata in Stati Uniti d’Europa; con una politica economica, estera e di difesa comuni; con una moneta comune e sta— bile (...) Non appena i governi europei saranno resi consapevoli che il grado di sostegno dato all’E.R.P. dal Congresso dipende in gran parte dal grado di unità europea, essi immediatamente ini— zieranno a organizzare una Federazione europea”23. Parole che dimostrano in maniera inequivocabile che gli americani subordinarono gli aiuti economici del piano Marshall alla nascita dell’Unione Europea come “conditio sine qua non”. In pratica il loro obiettivo era quello di fingere di prestare soldi agli europei, per creare una struttura sovranazionale in Europa da essi eterodiretta.
creare una struttura sovranazionale in Europa da essi eterodiretta. Il Segretario di Stato George Marshall, nel febbraio del 1947, ringraziapersonalmente Coudenhove-Kalergi per il suo memorandum sull’European Recovery Program, e si dichiara disponibile a organizzare un incontro con lui, come testimoniato dalla lettera che inviò a Kalergi il 6 febbraio 1948”24. 23 Richard Coudenhove-Kalergi, Appello agli europei, 28 aprile 1947, Fulbright Papers. The Seeley G. Mudd Manuscript Library, Princeton University, Princeton (New Jersey) 24 “Lettera di George Marshall, segretario di stato, a Coudenhove-Kalergi, del 6 febbraio 1948”. Copia di una lettera di George Marshall a Coudenhove-Kalergi, 22 marzo 1948. Fulbright Papers; Centre d’archives et de recherches européennes, Institut européenne de l’Université de Genève (Coppet) Fondi R. CoudenhoveKalergi NATO dal 1949 (dominio militare) : Il ministro degli esteri belga Paul-Henri Spaak (Presidente Movimento Europeo; Membro Bilderberg). Presiedette nel 1955 il Comitato preparatore del “rapporto Spaak” che portò, due anni dopo, alla creazione dell’Euratom e della Comunità Economica Europea. Esattamente 42 giorni dopo aver firmato i due succitati Trattati di Roma che hanno dato il viaalla nascita dell’odierna Unione Europea (sottoscritti da Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi) - il 6 maggio 1957, diventa Segretario generale della NATO dove si parlava di Europa “ancora alle prese con i fantasmi della sovranità nazionale” definitivamente da “trasferire” ad un’entità sovranazionale per non penalizzare la “vitalità dell’alleanza atlantica”. Come vedete le priorità sono il dominio Usa e la vitalità della NATO. Unione Europea (dominio politico/commerciale/culturale):
Come ha annunciato Brzezinski , Consigliere Usa per la sicurezza nazionale nonché fondatore della Commissione Trilaterale nel suo saggio “La grande scacchiera”: “L’europa Unita doveva fungere da strumento di colonizzazione Usa e testa di ponte verso il continente asiatico.” Quali sono le prove evidenti e documentate del legame tra Acue ed i padri fondatori dell’Unione Europea? La succursale europea dell’Acue come abbiamo visto era il Movimento Europeo ed era la più importante organizzazione federalista del dopoguerra. Tutti quelli che vengono ufficialmente riconosciuti come i padri fondatori dell’Unione Europea sono stati presidenti del Movimento Europeo come Schuman, Henry Spaak, Churchill, De Gasperi e Giscard D’Estaing, l’ex Presidente della Convenzione Europea; ma ne hanno fatto ufficialmente parte anche Konrad Adenauer, François Mitterrand, Altiero Spinelli. Giorgio Napolitano è stato il Presidente del Consiglio italiano del Movimento Europeo. Uno dei fondatori, e primo segretario generale del Movimento Europeo, era Joseph Retinger ossia colui, che qualche anno più tardi, fonderà il Club Bilderberg. Questa è la prova del legame indissolubile tra l’Unione Europea, i suoi padri fondatori e le oligarchie che miravano a prendere il potere. Il Movimento Europeo ha giocato un ruolo essenziale nel proces -
so di colonizzazione/integrazione europea e ha dato vita al Consiglio d’Europa: “esercitando influenza sulle istituzioni nazionali e comunitarie” come riporta il sito ufficiale dell’organizzazione. La relazione tra il Movimento Europeo e l’Unione Europea è quindi incontrovertibile e non è mai stata messa in dubbio; quello che viene celato, invece, è che è stato l’ACUE come scrive Joshua Paul a “gestire i programmi del Movimento e a dirigerne i leader”, tra cui politici “europei” di primo piano, “rilasciando fondi solamente una volta che l’esecuzione proposta fosse stata approvata e dirigendo il Movimento mantenendolo dipendente dall’America”. È proprio Donovan (Acue /Servizi segreti OSS) con un memorandum datato 26 luglio 1950, a dare istruzioni per una campagna a favore del Parlamento europeo. Ed è una comunicazione del Dipartimento di Stato USA datata 11 giugno 1965 e inviata al vice presidente della Comunità Economica Europea (CEE), Robert Marjolin, ad invitare a “portare avanti in segreto” i progetti di Unione monetaria: “non se ne deve parlare fino a che l’adozione di proposte del genere diventerà praticamente inevitabile” come scrive Ambrose Evans-Pritchard sulle colonne del Telegraph.25 “Proposte” che sono sfociate nel varo dell’euro, considerato da gli USA uno strumento di dominio sulle economie degli Stati europei, essendo più semplice controllare –piuttosto che una pluralità di valute ed istituti di emissione– un’unica valuta emessa da una sola Banca Centrale, a sua volta pressoché svincolata dalle esigenze politiche e
Banca Centrale, a sua volta pressoché svincolata dalle esigenze politiche e finanziarie di ogni singolo Stato. Ma come potevano, gli oligarchi, portare avanti questo progetto in silenzio se per farlo avevano bisogno di incontri continui con tutti i leader europei? Non sarebbe stato possibile, dato il calibro 25 http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/1356047/Eurofederalists-financed-by-US-spy-chiefs.html delle persone coinvolte, incontrarsi in totale segreto, ma non era possibile, dati i temi trattati, permettere che l’opinione pubblica fosse messa al corrente delle decisioni da loro adottate. Avevano bisogno di una organizzazione dove potersi riunire, comunicando la volontà di farlo, onde evitare scandali o fastidi se qualcuno li avesse scoperti, ma nello stesso tempo i temi degli incontri dovevano rimanere segreti e nessuno avrebbe dovuto parlarne. Fu a quel punto che Rockefeller,finanziatore del ACUE e Retinger del Comitato Europeo, diedero vita nel 1954 al Gruppo Bilderberg per proseguire gli interessi degli USA nella creazione di una Unione Europea delle élite assolutiste e non dei popoli. Chi troviamo, infatti, alla prima riunione del Bilderberg? Per l’Italia troviamo Alcide De Gasperi, poi sostituito da Altiero Spinelli poi sostituito da Romano Prodi, ossia tutti quelli che noi consideriamo i nostri padri fondatori dell’Unione Europea. Come ebbi modo di ascoltare personalmente da Daniel Estulin e
come riportato nel suo bestseller mondiale, ci sono documenti che dimostrano che la prima riunione del Bilderberg è stata completamente finanziata dalla Cia ed ora è facile intuirne le modalità. Documenti rilasciati da Wikileaks nel 2009, invece, dimostrano che nella riunione del Bilderberg che si svolse nel 1955 in Germania come primo punto dell’agenda c’era proprio l’Unione Europea. Due anni dopo vennero firmati i Trattati di Roma da alcuni dei membri del Gruppo. Lo stesso presidente del Bilderberg, Etienne Davignon, che è stato a lungo Commissario europeo, ammise, sempre nel 2009, durante un’intervista al Eu Observer che“il Bilderberg aiutò la creazione dell’euro”.26Il Presidente stesso del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy27 fu scelto durante una conferenza organizzata a porte chiuse da Davignon e dal Bilderberg presso il Castello di Val-Duchesse, la stessa location dove fu negoziato il Trattato di Roma del 1957 e dove si tenne la prima riunione della Commissione Europea. Il cerchio si chiude. 26 http://euobserver.com/political/27778 27 http://it.wikipedia.org/wiki/Herman_Van_Rompuy Ora però bisogna porsi alcune domande: Se come abbiamo visto l’Unione Europea doveva servire agli oligarchi per ottenere la dissoluzione degli stati Nazionali in favore di una entità sovranazionale da essi gestita. Se la moneta unica doveva essere utilizzata dagli stessi per tenere i Governi ed i popoli sotto scacco, arrivando alla spoliazione delle sovranità nazionali; ora che tutto questo si è palesemente realizzato, perché sentiamo ancora ripetere che questa che abbiamo oggi “non è l’Unione Europea che volevano i padri fondatori?” Che senso ha interrogarsi sull’uscita
o meno dall’Eurozona, quando ci sono prove così evidenti che ci siamo entrati perché vittime inconsapevoli di un golpe finanziario? Perché ridurre la questione della permanenza nell’euro e nell’Europa ad una mera questione di scelte economiche e politiche nei dibattiti tra pro euro e contro euro quando è evidente che l’economia è stato solo un mezzo usato per portare avanti questo piano di conquista che può essere arginato solo rivendicando l’indipendenza nazionale da questa euro trappola tutt’altro che democratica, dove due istituzioni ( Commissione e Consiglio) hanno il pieno potere e sono dominate da personaggi che non sono mai stati eletti dai popoli degli stati membri ma che come abbiamo visto sono espressione delle peggiori organizzazioni che aspirano a toglierci tutto. I “PADRI” FONDATORI DELL’UNIONE EUROPEA Jean Monnet Pillola azzurra: 1950, decise fosse venuto il momento di tentare un passo irreversibile verso l’unione dei paesi europei. Prepara, con alcuni collaboratori, il testo di quella che sarà la Dichiarazione Schuman dove per la prima volta verrà ufficialmente annunciato il progetto dell’Unione Europea. Nel 1952 Jean Monnet diventò il primo presidente dell’Alta Autorità della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (ceca) giudicata il primo importante passo verso la comunità economica europea. Sognava un Europa dei popoli di pace e prosperità. Ha ricevuto il premio Carlo Magno
popoli di pace e prosperità. Ha ricevuto il premio Carlo Magno nel 1953. Pillola Rossa: La Ceca è il primo esempio di cessione di sovranità statali ad un ente sovranazionale che sfugge al controllo dei popoli e dei processi democratici e può essere considerato il primo passo del progetto franco/tedesco di Unione Europea, iniziato, da Shuman e Monnet e poi portato avanti da Mitterand e Kohl (saranno gli unici a ritirare il premio Carlo Magno insieme). E’palese che un progetto franco-tedesco preveda il dominio della Francia e della Germania sugli altri paesi europei fatta esclusione per l’Inghilterra che, come anticipato, appartiene ad un livello gerarchico superiore insieme agli USA. Nel corso del libro vedremo, infatti, la disparità di trattamento riservato dall’Unione Europea proprio alla Francia e alla Germania rispetto agli altri paesi dell’Unione. Monnet sosteneva che: “Non ci sarà mai pace in Europa se gli stati si ricostituiranno su una base di sovranità nazionale”. Sono le prime avvisaglie di quello che poi si trasformerà in un vero e proprio attacco agli stati nazionali. E’Monnet ad aver redatto il “Victory Program” per l’America durante la seconda guerra mondiale dove si dice chiaramente che “L’America deve diventare l’arsenale della democrazia”. A questo punto la domanda è lecita: Non è strano che chi professa l’egemonia americana abbia parallelamente contribuito a formare un’Unione Europea, che se fosse diventata davvero ricca,
contribuito a formare un’Unione Europea, che se fosse diventata davvero ricca, forte e democratica, avrebbe scardinato quell’egemonia stessa? Secondo Frederich Fransen che a Monnet ha dedicato un importante saggio: “egli agì tutta la vita per limitare le sovranità nazionali”. Per Monnet, infatti: “le nazioni europee dovrebbero essere guidate verso un superstato senza che le loro popolazioni si accorgano di quanto sta accadendo. Tale obiettivo potrà essere raggiunto attraverso passi successivi ognuno dei quali nascosto sotto una veste e una finalità meramente economica”. A udire queste parole Charles De Gaulle disse che Monnet voleva creare delle “mostruosità sovranazionali”. Nel saggio “Jean Monnet and the Democratic Deficit”, Kevin Fea therstone dimostra che Monnet ha impostato il processo di integrazione europea su due principi: “Tecnocrazia ed elitismo”. Anche l’Economist ha dedicato un bel dossier alla “fine di Monnet” incolpandolo del deficit di democrazia in Europa: “il funzionario francese credeva nell’unificazione graduale dell’Europa attraverso progetti diretti da una casta di tecnocrati”, scrive il settimanale inglese.28 Monnet fu membro del Bilderberg. Il barone Robert Rothschild disse di lui: “per me non è un politico ne un pubblico ufficiale, ma una categoria a parte”. Robert Schuman Pillola Azzurra: Presidente del Consiglio francese, fu ministro degli esteri ed è stato il primo presidente dell’Assemblea Parlamentare Europea. La Dichiarazione Schuman portò alla creazione della CECA e costituì il punto di partenza del processo di integrazione
CECA e costituì il punto di partenza del processo di integrazione europea che condusse poi alla formazione dell’Unione Europea. Ha ricevuto il premio Carlo Magno nel 1958. 28 http://www.economist.com/node/21528269 Pillola Rossa: E’stato Presidente del Movimento Europeo, il movimento creato dal fondatore del Bilderberg e finanziato dalla Cia attraverso l’Acue. Giscard D’Estaing Pillola Azzurra: E’stato Presidente Della Repubblica francese, ed ha presieduto la Convenzione Europea dalla quale poi è nata la Costituzione europea. Pillola Rossa: La Costituzione Europea è stata bocciata nei paesi dov’è stata proposta con il referendum com’è’ avvenuto in Olanda e nella stessa Francia. Sarà poi il Trattato di Lisbona del 2007, reso illeggibile per ammissione degli stessi protagonisti, a riprendere quasi totalmente le disposizioni della bocciata Costituzione e ad essere approvato in maniera ingannevole senza referendum. E’ stato Presidente del Movimento Europeo, il movimento creato dal fondatore del Bilderberg e finanziato dalla Cia attraverso l’Acue. Ha ricevuto il premio Carlo Magno nel 2003. Altiero Spinelli Pillola azzurra: Era comunista. Contro il capitalismo. Pillola rossa: Senza dubbio una persona onesta e per bene. Ma anche lui membro del Movimento Europeo; Membro del Bilderberg; Fondatore dell’Istituto Affari Internazionali (IAI), l’omologo
dell’Istituto Affari Internazionali (IAI), l’omologo italiano del CFR americano e del RIIA inglese; lo IAI ha infatti, organizzato diverse iniziative gemellando con la Chatham House. La maggior parte dei membri del Comitato dello IAI, compreso il suo presidente, sono stati anche membri del Direttivo del Bilderberg, altri invece provenivano dalla Commissione Trilaterale. In pratica Spinelli si circondava di tutti personaggi che avevano ruoli rilevanti nelle organizzazioni del capitalismo speculativo. Anche Alcide De Gasperi: è stato Presidente del Movimento Europeo e membro del Bilderberg. Era presente alla prima riunione del 1954. Ha ricevuto il premio Carlo Magno nel 1952. Etienne Davignon Pillola azzurra: È stato commissario europeo ed ha avuto un’influenza significativa sull’evoluzione dell’integrazione europea negli ultimi decenni. Nel gennaio 1977 Davignon entrò in carica come Commissario europeo per il mercato interno, l’unione doganale, e gli affari industriali nell’ambito della Commissione Jerkins. Nel gennaio 1981 Davignon venne confermato come Commissario europeo del Belgio e fece parte della Commissione Thorn come vicepresidente e Commissario per l’energia e gli affari industriali. Svolse l’incarico fino al gennaio 1985. Nel 1991 è stato nominato presidente dell’associazione per l’unione monetaria in Europa, attiva nella campagna per l’adozione di una moneta unica. Pillola Rossa: E’ stato il Presidente del Gruppo Bilderberg. E’ stato il fondatore della European Roundtable of Industrialists,
Presidente della lobby “Friends of Europe”. Confessò che la creazione dell’euro fu discussa al Bilderberg. Walter Hallstein Pillola Azzurra: E’ stato un politico tedesco e primo Presidente della Commissione Europea dal 1958 al 1967. Nel giugno 1951 il Cancelliere federale Konrad Adenauer nominò Hallstein Segretario di stato e lo incaricò di guidare la delegazione tedesca ai negoziati per la creazione della CECA. Nel 1957 firmò i Trattati di Roma per la creazione della Comunità Economica Europea e dell’Euratom. Hallstein sosteneva la visione di un’Europa federale con una Commissione forte. La sua visione si scontrò con quella del Presidente francese Charles De Gaulle orientato verso un’”Europe des États” (Europa degli stati), in cui i governi nazionali mantenessero ampi poteri. Ha ricevuto il premio Carlo Magno nel 1961. Pillola rossa: Fu un attivo membro del Gruppo Bilderberg. Presiedette il Movimento europeo negli anni in cui riceveva finanziamenti dalla Cia tramite l’Acue. Fu il giurista nazista che definì le leggi per sottomettere le nazioni europee conquistate da Hitler. Jacques Attali: Pillola Azzurra: Mitterand appena eletto Presidente della Repubblica in Francia nel 1981 nomina subito il suo braccio destro Attali “consigliere speciale”. Oltre a seguire in prima persona
Attali “consigliere speciale”. Oltre a seguire in prima persona l’attività del presidente della Repubblica, il suo compito principale consiste nella preparazione dei vertici internazionali soprattutto per quanto riguarda l’Unione Europea. Ha avuto un ruolo da protagonista nel Trattato di Maastricht. Pillola Rossa: E’ stato un membro attivo nel Bilderberg. Fu lui a dichiarare: “Abbiamo minuziosamente “dimenticato” di includere l’articolo per uscire da Maastricht (...) In primo luogo, tutti coloro, e io ho il privilegio di averne fatto parte, che hanno partecipato alla stesura delle prime bozze del Trattato di Maastricht, hanno, ci siamo incoraggiati a fare in modo che uscirne sia impossibile (...) Non è stato molto democratico, naturalmente, ma è stata un’ottima garanzia per rendere le cose più difficili, per costringerci ad andare avanti.” “Cosa credeva la plebaglia europea che avessimo creato l’euro per loro.” Jaques Delors: Pillola Azzurra: Era un banchiere proveniente dalla Banca di Francia. E’stato Presidente della Commissione Europea dal 1985 al 1995. È stato il primo e finora unico presidente della commissione a svolgere tre mandati. Durante il mandato di Delors venne istituito il mercato unico, venne riformata la politica agricola comune e furono firmati l’atto unico europeo, gli accordi di Schen-gen e soprattutto il Trattato di Maastricht che istituì l’Unione Europea e che fu firmato due anni dopo il suo “rapporto Delors” che ha rappresentato il vero punto di svolta nel processo di integrazione economica e monetaria perché proponeva di togliere agli stati la facoltà di emettere moneta e trasferirla con una moneta unica ad una banca centrale indipendente. Ha ricevuto il premio Carlo Magno nel 1992.
Pillola rossa: Era membro del Bilderberg. Quattro mesi dopo aver partecipato alla riunione del Gruppo del 1992 (anno della firma del Trattato di Maastricht) tenne un discorso al Royal Institute Of International Affair (RIIA) dal titolo: “L’Unione Europea e il nuovo ordine mondiale” Perchè nessuno ci ha mai raccontato quale erano le or ganizzazioni che muovevano i fili di questi uomini? La risposta è semplice; se lo avessero fatto sarebbe divenuto chiaro a tutti, che quello che sta succedendo oggi in Europa, con il deficit di democrazia, le crisi economiche, la perdita di sovranità da parte dei popoli; e tutto quello che sta causando la moneta unica ed una banca centrale gestite unicamente dalle élite finanziarie, era assolutamente previsto. Era proprio questo lo scopo di chi ha finanziato l’unione Europea per i propri piani di dominio; di chi ha concepito le sue istituzioni così antidemocratiche; di chi le ha amministrate senza averne la legittimità; di chi ha preparato i trattati senza sottoporli ai popoli e di chi ha voluto per se la facoltà di creare la moneta unica sottraendo agli stati la ragione d’esistere per inchiodare i paesi all’austerità perenne. Quelli che hanno voluto tutto questo, provenivano tutti dalle medesime organizzazioni, erano tutti collegati tra di loro. Tutti con un unico obiettivo: sottrarre il potere ai popoli e metterlo nelle mani di una ristretta oligarchia al fine di creare un nuovo ordine mondiale.
APPELLI Appello agli europei: denunciamo l’inganno del 3% e la truffa della Germania Si parla tanto del fiscal compact e dei famosi parametri che stan no mettendo o che metteranno in ginocchio il nostro paese condannandolo all’austerity e a uno stato di crisi permanente. Mi riferisco al vincolo del 3% sul rapporto defici/pil, al pareggio di bilancio introdotto in costituzione e alla necessità per i paesi con un rapporto debito/pil superiore al 60% di ridurre entro un ventennio tale eccedenza. Nel caso dell’Italia con un debito pubblico al 130% è stato già calcolato che questo vincolo potrà essere raggiunto nei tempi imposti solo con una media di oltre 30 miliardi di euro di tagli o tasse ogni anno per vent’anni. Ma c’è un patto strettamente collegato al fiscal compact, in quan to mirato proprio a contenere lo stock di debito e di spesa pubblica per rientrare in quei parametri, che è una vera ghigliottina per i comuni ed è la causa principale della crisi delle aziende che lavorano con la pubblica amministrazione, della perdita di servizi erogati alla cittadinanza e del degrado di comuni, strade, scuole,
nonché la causa di migliaia di licenziamenti, mancati pagamenti e chiusura di attività. Si chiama il patto di stabilità interno. Sul sito della Camera leggiamo che: “ le regole del patto di stabilità interno sono funzionali al conseguimento degli obiettivi finanziari fissati per le regioni e gli enti locali quale concorso al raggiungimento dei più generali obiettivi di finanza pubblica assunti dal nostro paese in sede europea con l’adesione al patto europeo di stabilità e crescita (poi divenuto fiscal compact)”1 Questi nuovi obiettivi finanziari hanno imposto alle istituzioni 1 http://leg16.camera.it/522?tema=104&Patto+di+stabilit%C3%A0+interno locali, un ulteriore inasprimento dei vincoli dato che come riportato nel trattato: “a partire dal 2011 il risparmio richiesto alle regioni deve essere tale da coprire il taglio di risorse effettuato nell’ambito delle manovre finanziarie di risanamento dei conti pubblici.” Questo ha causato un calo di quasi il 40% di investimenti da parte degli enti locali dato che “ il mancato raggiungimento degli obiettivi posti dal patto di stabilità interno comporta l’applicazione di una serie di misure sanzionatorie come il divieto di ricorrere all’indebitamento per finanziare gli investimenti.” Come si legge nella relazione dell’UPI (Unione Province Italia ne) sul caso della Regione Marche dal titolo “Gli effetti depressivi del Patto di Stabilità sulle attività produttive: 600 milioni di euro di investimenti bloccati”:2 “I meccanismi del patto di stabilità interno bloccano i pagamenti alle imprese e le manutenzioni dei beni pubblici e di fatto ci rende i peggiori committenti per le aziende. Sono 600 milioni di euro gli investimenti tenuti fermi nella
sola Regione Marche. Non abbiamo potuto pagare lavori di emergenza che lo Stato ci ha chiesto di fare e diventiamo inattendibili. Solo modificando alcune regole vessatorie che riguardano il patto di stabilità probabilmente saremo in grado di pagare le imprese e commissionare qualche lavoro nuovo facendo fronte ad interventi di prevenzione per scongiurare danni ben più importanti”. Dall’UPI fanno anche sapere che: “Il patto di stabilità interno pone alla spesa degli enti locali un sistema di vincoli, che si aggiunge agli equilibri di bilancio definiti dal testo unico, secondo cui le entrate accertate devono essere maggiori o uguali alle spese impegnate e le entrate correnti devono essere pari o uguali alle spese correnti più le quote capitale delle rate dei mutui.” 2http://upimarche.it/rassegna_stampa/comunicato%20stampa%20 Fabio%20Lo%20Savio.pdf Ciò significa che se un’Amministrazione deve pagare una fattu ra relativa ad un lavoro finanziato con un mutuo è obbligata a riscuotere, nello stesso esercizio un’entrata in conto capitale di pari importo. Ciò si traduce in un forte rallentamento dei pagamenti alle imprese e in una pesante riduzione delle manutenzioni di competenza di Comuni e Province. “Si tratta di somme dovute alle imprese che in mancanza dei vincoli del patto si tradurreb— bero in pagamenti nell’arco di pochi giorni.” L’impossibilità di
effettuare i pagamenti determina di fatto un rallentamento nell’esecuzione dei lavori anche se regolarmente finanziati ed appal-tati. I meccanismi del patto rendono inutilizzabile l’avanzo di amministrazione per finanziare investimenti in quanto l’operazione non determina riscossioni. Al momento attuale le priorità degli enti sarebbero date da manutenzioni straordinarie (riferite per esempio a strade e messa a norma di scuole) ma per effetto dei vincoli del patto gli avanzi di amministrazione sono destinati all’estinzione anticipata dei mutui. Sono stati calcolati in centinaia di migliaia di euro la massa di investimenti bloccati, solo nelle Marche, a causa dei vincoli del patto di stabilità e quello delle province marchigiane è solo un esempio, sicuramente tra i meno tragici rispetto alla situazione riscontrata in diverse altre regioni a dimostrazione che, nonostante i soldi ci siano, si lascia che le aziende falliscano, che i comuni dichiarino il dissesto e che gli imprenditori continuino a suicidarsi non vedendo altra soluzione. Tutto ciò avviene a causa dell’obbligo di mantenere con precisione maniacale il vincolo del 3% del rapporto deficit/pil. Una misura straordinaria fu addirittura applicata di recente a danno degli enti locali quando l’Italia era al 3,1% e ci fu richiesto dall’Europa di rientrare subito di quel (0,1%) che consisteva in 1 miliardo e mezzo circa di tagli immediati. Tenendo conto che: Il vincolo che inchioda i paesi europei all’austerity, che blocca la spesa sociale, che non permette agli stati e ai comuni di poter spendere a deficit neanche nelle emergenze; il vincolo che ha causato l’aumento dell’iva, che ha impedito allo Stato di pagare le aziende creditrici causando così la chiusura di centinaia di imprese colpevoli di aver generato crediti con la pubblica amministrazione e la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro; il vincolo che causa il dilagare dei suicidi tra gli imprenditori, è stato deciso quasi 35 anni fa in meno di un’ora senza basi
teoriche e senza nessuna valutazione tecnica da un funzionario, ai tempi non ancora trentenne, del governo francese di Francois Mitterand per dei loro interessi interni. Non si tratta di un delirio complottista ma di quanto riportato dal Sole 24 ore riprendendo quanto già dichiarato dal quotidiano tedesco “Frankfurter Allgemeine Zei— tung” e prima ancora dal francese “Aujourd’hui en France -Le Parisien”3.E’stato proprio lo sconosciuto funzionario francese ad aver confessato che quel parametro non ha alcuna base scientifica e che rispondeva solamente alle esigenze del governo francese degli anni 80 che aveva l’esigenza di contenere il deficit causato dalle promesse elettorali ed evitare ulteriori spese pubbliche all’impazzata. A dicembre del 1991 quella regola fu promossa da francese ad europea entrando a pieno titolo nei parametri di Maastricht senza sollevare nessuna obiezione da parte dei governi e da allora non è mai più cambiata nonostante 25 anni di notevoli cambiamenti economici e sociali. Ma al di la delle modalità assurde e inaccettabili che hanno visto la nascita di questo parametro, la cosa ancora più scandalosa è che non è mai stato applicato allo stesso modo a tutti i paesi dell’Unione europea ma anzi è stato applicato con una disparità senza precedenti come dimostra il fatto che la Commissione Europea (entità che non rappresenta i cittadini europei) ha raccomandato al Consiglio Europeo (altra entità non investita da legittimità popolare)di prorogare i termini per la correzione del disavanzo eccessivo per sei paesi (Spagna, Francia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovenia) escludendo
3http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2014-01-29/parla-inventoreformula-3percento-deficitpil-parametro-deciso-meno-un-ora-102114.shtml? uuid=ABJHQ0s l’Italia da tale beneficio.4E allora viene istintivo chiedersi come mai? Perché è rimasta esclusa da questa richiesta di proroga da parte della Commissione ed anzi nel 2009 è stata avviata una procedura per disavanzi eccessivi nei confronti del bel paese in grosse difficoltà? Perché la Commissione ha richiesto addirittura una proroga non di un anno ma di due anni per la Francia e per la Spagna per consentire ai due paesi di porre fine alla situazione di disavanzo eccessivo rispettivamente entro il 2015 ed entro il 2016 dando loro una significativa boccata d’ossigeno negata ad altri paesi in gravi difficoltà?Sul sito della Commissione Europea scrivono che: “Uno Stato membro può ottenere una proroga del termine per correggere un disavanzo eccessivo, senza che si passi alla fase successiva della procedura per i disavanzi eccessivi, purché: si sia verificato un evento economico sfavorevole con importanti conseguenze negative per lo Stato membro soggetto a procedura per i disavanzi eccessivi, che gli impedisce di rispettare il termine per la correzione del disavanzo eccessivo.” Perché per l’Italia fu, invece, attuata la procedura per disavanzi eccessivi? Un paese che ha un tasso di disoccupazione pari al 12,9 % (la più alta da 35 anni) con la disoccupazione giovanile (15-24 anni) che ha raggiunto il 42,24 % per un totale di 3.293.000 di senza lavoro costretti a vivere ai margini della società. Con i dati
che mostrano che da gennaio a dicembre del 2013 in Italia hanno chiuso 72.367 imprese del commercio. Con una produzione industriale ai minimi storici, per non parlare del dato più macabro che ha registrato nel 2013 il picco di suicidi di imprenditori a causa della crisi con la media di uno ogni due giorni e mezzo, portando complessivamente ad oltre 150 il numero delle persone che si sono tolte la vita per motivazioni economiche spesso legate all’insolvenza dello Stato. Possibile che un paese colpito dalla crisi in questo modo non possa essere considerato un paese “con eventi economici sfavorevoli con importanti conseguenze negative per lo Stato membro soggetto a procedura per i disavanzi eccessivi, che gli impedisce di rispettare il termine 4http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-13-463_it.htm per la correzione del disavanzo eccessivo.” Sono stati i nostri Governanti a non richiedere tale procedura o ci è stata negata? Nell’uno o nell’altro caso quali sono le ragioni che giustifichereb— bero una tale negligenza e quali sono le responsabilità di chi ha negato ossigeno al malato terminale? Perché alla Francia che non vive le nostre difficoltà è stato permesso di sforare tale vincolo ed avere una proroga? Analizziamo quali potrebbero essere i fattori determinanti. La Francia ha un rapporto debito/pil più basso del nostro ma sicuramente non meritevole, infatti nel 2013 era superiore al 92%. Ma al di la di tutto non potrebbe essere questo il motivo dato che
la proroga per il rientro del disavanzo è stata richiesta dalla Commissione anche per il Portogallo che nel 2013 aveva un rapporto debito/pil del 123,7% quindi quasi pari al nostro. Possiamo quindi scartare l’ipotesi che la nostra esclusione dal beneficio della proroga sia dovuta al nostro alto debito come vorrebbero gli economisti del sistema ed i seguaci dell’Europa buona e giusta anche perché non è specificata in nessun trattato la relazione tra il debito di un paese e la sua possibilità di avere accesso ad una proroga sul rientro del disavanzo. Detto questo ci troviamo davanti ad una realtà per noi inaccettabile. La possibilità o meno di una proroga viene scelta in maniera del tutto arbitraria. Ma da chi? e chi si può opporre a questa scelta? Oggi l’Italia ha un rapporto deficit/pil pari al 2,6% ben al di sotto del 3%. Per arrivare ad una riduzione così drastica in pochi anni ha dovuto massacrare di tasse i cittadini, aumentare l’iva, bloccare i pagamenti alle aziende. Ma perché? Tenendo conto che: L’Italia è attualmente tra i pochi paesi europei a rispettare questo vincolo. La Francia nel 2012 era comodamente ferma al 4,7 – mentre l’Italia aveva già due punti di meno – ed è ancora ferma ben al di sopra del 4%. Il Portogallo nel 2012 era fermo al 5% per poi scendere di mezzo punto. Per non parlare della Spagna che nel 2012 era al 7% o dell’Irlanda al 8,3%.5 Ma allora noi
perché abbiamo avuto in quel periodo tanta fretta, da costringere il Governo a tagliare e tassare senza sosta per ridurre quel rapporto? Perché nel 2009 abbiamo avuto la procedura per disavanzi eccessivi e non abbiamo mai avuto proroghe? Perché Renzi, addirittura ,corre dalla Merkel per chiedere il permesso, non di sforare o avere una proroga, ma semplicemente di poter passare dal nostro 2,6% al 3% per recuperare alcuni miliardi di euro indispensabili in questo periodo. In pratica stiamo elemosinando alla Germania la possibilità di restare all’interno dei parametri imposti mentre gli altri scorazzano indisturbati ben al di fuori, alcuni di loro senza avere neanche la mortificazione di essere definiti Piigs, come nel caso dei francesi. Immaginate se noi decidessimo di sforare, non più di altri, ma arrivando per esempio al pari della Francia nel rapporto deficit/pil. Sapete quanti miliardi di euro il nostro Governo avrebbe immediatamente a disposizione già da domani mattina? Fatevi i calcoli. Se Renzi ha bisogno di uno 0,4% per recuperare oltre 6 miliardi quanti ne potrebbe recuperare salendo di oltre un punto e mezzo che ci separa dal deficit francese? Ecco come si potrebbero risolvere dal giorno alla notte gran parte dei problemi che ci sbattono su tutte le prime pagine, senza apparente soluzione (imu, iva, esodati, ecc ecc). Tenendo conto che: Il famoso giurista di fama internazionale Giuseppe Guarino, professore emerito di Diritto amministrativo alla Sapienza di Roma e già Ministro delle Finanze e dell’Industria definisce il Fiscal
dell’Industria definisce il Fiscal compact e quindi il pareggio di bilancio incostituzionale ed illegittimo secondo gli stessi Trattati europei e lo fa documentando le motivazioni in un saggio di 76 pagine zeppe di riferimenti legislativi e rimandi giurisprudenziali evidenziando la necessità di far cadere con effetto immediato questo vincolo esigendo il rispetto 5 http://www.soldionline.it/infografiche/infografica-il-fiscal-monitor-dell-fmi del proprio diritto alla corretta ed integrale applicazione del Trattato, cioè dell’art. 104 C TUE, oggi 126 TFUE”. Tenendo conto che: Il fiscal compact è stato firmato da un presidente del Consiglio di un governo tecnico non eletto dai cittadini ma espressione dei vertici delle più spietate lobby finanziarie (Bilderberg, Trilaterale, Goldman Sachs, Brugel) Tenendo conto che: La crescita economica tedesca fra il 2000 e il 2003 era stata nulla mentre la disoccupazione cresceva. Nel primo decennio dell’euro (1999-2008) il debito pubblico tedesco è aumentato dal 61% al 67% del Pil al contrario di quello di molti Pigs, Italia compresa, il cui debito nello stesso periodo scendeva dal 113% al 106% del Pil questo perché dal 2000 al 2005(badate bene), prima dello scoppio della crisi del 2007 la spesa pubblica tedesca è aumentata di circa 120 miliardi di euro, una cifra che fu allocata per circa 2/3 (90 miliardi di euro complessivi) in sussidi alle imprese e in politiche attive per il mercato del lavoro. Le spese per l’istruzione invece aumentarono di soli 8 miliardi e quelle per l’edilizia popolare di
aumentarono di soli 8 miliardi e quelle per l’edilizia popolare di 3. In pratica la Germania che per 4 anni di seguito sforò la regola del 3% nel rapporto deficit/pil aveva finanziato a deficit le proprie imprese in aperta violazione del Trattato di Maastricht spendendo soldi pubblici per rendersi competitiva con le scorrette riforme Hartz – che quindi vanno inquadrate come il classico aiuto di stato vietato dai trattati – che porteranno ad un abbattimento del costo del lavoro tedesco, a colpi di precarietà con la flexicurity e i mini job, che determinarono un declino dei salari nominali e reali tedeschi che scesero fra il 2003 e il 2009 di circa il 6%. Una svalutazione reale finanziata con sussidi diretti e indiretti al sistema produttivo tedesco. Queste azioni di vero e proprio dumping sociale avviate in Germania furono decise unilateralmente, senza consultare “i fratelli europei” violando palesemente l’articolo 119 del Trattato di Funzionamento dell’UE (TFUE) Che la Germania giocasse sporco lo avevamo già intuito quando l’ex Ministro delle finanze greco Nicos Christodoulakis denunciò a suo tempo che il Governo tedesco non aveva incluso gli ospedali nel settore pubblico falsando quindi i suoi conti dell’entrata nell’euro. Visto che il lupo perde il pelo ma non il vizio, la Germania non ha mai smesso di finanziare le sue imprese in violazione dei trattati europei. In pochi sanno – dato che i media e i politici tendono a glissare su questo argomento – che la banca pubblica tedesca creata nel dopoguerra dagli alleati per gestire i fondi del piano Marshall è diventata oggi il più importante strumento di politica industriale del paese ed una delle più grandi e potenti banche del mondo la Kreditanstalt fuer Wiederaufbau, (KfW) cioè Istituto di credito per la ricostruzione. La KfW ha da decenni il ruolo di motore e finanziatore del -
lo sviluppo, ossia quel ruolo che i falchi di Berlino e di tutta l’Eurozona non vogliono attribuire alla Banca Centrale Europea. A trarne vantaggio è il solo sistema tedesco. Il rating di questa banca è ottimo, pari a quello dei Bund tedeschi, per cui alla KfW non è difficile approvvigionarsi a tassi bassissimi quasi esclusivamente sui mercati mondiali dove negli ultimi anni ha realizzato in media emissioni per circa 80 miliardi di euro come riportato in un articolo di Repubblica del 11 Febbraio 2013 dal titolo “così funziona il motore della Germania”6. La KfW appartiene per l’80% alla Repubblica federale e al 20% ai Lander (ossia i 16 stati federati della Germania, sempre soggetti pubblici) e svolge molti compiti di finanziamento del settore pubblico, non solo finanziando le piccole-medie imprese, ma rendendosi artefice di salvataggi di aziende e banche come nel caso della Ikb collassata a causa dei mutui subprime. Sal 6 http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2013/02/11/news/kfw_ cos_funziona_il_motore_della_germania-52371618/ vataggi che ad altri Paesi non sarebbero stati permessi ma che Berlino continua a far passare come interventi non pubblici, a dispetto della proprietà al 100% pubblica dell’istituto, e sostenendo dei costi che restano al di fuori del perimetro del bilancio federale e che quindi non figurano nel debito pubblico tedesco. Compiti e operazioni che, invece, in altri Paesi figurerebbero nei
Compiti e operazioni che, invece, in altri Paesi figurerebbero nei conti statali incidendo nel rapporto debito/pil in maniera considerevole infatti, conteggiando le spese di questa che può essere definita la Cassa depositi e prestiti tedesca,la Germania sfiore— rebbe il 100% nel rapporto deficit/Pil come ha fatto notare l’economista Alberto Bagnai su “il Fatto Quotidiano” spiegando che “questa operazione è consentita dai criteri contabili Esa95, che escludono dal computo del debito pubblico quello delle società pubbliche che coprono i propri costi per oltre il 50% con ricavi di mercato. La KfW rientra in questo criterio, ma ciò non toglie che se qualcosa le andasse storto, sarebbe il governo federale a garantire le sue obbligazioni, esattamente come gli altri Bund.”7 In pratica anche se i tedeschi hanno trovato il modo per aggirare le norme resta il fatto che si tratta di operazioni estremamente scorrette e di vere e proprie falsificazioni dei conti. Alla luce di queste nuove realtà cambia completamente l’immagine dell’Italia definita un paese spendaccione, che vive al di sopra delle proprie possibilità, nei confronti della Germania definita invece oculata e sempre attenta alla propria spesa per tenere i conti in ordine, infatti, se andiamo a vedere qualche grafico ufficiale ci rendiamo conto che dal secondo trimestre del 2007, ossia quando è ufficialmente scoppiata la crisi dei subprime e delle banche che negli anni successivi hanno chiesto aiuto agli Stati, facendo quindi incrementare il debito pubblico che nell’Eurozona è passato dal 60 all’80% l’Italia è stato il paese che ha visto crescere menodi tutti, nell’area euro, il debito pubblico nominale (quello
che comprende anche il tasso di inflazione).Dalla metà del 2007 a metà 2013, ha avuto un incremento del 27%. Nello stesso pe7 (http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/23/germania-solo-berlino-puo-truccareconti-eurozona-terra-di-disuguaglianza/718024/ ) riodo il debito pubblico della Germania dove, come abbiamo visto, non viene conteggiata l’ingente quota della KfW ha avuto, invece, un incremento del 34%. Questo nonostante negli stessi anni la Germania abbia generato un’inflazione inferiore di cinque punti rispetto all’Italia e abbia pagato tassi sul debito molto più bassi rispetto al nostro paese (da qui lo spread). E la Francia? Nel frattempo ha visto crescere lo stock di debito del 57%, anch’esso vicinissimo ai 2 mila miliardi di euro. Ha mantenuto un elevato e continuo sforamento del vincolo del 3% senza subire una procedura d’infrazione8. Incrociando questi dati emerge che le nuove misure del Governo dovrebbero soprattutto cercare di risollevare il Pil piuttosto che concentrarsi unicamente sulla riduzione del debito. Eppure in Italia quando si parla del rapporto debito/pil tutta l’attenzione viene incentrata sul debito come se fosse quella la chiave di volta ignorando invece che se il debito sarà ridotto ma il Pil continuerà a perdere colpi il parametro debito/Pil continuerà a peggiorare, in un preoccupante circolo vizioso. Ma perché il nostro pil e le nostre esportazioni non crescono? Ancor una volta bisogna esaminare il ruolo scorretto della Germania. Tenendo conto che: Proprio la Germania, che intima agli altri paesi di rispettare i parametri europei, ha mantenuto un ampio surplus di conto corrente durante tutta la crisi finanziaria dell’area dell’euro, eccedendo la soglia [del 6%] ogni anno a partire dal 2007.
Addirittura nel 2012 il surplus nominale di conto corrente della Germania era maggiore di quello della Cina, ignorando ogni raccomandazione a ridurlo e a stimolare lo sviluppo della domanda interna, per contribuire a portare gli altri paesi fuori dalla crisi. Inaccettabile è che la critica a tale operato sia arrivata dal governo degli Usa e da ambienti di ricerca e non dal 8 (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-12-03/il-debitopubblico-e-peccato-originale-italia-dati-dicono-che-cresce-meno-tutti-paesieuro-mentre-pil–110537.shtml?uuid=ABDnIYh ) la Commissione Europea sempre pronta a bacchettare il nostro paese, dimostrando palesemente come queste procedure seguano una ingiustificata logica asimmetrica e totalmente arbitraria. Tenendo conto che: La Germania non ha fatto altro che sfruttare a danno di altri paesi gli enormi vantaggi avuti dalla moneta unica, una moneta troppo forte per i paesi come l’Italia che hanno quindi perso competitività nei confronti della Germania che invece ha giovato anche del regime di cambi fissi evitando che proprio il tasso di cambio riflettesse il suo ampio surplus considerato un freno per la ripresa dei paesi dell’Eurozona, che infatti, fronteggiano un corrispondente deficit commerciale. Tenendo conto che: La Germania si è battuta per fare in modo che i paesi in crisi dell’area euro non potessero ricevere neanche gli aiuti dalla Banca Centrale provando a bloccare con un ricorso il piano degli Omtossia l’acquisto straordinario da parte della BCE di titoli di stato dei paesi in difficoltà definendola un’operazione che va oltre il mandato di politica monetaria della Banca centrale europea. La Corte costituzionale tedesca ha fatto però un passo indietro in
La Corte costituzionale tedesca ha fatto però un passo indietro in questo senso quando la Germania codardamente si è resa conto che senza aiuti a questi paesi, sarebbe saltato l’euro ed ha quindi deciso di demandare la Corte Europea di giustizia sull’interpre— tazione del piano Omt della Bce per lasciare in pratica che fosse l’Europa a giudicare se stessa. Questo la dice lunga su quanto la Germania tema la distruzione dell’euro e quanto sarebbe disposta ad ogni tipo di concessione qualora i nostri governanti riuscissero davvero a dimostrare con fermezza la volontà di uscire dalla moneta unica. Tenendo conto del: palese piano di dominio della Germania con la complicità della nostra classe politica che trova evidenza nel fatto che i maggiori acquirenti di aziende italiane, indebolite dalla recessione e dal credit crunch sono proprio le imprese tedesche, che al contrario di quelle tricolori nuotano nella liquidità per le ragioni che abbiamo ampiamente spiegato. Come ha riportato il Financial Times, “sono ben 23 le Pmi italiane passate in mani tedesche nel 2013, dopo le 20 acquisizioni registrate nel 2012. E quasi sempre si tratta di gioiellini con conseguente perdita di posti di lavoro in Italia e l’addio definitivo a pezzi strategici della struttura industriale italiana. Con pesanti conseguenze, nel lungo termine, per il nostro Paese”. Come testimoniato da un articolo del Sole 24 Ore dal titolo“ così la
testimoniato da un articolo del Sole 24 Ore dal titolo“ così la Germania sta facendo incetta delle migliori pmi italiane a prezzi di saldo”9. Tenendo conto che: La Bundesbank elude il divieto di acquisto di titoli di Stato sul mercato primario come dimostrato da diversi economisti e spiegato nell’articolo dal titolo “ l’eccezione tedesca nel collocamento dei titoli si stato”. Dovremmo chiedere: Risarcimenti alla Germania per le violazioni sopra citate. Di sospendereda subito i vincoli del fiscal compact invitando il Governo italiano a spendere a deficit oltre il limi9 (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-02-02/ecco-perche-germaniasta-facendo-incetta-migliori-pmi-italiane-a-prezzi-saldo-161240.shtml? uuid=ABaILzt ) te del 3% per investimenti e lavoro, fino al raggiungimento, almeno, della soglia media del rapporto deficit/pil dei paesi europei (oltre il 4%) in modo da avere liquidità immediatamente disponibile per uscire dall’emergenza in attesa di rendere possibile la rescissione di tali trattati e l’uscita dalla moneta unica. Di sospendere il patto di stabilità interno agli enti locali invitandoli a spendere da subito per la popolazione i fondi bloccati a causa dei vincoli del patto stesso. Di istituireuna banca nazionale per finanziare imprese e sviluppo. Pillola azzurra: la Germania è virtuosa e noi siamo dei pigs. Pillola rossa: i nostri governanti sono dei pigs e permettono che la Germania, a nostre spese, si finga virtuosa.
Appello agli economisti anti euro: perché denunciate l’arma del delitto ma non l’assassino? Mi rivolgo agli ormai famosi economisti che stanno (giu stamente) professando con energia e professionalità l’uscita dell’Italia dall’euro. Mi rivolgo a quei partiti che ultimamente hanno fatto dell’antieurismo il proprio cavallo di battaglia anche perché le due figure si fondono in vista di elezioni. Ritengo fondamentale il lavoro da voi svolto da un punto di vista tecnico, siete riusciti a dimostrare con grafici e numeri i danni della moneta unica, siete riusciti a smascherare le menzogne degli economisti e dei disinformatori prezzolati. Avete reso chiari i vantaggi della sovranità monetaria e gli svantaggi dei cambi fissi per le economie più deboli. Avete dimostrato che dall’entrata nell’euro ad oggi, tutti gli indici economici sono peggiorati per il nostro paese. E’ aumentata la disoccupazione perché legata alla bassa inflazione imposta dai vincoli europei, è aumentato il debito pubblico perché siamo costretti a prendere in prestito i nostri soldi e a restituirli con gli interessi, siamo vittime delle speculazioni dei mercati e non siamo più competitivi, con una economia che retrocede ed una moneta che invece avanza sulle altre valute. Avete reso a tutti chiaro quello che l’euro sta causando alla nostra
economia, al nostro paese e quindi alla vita di milioni di persone. Ma questo non basta più. Per quanto voi siate economisti, ed in— clini ad analizzare unicamente dati e numeri, usando un approccio scientifico, questo non giustifica più il vostro silenzio sulle reali cause del problema. Chi pensa che l’euro sia stato semplicemente un errore tecnico o il frutto di scelte economiche sbagliate, chi pensa che l’euro oggi stia fallendo, mente. Mente allo stesso modo di chi dice che uscire dall’euro sarebbe un disastro. Si mente in entrambi i casi per nascondere la verità. Per mesi ho sperato nella vostra buona fede (nella quale ancora sono fiducioso) ma se non è cattiva fede è miopia ed allora questo è un mio tentativo di aprirvi gli occhi. Speravo che avreste avuto prima un approccio scientifico e poi avreste cominciato a chiedervi il perchè di tutto questo ed allora avreste capito anche voi che l’euro non è un fallimento ma la piena realizzazione del piano di chi l’ha voluto. La crisi dell’euro non è un incidente di percorso, ma un’arma per soggiogare popoli e stati. E’ovvio che se ci puntassero un arma alla tempia, la nostra priorità per sopravvivere sarebbe quella di capire chi vuole prenderci in ostaggio e cosa poter fare per liberarci. Se quella che ci puntano alla testa è una calibro 38, un fucile da caccia o un kalashnikov è irrilevante. Non è l’arma che vuole ucciderci, ma chi la impugna e probabilmente chi la impugna sta solamente eseguendo un ordine che gli è stato commissionato. L’euro nasce per tenere gli stati in ostaggio. Ci siamo mai domandati chi lo sta impugnando; chi ha dato l’ordine? Da chi è partito il diktat di sequestrare le sovranità nazionali, prendere in ostaggio
i popoli europei, segregandoli in un covo a pane ed acqua. Chi sono i nostri carcerieri? Il punto è tutto li. Avete mai visto qualcuno che ha subito una rapina entrare in commissariato e denunciare una semiautomatica per avergli rubato i soldi? Che senso avrebbe descriverla minuziosamente al tenente di turno “era cromata, manico nero, grilletto ricurvo” se poi non si è in grado di riconoscere e descrivere chi la impugnava. Immaginate pattuglie di polizia uscire per strada, dopo la denuncia in questione, in cerca di una pistola come quella descritta e dopo averla trovata immaginate che la sottraggano dalle mani del malvivente lasciato però libero. Sarebbe una prassi efficace per sconfiggere la criminalità ? assolutamente no, avranno solo costretto il malvivente a cercarsi una nuova arma per tornare a svolgere la sua attività criminale approfittando di essere stato lasciato a piede libero. Perché allora denunciamo che l’euro ci ha sottratto ricchezza se in realtà è stato solo un mezzo per farlo? Perché gli economisti lo descrivono con tanta accortezza “è un rapporto di cambi fissi, è sopravvalutato, è sbagliato. Immaginate di sottrarre l’euro ai criminali che l’hanno usato contro i popoli lasciando però quei criminali nell’anonimato e quindi liberi di tornare ad agire indisturbati. Ci lascerebbero sovrani o cercherebbero una nuova arma per tornare a colpire? Mi viene in mente per esempio la moneta unica mondiale che presenteranno al prossimo EXPO di Milano. Uscendo dalla metafora il risultato non cambia un po’ come quando in matematica si cambia l’ordine degli addendi. Denunciare l’euro (farlo
quando in matematica si cambia l’ordine degli addendi. Denunciare l’euro (farlo è cosa buona e giusta) è diventata una moda e come tutte le mode anticipa il trend del futuro, detta le tendenze; è diventato uno spot elettorale consigliato da qualsiasi esperto di marketing ma rimane una denuncia sterile e poco utile se non si ha il coraggio, la consapevolezza e la volontà di denunciare che l’euro non è un fallimento come oggi sentiamo dire da tutti, ma è invece la realizzazione di un progetto. Non si decide di creare una moneta unica in un area valutaria non ottimale pensando che possa funzionare. Non si decide di separare il Ministero del Tesoro dalla Banca d’Italia ignorando di aprire così alle speculazioni finanziarie. Non si può remare contro la divisione tra banche commericiali e banche speculative pensando di fare del bene all’economia reale invece che agli speculatori. Non si decide di privatizzare le banche nazionali ignorando di togliere potere agli stati. Non si decide di cedere sovranità ignorando di rendere nulle le costituzioni nazionali ed abolire le democrazie partecipative. Non si decide di aderire ad un cambio fisso con economie più forti ignorando di andare in deficit nella bilancia dei pagamenti. Non si decide di tenere l’inflazione a livelli così bassi ignorando che parallelamente schizzerà il tasso di disoccupazione. Non si decide di introdurre in costituzione il pareggio di bilancio senza sapere che si sta firmando una condanna a morte per gli stati, non si firma il fiscal compact ignorando che si sta firmando un programma di macelleria sociale; non si firma il Mes ignorando che sia un ente sovranazionale con pieni poteri nato per salvare le banche e non gli stati. Chi ha firmato questi trattati, chi ha voluto la moneta unica, chi ha accettato i vincoli europei, non ha sbagliato come volete farci
ha accettato i vincoli europei, non ha sbagliato come volete farci credere voi, indicandoci la luna ma invitandoci a porre l’attenzione sul dito. Chi ha firmato sapeva cosa firmava, sapeva quali sarebbero state le conseguenze, sapeva già prima quelle che voi oggi sbandierate come scoperte dell’acqua calda. Avevano già in mano i vostri grafici con i futuri indici di disoccupazione, di calo della produzione industriale, di diminuzione dei salari, di deficit nelle esportazioni, di aumento degli interessi pagati alle banche, di aumento esponenziale del debito pubblico. Sapevano già tutto ed è per questo che hanno deciso tutto da soli. Non rispondevano al popolo ma rispondevano ai potentati finanziari che da quegli indici avevano tutto da guadagnare e che li avevano imposti ai governi sfruttando le crisi. A voi va il merito di aver denunciato i danni che stanno causando e tutto quello che ci stanno sottraendo ma se denunciate la refurtiva senza rendervi conto del ladro che avete in casa, se fate la descrizione dell’arma ma non di chi ha sparato, il vostro lavoro sarà vano, anzi dannoso, perché la gente comincerà a credere che il problema nasca dalle scelte economiche che sono state fatte, dai vincoli europei, dalla moneta unica, si creeranno le fazioni del “fuori dall’euro” e del “più europa” e anche all’interno degli anti europeisti si formeranno diverse fazioni, tra chi vuole l’uscita immediata dall’eurozona, chi bleffa e inganna i propri elettori chiedendo un referendum, chi vorrà il riconoscimento di averlo detto per primo e chi verrà accusato di
averlo detto solo in campagna elettorale; chi è complice e chi si è pentito. Non potrà mai nascere un piano unitario di liberazione nazionale se non si è capito di aver subito un golpe finanziario e di essere governati dai golpisti. Allora statemi a sentire come io sono stato per mesi a sentire voi guardando le vostre conferenze e leggendo i vostri libri; ultimamente condite il tutto accompagnandovi da filosofi e ben venga la filosofia, ma ora passiamo alla concretezza, smettetela di farvela sotto di essere giudicati complottisti se per un attimo lasciate l’approccio scientifico e ra— gionate su dati non numerici. Io l’ho fatto per voi, sono partito dalla fine degli accordi di Bretton Woods che hanno cambiato il sistema monetario mondiale, all’abolizione del Glass Steagal act sulla divisione delle banche, ho letto i nomi di chi ha voluto il divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia, di chi ha privatizzato la nostra banca nazionale, di chi ha tolto al governo il potere di decidere il costo del denaro, di chi ha firmato il Trattato di Maastricht cedendo la nostra sovranità, di chi ha voluto il cambio lira/euro, di chi ha voluto cedere il potere di emettere moneta ad un entità sovranazionale, di chi ha esautorato i governi, di chi ha firmato il Trattato di Lisbona causando la spoliazione della sovranità e della democrazia. Sono andato a leggere chi ha firmato il Mes, chi ha firmato il fiscal compact, chi ha introdotto in costituzione il pareggio di bilancio, il six pack. Ho messo insieme tutti questi nomi, di esponenti americani, europei, italiani e sono andato a
nomi, di esponenti americani, europei, italiani e sono andato a ricercare cosa avessero in comune. Ho scoperto che erano tutti collegati alle stesse organizzazioni. Erano tutti membri dello stesso cartello, tutti rispondenti agli stessi diktat. Avevano tutti gli stessi burattinai con degli obiettivi chiari. Dissolvere gli stati nazionali, generare crisi economiche per sostituire i governi eletti con tecnocrati imposti dalle lobby finanziarie, annientare lo stato sociale per abbassare il costo del lavoro, annullare la produzione industriale italiana, impoverire i popoli, cedere sovranità ad entità sovranazionali che non dovevano rispondere a nessun cittadino e a nessun governo. Non abbiate paura non è una teoria del complotto. Ho anche io i miei dati scientifici, ho anche io i miei grafici e le mie slide con le prove da mostrare. Anzi se le teorie economiche sono confutabili, da chi ha teorie economiche opposte, dato che sempre di teorie si tratta, i miei sono dati reali, sono documenti scritti, sono realtà incontrovertibili. Allora aprite le orecchie. Io non parlo di gente incappucciata che cospira segretamente contro il mondo (ci sarebbero anche quelli) io parlo delle persone che abbiamo al governo. Non sono per nulla incappucciati, anzi, hanno una bella faccia tosta che non nascondo mai e le organizzazioni delle quali fanno gli interessi non sono segrete, hanno dei loro statuti, un loro sito e delle loro liste di partecipanti. Tutti quelli che voi chiamate errori, tutte quelle che voi chiamate scelte sbagliate, tutte quelle che voi additate come causa della crisi sono state firmate tutte da esponenti di alcune lobby finanziarie come il Gruppo Bilderberg, la Commissione Trilaterale, il RIIA, il CFR, che guarda caso hanno tutti gli stessi fondatori e finanziatori, tutti i trattati europei che voi definite capestro sono nati in
seno ad alcune lobby di tecnocrati e industriali come la Business Europe, la European Roundtable of Industrialists, potrei andare avanti ancora per un po ma sarebbe superfluo tanto i finanziatori e gli ideatori sono sempre gli stessi, e come abbiamo visto, pensano che “le nazioni europee dovrebbero essere guidate verso un superstato senza che le loro popolazioni si accorgano di quanto sta accadendo. Tale obiettivo potrà essere raggiunto attraverso passi successivi ognuno dei quali nascosto sotto una veste e una finalità meramente economica”. Vogliamo dire allora che è tutta colpa del Bilderberg? Assolutamente no. Non è il mio pensiero. Per il Bilderberg vale lo stesso discorso che abbiamo fatto per l’euro. Se la moneta unica è l’arma che hanno usato,il Bilderberg altro no è che uno dei quartier generali, una sorta di centro di addestramento e di reclutamento. Il vero nemico come abbiamo visto è la loro ideologia quella che portano avanti con la complicità dei nostri media e dei nostri politici e che oggi si è concretizzata con un vero e proprio attacco diretto ai popoli e agli stati nazione. E allora la priorità oggi, come lo è stato in passato deve essere la liberazione del paese dall’invasore ma per farlo bisogna smetterla di parlare di crisi e parlare di golpe finanziario, bisogna smetterla di parlare di teorie economiche e parlare di strategie per la liberazione. Bisogna smettere di denunciare l’arma e assumersi la responsabilità di denunciare gli assassini della nostra democrazia. La forza cominciamo ad averla anche noi perchè c’è un popolo che sta cominciando a capire che non si può trattare di errori, non si può trattare di scelte economiche e non si tratta di crisi passeggere. Questo popolo ha bisogno di essere unito, questa battaglia ha bisogno di compattezza, ha bisogno di generali capaci di gridare la verità. Ma se i nostri paladini della
bisogno di generali capaci di gridare la verità. Ma se i nostri paladini della sovranità sono i primi a non aver capito, o ancor peggio sono i primi a non voler capire, allora ritorniamo allo solita linea che io ormai traccio ad ogni occasione. Una linea che non permette ambiguità, non permette “se” e non permette “ma”, una linea il cui tragitto non prevede che si possa passare nel mezzo ma ha solo due sponde. O con noi (popolo italiano) o contro di noi. Ma voi da che parte state? Scusatemi se stavolta sono stato brutale. Francesco Amodeo
Appello di un napoletano ai napoletani che hanno cacciato Salvini durante il Basta Euro Tour L’Unità d’Italia si è compiuta sulla pelle dei meridionali, o forse sarebbe più corretto dire che i meridionali furono massacrati, rapinati, umiliati dall’esercito piemontese non certo per essere liberati ma per essere annessi. Non ci fu mai nessuna unità se non sulla carta. Dopo l’impresa di Garibaldi il Sud fu depredato del suo oro e delle sue ricchezze che furono utilizzate per risolvere i problemi dell’indebitato nord e cadde nello stato di subalternità economica in cui si trova ancora da quando il Parlamento piemontese introdusse nuove tasse solo al Sud, per investire, almeno fino ai primi del ’900, in bonifiche, strade, ferrovie, scuole solo nel Nord e a Roma. “L‘impresa” di Garibaldi è quindi la base della cosiddetta questione meridionale perché prosciugò le ricchezze del fiorente Regno delle Due Sicilie e demolì un’economia pro— mettente, minandone la rinascita. Tutto questo è ormai innegabile e documentato, si può discutere sul dettaglio ma sicuramente non si potrà più mettere in dubbio che il Nord abbia prosperato dal 1861 a oggi proprio grazie a quella che fu una “guerra coloniale”. Tutto vero. Concordo in pieno con gli amici meridionalisti, capisco la loro rabbia che è anche la mia, sento la loro frustrazione che è anche la mia. Ma sono passati
che è anche la mia, sento la loro frustrazione che è anche la mia. Ma sono passati oltre 150 anni. Per quanto tempo ancora la certezza di aver subito un torto e le enormi ripercussioni che quel torto ha avuto sulle popolazioni del Sud Italia possono giustificare la nostra passività. Quand’è che il vittimismo, seppur giustificato, si trasformerà in forza reat— tiva e torneremo ad alzare la testa invece che puntare il dito. Il nostro carnefice del passato non è rimasto impunito. Sta su bendo la legge del contrappasso. C’è una sola cosa, infatti, nella quale è riuscita, senza volerlo, questa Unione Europea; ha unito, su alcuni punti, le diverse anime dell’Italia geografica. Anime divise da oltre 150 anni da ferite che sembravano insanabili, da un gap psicologico che si dilatava man mano che il ricordo delle verità storiche si andava affievolendo. Un sud fru— strato da quella sensazione di impotenza che prova chi è costretto a convivere con qualcuno che non può capirti perché non ha mai vissuto le tue stesse sensazioni, le tue stesse frustrazioni. Come lo spiegavi ad un piemontese o a un veneto quello che noi al sud ci portiamo dentro sapendo che 150 anni fa degli uomini al soldo delle élite finanziarie internazionali sono venuti da noi per espropriarci di tutto travestendosi da liberatori. Come lo spiegavi ad un lombardo quello che si prova sapendo che i burattinai di queste élite hanno imposto i propri uomini nel nostro regno per imporre le loro leggi, rubare il nostro oro, finanziare le loro banche, distruggere la nostra economia, privarci della nostra dignità e della nostra identità. Come potevi trasmettere le tue sensazioni a chi queste cose non le ha vissute sulla propria pelle, non le ha
tue sensazioni a chi queste cose non le ha vissute sulla propria pelle, non le ha impresse nel proprio Dna ma le ha acquisite sul mercato parallelo dei falsari della storia. Non potevano capirti e questa incomprensione diventava divisione, incompatibilità, astio, rancore. Poi però è arrivata l’Europa “Unita” e la storia si è ripresentata puntuale e ciclica, chiara e spietata. Il nord Italia é diventato sud Europa. Le élite finanziarie sono rimaste sempre le stesse e gli stessi sono rimasti i metodi e gli scopi. Depredare, distruggere, privare i popoli delle loro autonomie, delle loro sovranità e delle loro identità. Cancellare delle aziende in favore di altre, annientare delle economie in favore di altre, rubare oro e soldi per trasferirli nei caveau delle banche dei rappresentanti delle élite. Tutto si ripete inesorabilmente. Un’ altra invasione spacciata per liberazione. Un altro golpe spacciato per unità. Un altro Stato unito con la forza e tenuto insieme dal filo spinato. Ora i veneti, i lombar— di, i piemontesi ci capiscono e come. Gli svizzeri li vogliono mandare via definendoli meridionali. Ora anche essi ripudiano questa Europa e al tempo stesso ripudiano questa Italia così com’è oggi perché hanno capito che non può esserci unione sana senza il rispetto e la conservazione delle singole identità. Spesso gli amici del nord mi chiedevano perché noi fischias simo il termine “fratelli d’Italia” nella sua artefatta valenza. Ed io non sapevo spiegarlo ed avevo paura di essere frainteso. Ora mi basta rigirare la domanda e chiedere loro perché rigettano il “ce lo chiede l’Europa”. La risposta è semplice: in amore le cose non si impongono e non si chiedono. Gli amori e le convivenze che durano sono solo quelli che all’interno della coppia
amori e le convivenze che durano sono solo quelli che all’interno della coppia riescono a tenere ben salda la propria autonomia e la propria identità. La lega in principio si chiamava “Padana” ed era nata per fare gli interessi di una precisa area geografica. E bisogna dargli atto che l’ha sempre fatto. Ma gli interessi di quella regione si sono sempre contrapposti a quelli delle regioni del Sud viste come un intralcio alla realizzazione del loro sviluppo. La differenza è stata che loro si sono organizzati per fare i propri interessi e noi no e quindi li abbiamo subiti. Poi il nord Europa (Germania) ha cominciato a trattare l’Italia proprio come le regioni del nord trattavano noi. Hanno approfittato della apparente e ipocrita unità per tirare acqua al proprio mulino e fare gli interessi della propria area geografica a danno delle altre. Noi del meridione ci siamo ritrovati ad essere colonia dell’Italia in una Italia a sua volta colonizzata da alcuni paesi del nord Europa. Siamo ritornati a subire ma senza reagire. Al nord cosa hanno fatto invece? sono scattati sull’attenti e corsi in trincea e se prima facevano i propri interessi a danno delle regioni del sud ora hanno deciso di lottare contro questa Europa che quegli interessi li stanno infangando a favore di altre nazioni. La Lega Nord, da Lega Padana, è diventata Lega Basta Euro. In quel “Basta Euro” non ci sono più solo i loro interessi, non ci sono più solo le loro regioni o solo i loro abitanti. In quel Basta Euro ci sono anche i nostri destini.
Euro ci sono anche i nostri destini. Noi ora possiamo continuare a fare le vittime, e prendere a parolacce il leghista di turno che viene nelle nostre regioni. Avremmo anche le ragioni per farlo ma tutto questo avrebbe un senso se prima di cacciare Salvini dalle nostre regioni ci ponessimo una domanda precisa: come mai non abbiamo una Lega Sud? e come mai non abbiamo un partito No euro che possa fare gli interessi delle nostre regioni doppiamente martoriate dall’Unione Europea. Se non sappiamo dare questa risposta, noi Salvini dalle nostre città non abbiamo più il diritto di cacciarlo. Possiamo continuare a non votarlo ma su questi temi abbiamo il dovere di ascoltarlo. Oggi Salvini e la Lega rappresentano quell’asse che sta lottando contro la dittatura europea e che sta finalmente diventando transazionale passando per la Francia di Le Pen, l’Ungheria di Orban, l’Inghilterra di Farage, l’Olanda di Wilders. Gente che fino a qualche anno fa avremmo davvero preso ad insulti ma che oggi sono l’unica possibile salvezza da una imminente dittatura europea senza precedenti. In Italia questo fronte non è nato perché castrato dalle promesse di Grillo che rischiano di finire come una bolla di sapone se i pentastellati non modificano il loro programma tecnicamente e giuridicamente irrealizzabile che ci consegnerà definitivamente nelle mani dei golpisti. No possono più bastare per consolarci, le grida tra i banchi del parlamento di qualche ragazzo dal viso pulito e di buona volontà ma inadeguato a difendere un paese sotto attacco. L’unico fronte concreto in questa battaglia lo sta creando proprio la Lega e lo dico turandomi il naso ma senza nutrire alcun dubbio sul fatto che non c’è altra alternativa. La creeremo. Ma ora
dubbio sul fatto che non c’è altra alternativa. La creeremo. Ma ora non c’è; prendetene atto. Allora la Campania, la Calabria, la Sicilia, la Basilicata non possono permettersi di chiudere le porte in faccia al Basta Euro Tour. Non possono farlo adesso. Chi ha cacciato Salvini da Napoli per decenni si è tenuto in casa Iervolino e Bassolino e compagnia cantante e solo ora ha imparato a scendere nelle piazze a gridare “vai via”. Io non ci sto. Questa ipocrisia non fa parte della mia persona e sono sicuro che non faccia parte neppure della mia città ne della mia gente. Certo è una soddisfazione mandare via un leghista ne sono convinto. Ma non la considero più dimostrazione di dignità e di orgoglio se fatta da rappresentanti di quelle regioni che tutto il resto lo subiscono in silenzio senza organizzarsi, senza ribellarsi senza neppure informarsi su chi gli sta entrando in casa e rubando il pane. Chi rappresenterà il sud Italia contro il golpe europeo quando si sederanno tutti al tavolo delle trattative? Avete qualche nome? E allora torniamo alla metafora dello stadio che tanto vi piace. Immaginate che siamo in finale della coppa del mondo contro la Germania. Per l’Italia è chiamato a tirare il calcio di rigore un giocatore che nel campionato nazionale gioca nel Milan ma noi siamo di Napoli. Che fate voi? fischiate mentre tira e litigate col vostro vicino del nord che invece lo sta sostenendo? O vi stringete tutti insieme in religioso silenzio sperando che riesca a buttarla dentro per regalare una coppa a tutti battendo la Germania. Sono sicuro che diventereste un’unica cosa lasciando tutte le altre divisioni e diatribe a quando sarà il momento di tornare al campionato nazionale. E allora perché cacciate Salvini durante il suo No euro tour? Avete qualcun
altro che è sceso in campo contro la Germania o state semplicemente applicando una regola nazionale ad una sfida europea? Allora cari amici a voi posso dirlo nel nostro dialetto. “Chi‘aavut‘, avut‘,avut‘;chi‘a rat,’a rat,’a rat, scordammoce ‘ò passat.” Il nemico è comune. Liberiamoci insieme dalla dittatura europea. g
Appello a Paolo Barnard: non sarà una teoria economica a salvarci Ritengo che tu sia uno dei migliori giornalisti di quella che viene definita la contro-informazione, sicuramente il mio preferito. Un esperto di poteri forti, capace di unire i punti occulti che legano potere finanziario e governo e di raccontarli con coraggio e senza censure in maniera sempre giustamente irriverente. Il tuo è un bagaglio culturale prezioso, un carisma da pochi e con lo spazio che oggi ti hanno meritatamente riservato in Tv potevi davvero mettere uno sgambetto al sistema e svegliare le coscienze sul golpe subito dall’Italia con l’entrata nell’Unione Europea e nell’Eurozona. Invece rischi di cadere anche tu nella trappola delle teorie economiche (spero per l’esigenza sacrosanta che abbiamo tutti di trovare un datore di lavoro). Non entro nel merito della teoria da te veicolata, che sia meglio o peggio delle altre conta poco perché come tutte le teorie economiche resta semplicemente un mezzo in mano alla politica e al sistema finanziario che ne muove le fila. Tu conosci bene, e lo hai sempre dimostrato, i criminali che hanno puntato l’arma dell’euro contro il nostro paese, conosci il nome delle lobbies di cui fanno parte, sai bene dove e quando si riuniscono, qual è la loro ideologia, qual è il loro piano eppure queste cose non ce le racconti più o
loro ideologia, qual è il loro piano eppure queste cose non ce le racconti più o per lo meno non in Tv davanti a tutti. Cosa vuoi farci credere, che se adottassimo la tua teoria economica (giusta o sbagliata che sia non spetta a me dirlo) potremmo liberarci dalla crisi e da tutto quello che essa comporta? Ma soprattutto credi davvero che ce lo lascerebbero fare? Ma allora non abbiamo subito nessun golpe? ma allora non ci sono potenti lobbies che decidono le sorti dei nostri governi, dei nostri politici e che manipolano i mercati finanziari? E’ stato tutto causato solo da un errore contabile? Da una scelta sbagliata di qualche economista o qualche politico che ha fatto male i conti pensando davvero che con l’euro avremmo lavorato un giorno di meno guadagnando come se avessimo lavorato un giorno in più? Quindi il tuo libro “il più grande crimine” potrebbe tranquillamente intitolarsi “il più grande errore degli economisti” o “il più grande errore di distrazione”? Sento spesso nei commenti del bar dalla gente che ti ascolta in Tv, dire che tu hai la soluzione per uscire dalla crisi e per dare il potere ai popoli sottraendolo ai potentati finanziari. Sinceramente non credo che tu abbia la bomba atomica o gli americani avrebbero già circondato gli studi de La 7 prendendo in ostaggio te, Paragone e anche qualche fonico per amplificare la notizia, ne credo che tu abbia un esercito venuto da Marte nonostante i tuoi seguaci siano spesso di sana e robusta costituzione ma quello che hai è una semplice teoria economica di ex banchieri pentiti che probabilmente vogliono soltanto fare un dispetto a qualche collega che forse in passato gli ha rubato il posto. Già immagino la prossima riunione del Bilderberg quando l’invito arriverà a tutti con su scritto “questa è l’ultima riunione a causa delle teorie di Barnard da domani siamo tutti disoccupati” o quando alla Commissione Trilaterale
domani siamo tutti disoccupati” o quando alla Commissione Trilaterale appenderanno al chiodo il dossier “the crisis of democracy” perché impossibilitati a portare avanti il loro piano di distruzione degli stati nazionali e spoliazione delle sovranità. Già li vedo i fanatici militari del Pnac a stelle e strisce (Project for a new american century) che avevano progettato un nuovo piano di colonialismoamericano finire a farsi la guerra tra di loro con la nintendo wii consapevoli che ormai a nulla servirebbe conquistare altri paesi se è stato appena adottato un sistema che la moneta e le banche li mette esclusivamente al servizio dei cittadini. La Matrix Europea
Immagino le riunioni nel bosco del Bohemian Grove dove i potenti sarebbero costretti a bruciare il tuo fantoccio incolpandoti di avergli tolto tutto. E che dire del piano della Cia che finanziò prima l’Acue (ameri can committee on united europe) poi il Movimento Europeo ed attraverso di esso i vari “padri” fondatori dell’Europa da Robert Schuman a Jean Monnet a Giscard D’Estaing con il solo scopo di creare un Unione Europea ed una moneta unica da far gestire alle élite finanziarie per legare le sorti dell’Europa all’imperialismo americano. Anche questo progetto sarebbe destinato impunemente a fallire? Se invece, caro Barnard, tu fossi consapevole, ed io so che lo sei, perché l’hai insegnato a tutti (me compreso), che il problema che
abbiamo oggi non è certamente di tipo economico ma risponde a dinamiche molto più grosse, molto più spietate e totalitarie allora perché galvanizzi l’ignaro Paragone ogni settimana illudendo gli italiani che concretizzando il disegno che fai sul cartoncino bristol potremmo davvero uscire dalla crisi? Perché non sfrutti il megafono che ti sei conquistato per gridare agli italiani la verità e cioè che siamo sotto scacco di élite assolutiste che hanno in mano le sorti dei nostri governi, dei nostri politici, dei nostri media, delle nostre banche, dei nostri alimenti, di quello che beviamo e di quello che respiriamo. Perché non spie— ghi loro che solo un esercito virtuale di uomini consapevoli può opporsi al potere di chi ci ha anestetizzati per prenderci tutto e che questo potere occulto non sarà mai possibile contrastarlo se non l’avremo prima individuato tutti. Tu sai bene che questo potere non teme le guerre di cui, invece, si alimenta, non teme le teorie economiche che riesce sempre a girare a proprio favore, ma teme i popoli consapevoli, odia impartire comandi senza indossare la maschera, odia la luce dei riflettori, odia dover rispondere, odia dover ammettere, odia che la gente sappia chi è. Ed allora usiamo tutti i nostri mezzi per raccontare agli italiani chi sono quelli che ci stanno togliendo tutto e chi li ha messi li. Vedrai che sarà l’unico modo per uscire dalla GABBIA e soltanto poi avrà un senso sederci a tavola per fare due conti.
Con profonda stima. Un tuo collega (molto meno esperto, molto meno coraggioso e molto meno informato di te). Francesco Amodeo
Appello a Grillo: chi rimane nell’euro non può stracciare il Fiscal Compact. Abbiamo tutti salutato con grande entusiasmo la nascita ed il successo elettorale del Movimento Cinquestelle. Finalmente persone per bene espressione del popolo che avevano la possibilità di entrare nei “palazzi del potere” per essere i nostri cani da guardia e di questo le sono grato. La situazione per voi è stata difficile fin dall’inizio, chiamati a fare una scelta importante tra le uniche due opzioni possibili: rendere politica la vostra battaglia - il che vi avrebbe costretti a sporcarvi le mani entrando in contatto con un mondo sudicio e stringere alleanze strategiche indispensabili per chi vuole incidere all’interno di scenari politici consolidati da decenni. Oppure optare per la battaglia ideologica, di principio, sicuramente meno efficace da un punto di vista puramente politico, se l’obiettivo era quello di cambiare il paese, ma senza dubbio più etica, più ammirevole e più in linea con lo spirito del Movimento da lei creato. Personalmente credo che in parlamento la battaglia debba essere politica altrimenti si può restare a fare opposizione nelle piazze con grandi risultati ed avrei preferito vedere delle mosse strategiche mirate a destabilizzare il sistema dall’interno e ad incidere politicamente facendo saltare gli schemi, i programmi ed i progetti dei vecchi partiti anche al costo di sedersi attorno ad un tavolo con i rappresentanti
del “vecchio e del marcio”. Non posso, però, non applaudire alla vostra scelta di rimanere fermi sui vostri principi, irremovibili sulle vostre posizioni, rendendo nei fatti la vostra battaglia parlamentare una battaglia prettamente ideologica, senza mai vagliare l’idea di alleanze politiche strategiche o aperture al dialogo con chi quel dialogo non lo merita neanche nell’evenienza che il confronto col nemico potesse servire a neutralizzarne l’ascesa. Le vostre scelte erano mirate a far sentire la vecchia classe politica sotto osservazione, a mostrare al paese le scelte spesso definite criminali, dei nostri politici che finalmente si vedevano sbattere in faccia le proprie gravi responsabilità. Siamo rimasti tutti incollati ai monitor del computer davanti ai memorabili interventi dei parlamentari a cinquestelle che hanno riempito d’orgoglio tutti noi, togliendo qualche sassolino dalle scarpe agli italiani. Ma la vecchia politica purtroppo è andata avanti, usando la strategia e non l’etica, quella non l’hanno mai avuta altrimenti avrebbero camminato col capo chino incontrandovi nei palazzi. Non voglio insinuare che i cinquestelle non abbiano inciso politicamente,
insinuare che i cinquestelle non abbiano inciso politicamente, che sia chiaro, non mi permetterei di sminuire il lavoro di ragazzi onesti e volenterosi che di cose ne hanno fatte e tante, ma se ci soffermiamo ad analizzare le questioni cruciali per il paese, dobbiamo prendere atto, che troppe cose non hanno funzionato. I rappresentanti della vecchia classe politica sarebbero dovuti andare tutti a casa ed invece grazie alle scelte etiche dei pentastellati si sono trovati, ironia della sorte, tutti insieme al Governo (mai i vecchi partiti avrebbero immaginato, se non ci fosse stato l’avvento dei cinquestelle di trovarsi tutti insieme così compatti, concordi e blindati al Governo.) Ai vecchi politici e ai poteri forti che li manovrano, interessa solo riuscire ad imporre indisturbati i propri burattini alla Presidenza del Consiglio (ci sono riusciti altre due volte). Aloro interessa riuscire ad avere ancora un Presidente della Repubblica che risponda ai loro diktat anche al costo di riconfermare quello uscente (ci sono riusciti). A loro interessa che tutti i trattati europei vengano firmati, che tutti i vincoli vengano rispettati e che le banche vengano ricapitalizzate con i soldi dei cittadini. Una volta che sono riusciti ad ottenere questo (e ci sono riusciti) conta poco se nel frattempo qualcuno gli fa le ramanzine in Parlamento, o si batte su un tetto per evitare la modifica di un articolo di una Costituzione ormai già completamente esautorata. Tutto fa gioco, tutto è funzionale ai loro reali interessi. Se la gente si sente rappresentata in parlamento non scenderà nelle piazze. Se i propri rappresentanti rinunceranno anche ai loro rimborsi, li devolveranno alle aziende e si adopereranno per smascherare il politico ladro o quello che nell’auto blu porta con se anche il
smascherare il politico ladro o quello che nell’auto blu porta con se anche il fidanzato, allora non solo si sentiran— no rappresentati ma saranno giustamente fieri e orgogliosi dei loro rappresentanti. Tutto perfetto. Tutto secondo i loro piani. I Cinquestelle dovevano aprire il parlamento come una scatoletta di tonno ed invece sono finiti in un barattolo sotto vuoto con un ruolo marginale in una opposizione costantemente censurata. I vecchi politici, invece, nonostante fossero circondati da sentinelle salite persino sui tetti di Montecitorio, di battaglie ne hanno perse ben poche e anzi, a furia di sentirsi chiamare ladri c’hanno
sentirsi chiamare ladri c’hanno preso gusto abbassando definitivamente le maschere e facendo sfoggio delle loro scelte criminali. Non voglio che i parlamentari pentastellati si sentano responsabili per questo; hanno mantenuto i loro principi, la loro integrità, la loro moralità. Vanno ringraziati e sostenuti. C’è qualcosa però che ora non mi quadra. Nel parlamento europeo avete avuto accesso al quartier generale, non dei criminalotti nostrani ma dei loro mandanti. I veri criminali. Coloro che muovono le fila di quelli con cui voi non avete mai voluto trattare. Quelli che c’hanno tolto tutto, che attentano alla nostra costituzione e alla nostra democrazia. Quelli che hanno imposto i trattati che i burattini al nostro governo hanno dovuto firmare. Brutta gente, che ci si sporca le mani solo a guardarla. Era quindi logico credere, che se non avevate mai voluto trattare con i nostri farabutti, mai avreste pensato di farlo con i loro mandanti. Ed invece qualcosa è cambiato. In Europa vi siete presentati con ben 7 punti alle trattative. Quelle trattative che non avete mai imposto a Bersani, quelle che lei non ha mai offerto a Renzi, nonostante fosse il desiderio di molti della base del Movimento, che hanno spinto e votato per un vostro incontro. Quelle trattative che gli integerrimi cinquestelle non hanno mai voluto fare con nessuno, le propongono adesso ai capi della cupola europea. La realtà è questa, caro Grillo, finché si usa la parola “abolire”, come nel punto 2 del vostro programma, non c’è bisogno di trattative, ma se si parla di adozione di eurobond la situazione cambia; vuol dire accettare il sistema monetario vigente ed essere costretti a trattare con tutti, ma proprio tutti. Dovrete ascoltare le loro condizioni,
costretti a trattare con tutti, ma proprio tutti. Dovrete ascoltare le loro condizioni, accettare le loro richieste. Dovrete, in pratica, fare tutto quello che non avete voluto fare con i fantozziani Bersani, Letta, Renzi con la giustificazione che rappre-sentavano un sistema che voi giustamente reputavate “criminale” e col quale non si può trattare senza diventare complici. Perché ora vi presentate con dei punti da sottoporre ai veri artefici di quel sistema stesso? la frase che va per la maggiore e che le ho sentito ripetere spesso è che “se non accettano i nostri punti andremo via dall’euro e dall’Europa”. Questo vuol dire che se invece li accettano diventerete complici dei “criminali”? Nei vostri punti in Europa si parla di richiedere “investimenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del 3% annuo di deficit di bilancio”.Una richiesta del genere implica una trattativa proprio su quel fiscal compact che volevate stracciare. Avete sempre detto che quei vincoli sono una sorta di racket e cosa fate adesso, invece di prendere le distanze dall’estorsore gli chiedete uno sconto sul pizzo? ma così non diventate complici? Se lei vuole proporre una alleanza tra i paesi mediterranei, che è una bellissima idea, perché la inserisce nel programma delle europee per proporla in quei palazzi di Bruxelles, invece di parlarne direttamente con i paesi del mediterraneo? Quel tipo di alleanza deve essere funzionale ad un piano di fuga dall’Europa, non può nascere in quella sede altrimenti diventa una sorta di associazione antiracket, utile solo a mettere insieme le vittime di uno stesso carnefice. Cosa è cambiato nel Movimento? Perché non si è deciso di andare
in Europa con un solo punto e cioè con la volontà di rescindere quei trattati europei firmati senza legittimazione popolare per favorire gli interessi delle lobbies finanziarie e sottrarre sovranità ai popoli. L’unico punto che andava proposto in Europa e che racchiude tutto, ma soprattutto che ribadisce la volontà di non voler trattare, di non poter discutere con quella gente, di non poter scendere a patti. Per coerenza con i principi espressi finora dai cinquestelle, in Europa mi sarei aspettato un “non programma”, proprio come il vostro “non statuto”. Non ci può essere trattativa con quei personaggi li a maggior ragione, se non la si è voluta con i loro discepoli in Italia. Il programma europeo dei pentastellati doveva essere racchiuso in un semplice slogan : In Europa per portarvi via da QUESTA Europa. Dove “questa” avrebbe detto tutto. Avrebbe significato intrinsecamente l’Europa dell’euro, inteso come moneta debito da prendere in prestito e da restituire con interessi, avrebbe significato l’Europa del tirannico fiscal compact, dell’insensato Mes, del folle pareggio di bilancio, dell’assurdo eurogendfor, del distruttivo Ttip, dell’anticostituzionale six pack. Ma anche l’Europa delle lobbies assolutiste della finanza speculativa, degli uomini imposti dal Bilderberg, dalla Commissione Trilaterale e da altri governi ombra. Tutto racchiuso in una sola parola senza bisogno di scendere nei dettagli, senza dare spazio a trattative. Bastava dichiararsi contro tutti i trattati imposti e firmati senza il consenso popolare e la legittimazione
democratica. Perché le cose sono andate diversamente? dov’è finita l’ideologia, il principio che ha scandito ogni scelta dei pentastellati in Italia? avete scelto di sporcarvi le mani per diventare più efficaci? avete scelto che fanculo l’etica ora volete entrare nei parlamenti, fare alleanze anche da voltastomaco ma acquisire il potere necessario per dettare anche voi le regole? Va bene, personalmente mi trovate d’accordissimo ma allora dovete rivedere e aggiornare tutta la linea del Movimento. Se i vostri esponenti dovranno alzarsi in piedi in Parlamento semplicemente per fare la ramanzina al Presidente di turno, oppure lottare per migliorare qualcosa ma all’interno di quel sistema stesso, allora va benissimo che quel parlamentare venga scelto sulla rete tra gli iscritti, tra i registrati al blog o tra i fedeli perché così porterà la vera voce del Movimento. Ma se, invece, avete deciso di andare in Europa per sedervi con quelle persone li, per trattare con quelle iene, per sbattere i pugni usando tecnicismi politici, giuridici e costringerli a cedere qualcosa come scritto nel vostro programma, allora avreste dovuto mettere un attimo da parte la fiabesca democrazia diretta e riservare almeno un 30% delle candidature a dei tecnici con esperienza e preparazione, per formare una squadra di guerrieri che non dovevano essere selezionati in base al numero di click sul vostro blog. Il periodo è di estrema emergenza, la gente rischia di scoprire la truffa europea, il gioco rischia di saltare e l’Italia potrebbe avere un ruolo chiave per
per fare implodere l’euro sistema. Dalla Francia stanno arrivando guerrieri guidati da una signora sanguigna che fa di cognome Le Pen eppure i francesi hanno avuto abbastanza da questa Europa; dall’Olanda stanno arrivando gli uomini di un folle di nome Wilders eppure anche l’Olanda ha avuto abbastanza da questa Europa; dall’Inghilterra stanno arrivando i guerrieri del mitico Farage, col quale per fortuna vi siete alleati, ma loro l’euro non ce l’hanno mentre voi sulla questione continuate a mantenere una posizione troppo ambigua, troppo blanda. Io ho l’impressione che chi dice di voler stracciare il fiscal compact rimanendo nell’euro stia solo barando la partita. Il Patto di stabilità e crescita(PSC) è un accordo, stipulato e sotto— scritto nel 1997 dai paesi membri dell’Unione Europea, inerente al controllo delle rispettive politiche di bilancio pubbliche, al fine di mantenere fermi i requisiti di adesione all’Unione Economica e Monetaria dell’Unione Europea (Eurozona) e cioè dare continuità al percorso d’integrazione monetaria intrapreso nel 1992 con la sottoscrizione del Trattato di Maastricht. In base al PSC, gli Stati membri che, soddisfacendo tutti i cosiddetti parametri di Maastricht, hanno deciso di adottare l’euro, devono continuare a rispettare
rispettare nel tempo quelli relativi al bilancio dello stato, ossia: un deficit pubblico non superiore al 3% del PIL; un debito pubblico al di sotto del 60% del PIL. Questi sono i parametri che oggi rientrano nel Fiscal Compact e che sono stati resi ancora più restrittivi dal pareggio di bilancio. Questo dimostra che il fiscal compact, altro non è che la serie di re gole del “gioco euro”, al quale “noi” abbiamo chiesto di giocare. E’ stata l’Italia a richiedere l’adesione all’eurozona non c’è stata imposta con i carri armati. Siamo “noi” che abbiamo deciso di adottare quei parametri impegnandoci a mantenerli per restare nella moneta unica. Siamo stati truffati nel 1992? senza dubbio. Non sapevamo che questi fossero i risultati? Sono d’accordo. Ma allora dobbiamo abbandonare il gioco ora che abbiamo conosciuto le sue
Ma allora dobbiamo abbandonare il gioco ora che abbiamo conosciuto le sue regole e ci siamo resi conto che non ci piacciono. Non possiamo pretendere di rimanere in partita ma che siano le regole a cambiare. Queste regole non sono state imposte in un secondo momento, ma sono state messe nero su bianco prima che noi entrassimo nella moneta unica, ed è ovvio, che ci sarebbero stati trattati e vincoli per fare in modo che tutti i paesi continuassero a rispettare il regolamento della partita alla quale avevano scelto di giocare. Non ci stanno più bene? i nostri politici ci hanno ingannati per far si che le accettassimo, nascondendoci la verità? perfetto ! allora dobbiamo uscire dall’eurozona. Punto. Non ha senso dire “rimaniamo nell’euro ma stracciamo il fiscal compact”. E’ come se durante una partita di calcio, uno dei giocatori decidesse di continuare a giocare ma senza rispettare il regolamento calcistico e senza ascoltare l’arbitro solo perché si è reso conto che altrimenti perderebbe la partita. Non ha senso. Che andasse a giocare a tennis o a basket. Non può pretendere di continuare a giocare a calcio a patto che gli permettano di prendere il pallone con le mani. Smettiamola di continuare a dire che il problema è il fi scal compact. Con l’euro siamo entrati in un gioco al massacro ed abbiamo accettato le regole di quel gioco per poi capire troppo tardi che non possono più starci bene. La soluzione unica è abbandonare la partita ed uscire dal campo senza se e senza ma. Chi dice il contrario vuole solo barare. Lei Grillo, a che gioco gioca?
Appello agli Italiani: Programma di Salvezza Nazionale “La pena che i buoni devono scontare per la loro indifferenza verso la cosa pubblica è quella di essere governati da uomini malvagi.” Platone oltre 2000 anni fa Abbiamo visto che forze sovranazionali di tipo finanziario-mono polistico che perseguono un piano di conquista, stanno mettendo in atto una scientifica e pianificata disgregazione dell’organizzazione statale delle Nazioni europee, sia tramite l’imposizione dall’alto di assurdi vincoli economici e legislativi, sia tramite l’infiltrazione nei diversi centri del potere politico istituzionale nazionale, ad esempio tramite l’instaurazione forzata di governi non eletti, che di fatto si comportano quali meri esecutori della volontà di tali lobby di potere, senza aver alcun interesse per la salvaguardia dell’integrità e della dignità delle persone, né tantomeno del tessuto socio-economico-produttivo del Paese. Tutto ciò sta inesorabilmente portando alla distruzione della sovranità nazionale, impedendo allo Stato di svolgere il suo ruolo primario di sovrastruttura al servizio del cittadino. Lo strumento fondamentale di questo piano distruttivo e dittatoriale è costituito
Lo strumento fondamentale di questo piano distruttivo e dittatoriale è costituito dal dominio esercitato su ogni aspetto significa-tivo della gestione economicofinanziaria, delle politiche agricole ed energetiche, dell’istruzione, della sanità e, in generale, di tutti i principali aspetti dell’organizzazione della Società, ormai sottratti alle decisioni, alla gestione ed al controllo della politica nazionale, in favore del loro strategico trasferimento nelle mani di Poteri finanziario-monopolistici sovrastatali. Tutto questo è stato possibile a causa di un’auto lesiva ed anti costituzionale cessione di ampie quote della Sovranità Nazionale, compiuta da una classe politica che ha tradito i suoi doveri giuridici ed etici verso la Nazione ed il popolo italiano. In opposizione a questo progetto di conquista in atto e già largamente attuato, che produce crisi, economicidi ed una vera e propria dittatura finanziaria c’è bisogno di programmi alternativi1 per dare il proprio contributo per un radicale cambiamento di questa situazione, al fine di salvaguardare la qualità della vita delle persone e realizzare il Bene Comune nella Società, attraverso il perseguimento dei seguenti punti programmatici. Realizzazione della piena sovranità monetaria e finanziaria: Nella società moderna, detenere il monopolio di emissione del denaro consente di controllare, in modo più o meno palese, economia reale, politica, comunicazione e, in definitiva, l’intera società. Oggi questo potere appartiene al sistema bancario nel suo insieme, ossia Banche Centrali e banche commerciali: ogni centesimo in circolazione corrisponde infatti ad altrettanto debito, sia esso pubblico o privato. E si tratta di un debito destinato a non poter essere mai ripagato, costringendo così Stati e singoli cittadini a trovarsi costantemente con un cappio al collo: pur ipotizzando che in un
costantemente con un cappio al collo: pur ipotizzando che in un istante tutti decidessero contemporaneamente di restituire quanto dovuto, non solo tutto il denaro esistente sparirebbe dalla circolazione, ma, e questa è la cosa sconcertante, i debiti non sarebbero comunque estinti! Ciò accade perché nel momento della creazione di nuovo denaro, lo stesso viene immediatamente gravato da un interesse! E questo avviene sia che si tratti di denaro emesso dalla Banca Centrale su richiesta dello Stato, sia che si tratti di moneta creata dal sistema bancario commerciale ogni volta che qualcuno chiede un prestito (infatti quando le banche concedono prestiti non lo fanno utilizzando denaro proprio come farebbe qualsiasi persona se un amico gli chiedesse un favore, bensì ne creano ogni volta di nuovo dal nulla, basta che qualcuno glielo chieda). Per taliragioni, lo Stato dovrà essere l’unico monopolista legale di creazione del denaro: lo Stato dovrà quindi emettere direttamente 1 Progetto E.CO. per una società etica e consapevole la propria moneta, completamente esente da debito, non convertibile e collegata con tasso di cambio flessibile rispetto alle altre valute. Dovrà quindi essere abolito il meccanismo di spesa a debito basato sull’emissione di Titoli di Stato e dovrà essere rigettato il principio del “pareggio di bilancio” introdotto nell’art. 81 della Costituzione. Verrà inoltre disconosciuta, in quanto illegittima e immorale, la quota di debito pubblico detenuta dalle Banche Centrali e dai gruppi bancari e finanziari speculativi; verrà invece salvaguardata la quota costituita dai risparmi dei cittadini, tramite la ridenominazione nella
la quota costituita dai risparmi dei cittadini, tramite la ridenominazione nella nuova valuta nazionale. L’emissione monetaria dovrà essere attribuita direttamente ad un Dipartimento del Ministero dell’Economia e delle Finanze, così che lo Stato sia libero e sovrano nell’emettere tutta la moneta che gli occorre, al fine di perseguire politiche di “spesa sociale produttiva” per il raggiungimento e successivo mantenimento dell’obiettivo di piena occupazione e di realizzazione di una diffusa prosperità economica fondata su un modello di sviluppo eco-compatibile. In virtù del principio sopraesposto, dovrà inoltre essere realizzata una riforma dell’intero sistema bancario, tramite la reintroduzione della legge sulla separazione bancaria tra banche commerciali e banche di investimento e l’abolizione per gli istituti bancari del potere di creare denaro dal nulla, in una qualsiasi forma. Le banche private potranno quindi concedere prestiti solo mediante l’utilizzo di capitale proprio o sottoscrivendo accordi con i propri correntisti, qualora decidessero di partecipare all’attività di concessione del credito, accollandosi il rischio dei propri risparmi. Viceversa, i prestiti attraverso nuova creazione di denaro verranno concessi direttamente dallo Stato, attraverso Istituti pubblici, con succursali sull’intero territorio nazionale che svolgeranno tutte le funzioni di: raccolta e gestione del risparmio, credito alle aziende, alle famiglie e ai singoli cittadini, servizi di sportello vari, ecc. Con questo sistema, lo Stato stesso potrà anche coordinare tale attività con quella di emissione primaria (stipendi pubblici, pensioni, appalti per lavori pubblici, ecc.).
Recesso dai Trattati europei (sottoscritti senza legittimità e senza consenso popolare) ed applicazione dei principi Costituzionali: Gli articoli 1 e 11 della Costituzione recitano rispettivamente “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” e “L’Italia consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”. L’adesione all’Unione Europea ha comportato numerose violazioni del dettato Costituzionale, in quanto: ha comportato non limitazioni, ma vere e proprie cessioni di Sovranità ad una struttura sovranazionale. Tali cessioni sono avvenute mediante la sottoscrizione di trattati senza il minimo interpello della popolazione e, in alcuni casi, addirittura effettuata da parte di Presidenti del Consiglio non eletti. Le politiche perseguite dall’attuale Unione Europea non assicurano minimamente la pace e la giustizia fra le nazioni, bensì hanno causato una grave situazione di crisi economica e produttiva, che ha portato e sta portando migliaia di cittadini sull’orlo del suicidio e sta determinando lo smantellamento degli Stati Nazione. Questa Europa non è l’Europa dei popoli, ma l’Europa dei banchieri e della grande finanza internazionale. L’unica Istituzione eletta, ossia il Parlamento Europeo, è svuotato di ogni potere decisionale e ciò comporta che le decisioni vengano prese in modo completamente antidemocratico, senza che la popolazione, che poi ne sconta gli effetti, abbia la minima possibilità di incidere o di manifestare il proprio dissenso. Per questi motivi l’Italia dovrà recedere dai trattati e disconoscere la propria partecipazione all’attuale Unione Europea, impegnan—
la propria partecipazione all’attuale Unione Europea, impegnan— dosi eventualmente con gli altri Stati per la realizzazione di una vera Europa dei popoli, che si prefigga il miglioramento delle condizioni di vita, il mutuo soccorso, lo scambio delle culture e il benessere dei cittadini. Perseguimento della piena occupazione: L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Que sto principio basilare sancito nel primo articolo della nostra Carta Costituzionale deve essere preso come fondamento di una società che punti a garantire la piena dignità della Persona. Compito dello Stato dovrà quindi essere quello di garantire a tutti i cittadini un’occupazione che permetta di condurre una vita dignitosa e decorosa. Tale finalità potrà essere raggiunta attraverso la strutturazione di un programma di lavoro garantito che consisterà nella proposta di assunzione da parte dello Stato, previo eventuale periodo di formazione/aggiornamento professionale, di tutta la forza lavoro licenziata o più semplicemente non collocata nel settore privato, per impiegarla in tutti quei settori ritenuti strategici e/o carenti (ad es. lavori socialmente utili, R&STdi medio-lungo termine, infrastrutture, assistenza ad anziani e disabili ecc.). Ciò consentirà di ottenere molteplici risultati: innanzitutto la drastica riduzione del tasso di disoccupazione, che tenderà allo zero; in secondo luogo la fissazione di un salario minimo
dignitoso sotto al quale il datore di lavoro privato dello stesso settore non potrà scendere (causa inevitabile scelta del lavo— ratore di optare per il settore pubblico); ancora, l’aumento dei servizi a disposizione dei cittadini, con conseguente miglioramento della qualità della vita ed infine la nuova creazione di un settore produttivo pubblico, oggi falcidiato dalle premeditate, subdole e criminali privatizzazioni condotte da una classe politica corrotta ed asservita all’élite di potere finanziario. Tutela della salute e strutturazione di un’industria Farmaceutica di Stato: L’obiettivo centrale che in campo sanitario uno Stato Etico deve perseguire non è certo la produzione di profitto, bensì la tutela e la promozione della salute dei suoi cittadini, quale diritto inviolabile dell’essere umano. Le multinazionali del farmaco, com’era ovvio e prevedibile, hanno invece trasformato la salute umana (anzi... le malattie) in un colossale business, dove etica e correttezza scientifica sono sotto— messe alle inesorabili logiche dell’avidità e del profitto. Sarà quindi necessario istituire un’Industria Farmaceutica di Stato, da affiancare a quella privata, che svolga funzioni moraliz-zatrici e calmieratici dei costi per i cittadini e per lo Stato stesso e che, svincolata dagli interessi ed obiettivi di profitto, possa promuovere lo sviluppo di una vera Medicina Preventiva fondata sull’educazione alla salute, di una libera scelta in merito alle Medicine complementari e di farmaci e cure oggi tenuti volutamente nascosti perché poco remunerativi (o addirittura perché risolutivi di malattie che portano miliardi nelle casse delle multinazionali), nonché l’eliminazione dal commercio di farmaci “tossici” o propagandati per terapie inopportune (quali ad esempio i vaccini contenenti mercurio!). Tutto ciò al fine di eliminare il monopolio delle lobbies e delle multinazionali che lucrano sulla salute degli
delle lobbies e delle multinazionali che lucrano sulla salute degli individui. Un ulteriore e decisivo argomento a favore della nascita dell’Industria Farmaceutica di Stato, deriva dal peso socio-economico che la spesa farmaceutica fa gravare sui sempre più passivi bilanci regionali e statali. Produrre “in proprio” i farmaci necessari alla popolazione costituirebbe per lo Stato Etico una fonte permanente e sensibile di risparmio finanziario. Parallelamente, per i cittadini, si avrebbe la garanzia che i farmaci prodotti e consigliati dal Sistema Sanitario Nazionale, corrispondano alle vere necessità terapeutiche e non agli interessi e agli obiettivi di profitto delle multinazionali del farmaco. Tutela dell’alimentazione e delle politiche agricole e lotta agli OGM: L’alimentazione è alla base della salute dell’essere umano e come tale deve essere protetta. Lo Stato deve quindi impegnarsi attivamente affinché il cibo NON diventi materia di speculazione da parte di lobby e multinazionali. È necessario sancire l’assoluto divieto di manipolazione della Natura per scopi di profitto, con gravi danni per la salute dell’Uomo. Per far ciò bisogna contrastare la produzione, il commercio e l’utilizzo di OGM (Organismi geneticamente modificati) e valorizzare la produzione ed il consumo di sementi e colture autoctone in produzione biologica; anche attraverso la diffusione nella società della conoscenza dei danni e dei rischi legati agli OGM ed in generale all’agricoltura chimicizzata. Dovrà essere quindi realizzata un’attenta riforma che abolisca, o quanto meno limiti, le speculazioni delle multinazionali alimentari ed i brevetti che privatizzano “Madre Natura” e dovrà essere previsto il blocco della produzione, del commercio e dell’utilizzo
di Organismi Geneticamente Modificati, in tutte le loro applica— zioni (coltivazioni vegetali, allevamenti zootecnici, prodotti alimentari, mangimi, farmaci, prodotti cosmetici, ecc.) Verrà invece favorito ed incentivato lo sviluppo di un modello di piccola-media agricoltura tradizionale-moderna, biologica e libera da OGM e pesticidi, al fine di garantire la salute della popolazione, l’integrità dell’humus e la purezza delle falde acquifere, valorizzare le sementi e le colture autoctone in produzione biologica e contestualmente costituire nuove fonti di lavoro qualificato. Riforma delle politiche di immigrazione finalizzata all’eliminazione della clandestinità: Regolamentazione del processo di immigrazione finalizzata all’e liminazione della clandestinità, del calpestamento dei diritti umani e dello sfruttamento delle persone da parte della criminalità organizzata. Lo stato, nella programmazione e pianificazione dei flussi migra— tori, deve tenere conto dei seguenti aspetti fondamentali: le reali possibilità di accoglienza e inserimento, sia per quanto riguarda le dimensioni fisiche del territorio, sia per quanto attiene le oggettive capacità occupazionali del paese; la reale concreta integrazione, che tenga conto del rispetto della cultura e della tradizione del paese ospitante, della conoscenza della lingua italiana entro un congruo periodo di tempo dall’ingresso nel nostro paese, dell’inserimento nel mondo dell’istruzione e/o del lavoro, di una condotta di vita rispettosa della legge, con il divieto di ingresso per tutti coloro che nel proprio paese abbiano svolto attività delinquenziale e con l’immediato rimpatrio di tutti coloro che dovessero rendersi colpevoli di reato
l’immediato rimpatrio di tutti coloro che dovessero rendersi colpevoli di reato successivamente al loro ingresso in Italia. Anche la modalità di ingresso dovrà essere rivista e riorganizzata, affinché venga realizzata in modo ordinato e dignitoso, anziché in modo clandestino e disorganizzato, che comporta anche seri pericoli per l’incolumità personale. Una volta definita, con cadenza periodica, la capacità numerica di accoglienza, sulla base delle considerazioni sopraesposte e di specifici accordi con i paesi di provenienza, dovrà quindi essere direttamente lo Stato a fornire mezzi idonei per l’ingresso degli immigrati nel territorio nazionale. Dovrà poi essere implementato un periodico sistema di controllo per verificare l’evoluzione del processo di integrazione, nonché il rispetto dei principi del buon vivere comune. Questa modalità di gestione dell’immigrazione consentirà il pieno rispetto della persona umana e la piena valorizzazione delle diversità culturali, nonché un’opportunità di arricchimento personale e sociale. Garantirà inoltre il pieno rispetto dei diritti e delle pari opportunità ai cittadini stranieri, in una logica scevra da ogni forma di discriminazione e di emarginazione o razzismo, che derivano proprio da un contesto in cui vige una caotica regolamentazione delle modalità di incontro delle diverse culture. Riforma del sistema di comunicazione finalizzata alla diffu sione della verità ed alla reale partecipazione dei cittadini alla vita socio-politica del paese: Nella società moderna i mezzi di comunicazione rivestono un ruolo strategico di importanza cruciale in quanto permettono di indirizzare e veicolare pensieri, stili di vita, idee e di descrivere
indirizzare e veicolare pensieri, stili di vita, idee e di descrivere una visione della realtà veicolata e non corrispondente al vero. In uno Stato Etico è di fondamentale importanza garantire l’effettiva libertà di stampa e di espressione, per consentire la libera circolazione delle informazioni, senza occultamenti di notizie potenzialmente “scomode”. Per raggiungere tale obiettivo sarà necessario effettuare una lotta alla stampa di regime, ai media controllati dai Poteri forti e alla dipendenza dalla politica culturale di Holliwood, avendo come scopo la realizzazione di un’informazione libera, completa e plurale. Verrà quindi dato ampio spazio ai canali informativi “alternativi” quali blog, quotidiani e riviste free press ecc. e verrà garantita la presenza nella TV di Stato anche a tutti i Movimenti, Associazioni e Formazioni Politiche diversi dai partiti tradizionali, che, resisi indistintamente colpevoli del tracollo economico e sociale del Paese, con la loro massiccia presenza mediatica hanno nascosto e continuano a nascondere le loro responsabilità agli occhi della popolazione. Poiché non è possibile concepire uno Stato Etico al di fuori di una società costituita da cittadini informati, impegnati e partecipativi alla vita sociale e politica, sarà inoltre fondamentale rendere estremamente trasparente l’attività svolta dagli organi istituzio Francesco Amodeo
nali e dai principali Istituti pubblici: verrà quindi data ampia pubblicità alle sedute e agli atti parlamentari e governativi, nonché alla gestione degli Enti Pubblici di maggior rilevanza sociale (ad esempio gli Enti Previdenziali), così da riportare i cittadini vicini e partecipi
esempio gli Enti Previdenziali), così da riportare i cittadini vicini e partecipi delle decisioni adottate dalla classe politica ed alle scelte intraprese dai gestori della Pubblica Amministrazione. In questo modo si potrà realizzare una partecipazione attiva della popolazione alla vita socio-politica del Paese, condizione fondamentale per la realizzazionedi un vero Stato Etico e Democratico. Riforma dell’Istruzione: L’importanza dell’istruzione nella formazione della persona e del cittadino è naturalmente indiscutibile. Nell’ottica di garantire una piena e completa educazione all’intera popolazione, nel rispetto della parità dei diritti, uno Stato Etico ha il dovere di promuovere e garantire un livello di istruzione elevato dal punto di vista qualitativo e accessibile a tutti. Come riportato nella Carta Costituzionale all’art. 3, infatti, “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. È quindi di fondamentale importanza ripristinare il ruolo centrale svolto dall’istruzione pubblica e della sua valenza culturale e sociale, finalizzata alla formazione di uomini e cittadini consapevoli, liberi e capaci di pensare, attraverso la destinazione di adeguati finanziamenti statali, che ne garantiscano la qualità e la diffusione in tutto il territorio nazionale. Promozione di un nuovo modello culturale:
Tra gli scopi che si deve prefissare uno Stato Etico, rientra si curamente la formazione del cittadino: è infatti di fondamentale importanza realizzare una “politica culturale” che abbia obiettivi formativi della coscienza sociale. Oggi infatti viviamo in una società “annacquata” e “corrotta” da edonismo, frenesia, sesso, droghe, consumismo e lusso sfrenato che ha condotto, con il passare delle generazioni, ad una sempre maggiore perdita di riflessività e spirito critico, portando il cittadino ad essere sempre più distratto e spesso completamente avulso dalla vita politica e sociale del proprio paese. È dunque opportuno ripristinare solidi valori Etico-Morali e ristabilire ritmi di vita che consentano di avere il giusto tempo da dedicare alla vita sociale, nelle sue diverse sfaccettature: arte, filosofia, cultura ecc., nonché ovviamente analisi ed approfondimento delle principali decisioni assunte dalla politica. Proponiamo quindi ad esempio di vietare i continui riferimenti sessuali adottati in campo televisivo e pubblicitario che mortifi— cano la dignità umana (con particolare riferimento a quella fem— minile), veicolano messaggi pericolosi dal punto di vista culturale e creano agli occhi dei giovani modelli di vita completamente sbagliati. Riteniamo inoltre che sia necessaria una riforma degli orari di lavoro che impedisca, come invece accade oggi a causa delle sregolate liberalizzazioni, di tenere le attività aperte praticamente 24h su 24, in quanto ciò di fatto obbliga tutti ad adeguarsi a questi ritmi, inficiando il benessere della vita familiare e sociale. Ancora, proponiamo il finanziamento statale di una campagna
pubblicitaria e cinematografica che, attraverso la realizzazione di pubblicità-progresso, film, serie televisive ecc., promuova nella società valori quali Giustizia, Rispetto reciproco, Solidarietà, Collaborazione, Onestà, Impegno e Correttezza. Il nostro obiettivo è quindi quello di promuovere un nuovo modello di vita sociale, basato su tali valori, nonché sulla sobrietà, sulla riflessività e sul rispetto dell’ecosistema, che contribuiscano alla formazione di un cittadino consapevole, in grado di contribuire attivamente alla realizzazione del bene comune della società. Governatori e sindaci sovrani: Creare un Comitato italiano del popolo sovrano che unisca tutte le anime sovraniste e lavori dal basso sui territori cominciando a diffondere il nuovo modello del sindaco e del governatore sovrano. La Politica, come espressione altissima del saper fare e del saper costruire, “la più alta forma di carità”, assume oggi un ruolo determinante nel percorso ineludibile ed urgente del risveglio delle coscienze. Ecco quindi che essa diventa, e deve poter essere, Obiezione di Coscienza: una presa d’atto della situazione attuale in cui la Legge opera contro l’Uomo ed il Diritto naturale scompare dalla prospettiva e dall’elaborazione intellettuale e sociale. “La legge è per l’Uomo, non l’Uomo per la Legge” Quando, dinanzi alle miserie di questi giorni, alla disperazione estrema ed al grido di dolore di tanti uomini, un Amministratore, espressione del suo Popolo, non ritorni a far suo questo enunciato e questa Verità assoluta, allora ha dinanzi a sé due scelte possibili: rinunciare ad amministrare ed a fare Politica, oppure esercitare la
sua Obiezione di Coscienza. L’Italia ha circa 8.100 Comuni, vera ricchezza di un Paese in cui le diversità sono patrimonio: un esercito di Sindaci a difesa della Casa Comune, che hanno come riferimento delle istituzioni sul territorio, le Regioni ed i loro Presidenti. Diventa urgente così che la figura del Presidente di Regione e quella del Primo cittadino debbano essere intese come quelle di un Governatore e di un sindaco Sovrano. 1. Il Governatore Sovrano opera per il Bene Comune, per il proprio territorio e per la propria cittadinanza, avendo come dovere istituzionale e civile quello di tutelare la dignità ed il benessere delle persone e delle famiglie residenti. 2. Il Governatore Sovrano assume, fermo restando la Costituzione Italiana e la Carta dei Diritti dell’Uomo, come riferimento ideale, etico e morale i seguenti punti insopprimibili: la Sacralità della Vita; la Centralità dell’Uomo; la Supremazia del Diritto naturale su Economia e Finanza; la Moneta come mera Misura del Valore. 3. Il Governatore Sovrano lavora, secondo legge e secondo coscienza, nel rispetto del punto 1, anche quando una legge nazionale o sovranazionale ne contrasti il contenuto e non dovesse permettere la salvaguardia del Bene Comune. 4. In tutti i casi in cui si accerti che la dignità della persona e della famiglia venisse messa in discussione, il Governatore Sovrano interviene per il ripristino di tale dignità e per l’applicazione di interventi di solidarietà adeguati, con tutti i mezzi e le azioni necessarie. 5. In tutti i casi in cui si accerti che la sicurezza del proprio territorio (condizione di dissesto geologico, finanziario, ambientale, ...) venisse messa in pericolo, il
di dissesto geologico, finanziario, ambientale, ...) venisse messa in pericolo, il Governatore Sovrano interviene in tutte le sedi opportune, ma innanzitutto con le leve a disposizione della Regione, per liberare, ovvero per reperire, le risorse suffi— cienti al ripristino della sicurezza necessaria. 6. Il Governatore Sovrano lavora per un progetto territoriale in cui Comuni, cittadini, imprese, enti e Regione diventino a tutti gli effetti gli attori primi ed i referenti primi ed ultimi di un sistema virtuoso di produzione-consumo-sviluppo del territorio, che si vincoli a far rimanere nella propria Regione e nei propri Comuni, e nei Comuni con i quali si sia stabilito una cooperazione siffatta, la ricchezza ed il valore del proprio lavoro. A tal fine adotterà le soluzioni monetarie ed economiche a sostegno di tale progetto e prospettiva. 7. Il Governatore Sovrano adotta un sistema monetario-finanziario che istituisca associazione con i protagonisti territoriali (vedi punto 6) perché la Regione diventi motore moltiplicativo di ricchezza, sviluppo, sostenibilità, solidarietà per il Bene Comune del proprio Territorio. 8. Il Governatore Sovrano adotta, in tutti i casi necessari alla tutela ed al rispetto dei punti precedenti, la disobbedienza, ovvero la Politica come Obiezione di Coscienza quale modello culturale, etico, politico di riferimento. 9. Il Governatore Sovrano, consapevole dei diritti e dei doveri inerenti alla sua carica di Presidente della Regione, onora il proprio mandato per il compimento dei punti sopra esposti e dei punti di programma per i quali i cittadini gli hanno riconosciuto merito di governo; per il raggiungimento di entrambi è pronto ad esercitare
governo; per il raggiungimento di entrambi è pronto ad esercitare Obiezione di Coscienza in tutti i casi in cui si rendesse necessario. 10. Il Governatore Sovrano opera al servizio della cittadinanza intera, e di ogni singolo cittadino, aldilà del voto espresso, dell’appartenenza politica, dell’ideologia, dell’estrazione sociale, della razza, della religione, nella consapevolezza che ogni cittadino, come sopra, ha il preciso dovere di lavorare ed operare per il Bene Comune e per il proprio Territorio, in sintonia con il proprio bene ed interesse.
CONCLUSIONE La verità su quanto accaduto all’Italia che i media e i politici non vi direbbero mai. Alla fine di questo viaggio ci rimane l’ultima pillola ed è quella con la quale tireremo le somme. Pillola azzurra: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. L’Italia consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni. Oggi l’Italia vive una crisi economica. Pillola rossa: Oggi l’Italia è vittima di un golpe finanziario. Le politiche economiche italiane non sono piu’ decise a livello nazionale. Siamo sotto ricatto dei potentati finanziari che tengono il nostro paese in scacco con “armi” che portano il nome dì default, spread, debito pubblico e che minacciano dì fare esplodere da un momento all’altro qualora ci rifiutassimo dì sottostare ai i loro diktat. Il parlamento, e piu’ in generale la politica nazionale, e’ stata completamente esautorata. Nessuna decisione dì politica economica, dì bilancio o sociale puo’ essere presa dai nostri politici senza concordarla con Bruxelles o addirittura senza subirla come imposizione. A decidere per l’Italia sono il Fmi la Bce e la Commissione europea organismi composti da personaggi sconosciuti e mai eletti dai cittadini europei.
composti da personaggi sconosciuti e mai eletti dai cittadini europei. Dietro queste organizzazioni dì facciata ci sono le piu’ controverse lobby della finanza internazionale e le piu’spietate dinastie di banchieri che vogliono: • la distruzione degli stati nazionali • la spoliazione delle sovranità’(da quella politica a quella monetaria a quella alimentare) • il trasferimento dei poteri decisionali nelle mani di una oligarchia che si prefigge dì annientare il concetto dì democrazia in quanto rappresenta un limite ai propri obiettivi. • i Trattati europei come il trattato di Lisbona, il fiscal compact, il pareggio dì bilancio, il Mes, il semestre europeo, il six pact e tutto quanto previsto nella riforma dì governance economica dell’Ue tolgono ogni potere agli stati nazionali ed inchiodano in maniera irreversibile i cittadini all’austerity e a uno stato dì crisi permanente funzionale agli interessi delle élite assolutiste. Tutto questo e’ stato promosso e voluto da alcune organizzazioni che come veri e propri governi ombra: Selezionano, indottrinano e impongono ai governi dei tecnici da essi dipendenti. Dirigono le politiche dei governi fantoccio. Preparano e impongono i trattati da firmare, palesemente sbilan— ciati a favore dei potentati finanziari e delle multinazionali ai danni dei popoli e delle democrazie. Essi si sono dotati di alcune organizzazioni di facciata che si riuniscono annualmente da oltre 60 anni. Questi gruppi, il cui operato è ufficiale e documentato, hanno un’influenza enorme sui nostri governi ma sono sconosciuti al grande pubblico grazie al controllo che hanno dei media nazionali ed internazionali. Il popolo italiano è chiamato ad avere come unica priorità quella della liberazione del paese dal controllo di questi potentati finanziari e a
della liberazione del paese dal controllo di questi potentati finanziari e a perseguire la difesa della Costituzione e della Democrazia dal golpe finanziario da essi perpetrato che vede in questa Unione Europea il mezzo per distruggere gli stati nazionali ed in questa moneta/debito l’arma per soggiogare i popoli. E’ l’euro, infatti, l’arma nelle mani dei potentati finanziari che hanno il monopolio dell’emissione della moneta. Esso e’a tutti gli effetti una moneta straniera emessa a debito dei cittadini che gli stati prendono in prestito da entita’ private e sono La Matrix Europea
poi costretti a ripagare con aggravio dì interessi generando un debito pubblico dì fatto inestinguibile. E’questo che gli italiani devono capire e cioè che non si tratta di una questione di scelta tra la permanenza nell’euro o il ritorno alla lira come vogliono farci credere. La vera sfida, vitale, è quella tra “moneta sovrana” (in qualsiasi modo la si voglia chiamare) e “moneta non sovrana” (euro). Oggi, se lo Stato ha bisogno di spendere per i propri cittadini, per qualsiasi cosa anche in caso di calamità naturale, ha bisogno di andare a prendere letteralmente in prestito gli euro e a doverli poi restituire con l’aggiunta di un forte tasso d’interesse. Uno stato a moneta sovrana, invece, dovrebbe solo stamparli e spenderli per quel che occorre, ovviamente mettendo in campo una serie di regole per il contenimento dell’inflazione. L’euro prevede un rapporto dì cambi fissi, che penalizza palesemente le economie piu’ deboli e impedisce la svalutazione in caso di shock esterni obbligando gli stati ad evitare il default con
la svalutazione interna, con il taglio dei salari, della spesa pubblica e delle politiche sociali. Non ho voluto dedicare un capitolo di questo libro all’euro e alle menzogne da “pillola azzurra” sulla moneta unica che ci propinano ogni giorno i mass media e i politici perché per quello che vi ho raccontato, lo ritengo superfluo. Per chi, alla fine di questo libro, avrà capito qual’è il piano di conquista di cui siamo vittime, quali sono le organizzazioni che lo stanno portando avanti, quali sono i trattati voluti e firmati dai suoi membri e quali sono i loro scopi, risulterà palese e quindi inutile da dimostrare che anche lo strumento di cui si sono dotati per ottenere tutto questo è ovviamente una moneta che incatena al palo gli stati nazionali, distrugge le economie meno forti e condanna le categorie più deboli. Ossia, tutti coloro i cui interessi non sono rappresentati in quelle organizzazioni dove l’euro è stato progettato, voluto ed imposto. E’ semplicistico dire che bisogna uscire dall’euro. Bisogna uscire dalla dittatura finanziaria che quell’euro lo usa come arma. Fin quando grosse fette della popolazione non saranno a conoscenza di quello che sta accadendo nulla potrà’ sottrarci allo stato di prigionia in cui versiamo. Nessuna teoria economica che rompa i paradigmi di quelle imposte da queste organizzazioni potrà mai essere realmente adottata finché rimaniamo sotto il controllo di questi poteri. E’ il diritto che deve prevalere sull’economia e non il contrario come sta accadendo. Dobbiamo arrivare alla consapevolezza che la fase della delega è finita e solo l’attivismo dei cittadini, la loro unione in un fronte comune che abbia come obiettivo la liberazione nazionale può rappresentare la vera opposizione a questi poteri e ad una classe politica responsabile dello stato in cui versa il paese
svenduto e consegnato ad entità sovranazionali. Chi sente questa urgenza, deve mettere da parte il sospetto, il pregiudizio, le velleità leaderiste, i sentimenti di invidia e rancore che ci hanno divisi in passato. Deve lasciare da parte programmi di governo e teorie economiche per lavorare con ogni energia ad un piano di liberazione nazionale, portandolo avanti senza se e senza ma. Solo un popolo sovrano può chiamarsi libero, ed ambire al benessere. Dobbiamo spezzare le catene che ci tengono legati all’austerity e ostaggio della dittatura finanziaria per tornare liberi e sovrani. Dobbiamo uscire dalla “Matrix Europea.”
“ Il tuo libro è importante come strumento di verità e di libertà. Ma è assediato da silenzio e omertà. Mi congratulo con te per la tua ricerca che è preziosa per tutti noi cittadini di una società in cui le ingiustizie e diseguaglianze sono enormi. Il tuo libro mi ha fatto capire molte cose, chiaro preciso, documentato, coraggioso, incisivo. Ma non è facile fare capire agli altri la verità ”. Ferdinando Imposimato Presidente Onorario Aggiunto Suprema Corte di Cassazione
Biografia: Francesco Amodeo è nato a Napoli dove vive e lavora,
nel 1977. Laureato in comunicazione. Giornalista pubblicista ha collaborato con numerosi quotidiani locali occupandosi di cronaca di camorra e cronaca politica. E’ membro del Chartered Institute of Journalists di Londra dove ha collaborato per il magazine “Footloose”. Ha già pubblicato per Edizioni Sì il romanzo “Non avrai altro Dio al di fuori di te” ed il libro/denuncia “Azzannate le iene” sui legami dei politici e dei media italiani con il Gruppo Bilderberg . Fondatore del gruppo di bloggers “Leoni Del Web” e gestore del blog di denuncia www.francescoamodeo.net. Con i suoi video inchiesta su you tube ha totalizzato oltre 4 milioni di visualizzazioni. E’ ormai considerato
uno dei più noti blogger di contro-informazione italiani. INDICE Parte prima Introduzione.................................................................................. 7 Le organizzazioni, l’ideologia e il piano di conquista di chi ha dichiarato guerra ai popoli e agli stati ........................................ 11 Le prove del colpo di stato in Italia .............................................. 61 Cronologia della Dittatura Finanziaria ....................................... 97 La verità sulle origini dell’unione europea e sui padri fondatori che nessuno ti ha mai raccontato ................................................ 117 Parte seconda Appello agli europei: denunciamo l’inganno del 3% e la truffa della Germania ........................................................................ 141 Appello agli economisti anti euro: Perché denunciate l’arma del delitto ma non l’assassino? ............................................................ 155 Appello di un napoletano ai napoletani che hanno cacciato Salvini durante il Basta Euro Tour ............................................... 163 Appello a Paolo Barnard: non sarà una teoria economica a salvarci.......................................................................................... 169 Appello a Grillo: Chi rimane nell’euro non può stracciare il fiscal compact. .......................................................................... 173 Appello agli italiani: ecco il programma di salvezza nazionale ..................................... 181 Conclusione .................................................................................. 195